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Palermo-Salernitana, la lettura tattica: Stellone fa harakiri, metamorfosi granata dopo il pari

Palermo-Salernitana è stata partita equilibrata, segnata dall’estremo tatticismo dei due tecnici, con una grossa differenza che ha fatto… la differenza. Da un lato un Gregucci new look, positivamente pacato, equilibrato, attento e preciso. Nella panchina opposta uno Stellone fin troppo sicuro di sé, capace di regalare la partita agli avversari.

Nella prima frazione il tecnico rosanero ha scelto di attaccare i quinti granata (Vitale e Pucino) chiedendo ai propri interni di centrocampo (Haas e Chochev) di stare molto larghi. Con questa mossa Stellone ha praticamente regalato il centrocampo alla Salernitana. I granata, però, non sono stati capaci di sfruttare al meglio la supremazia in mediana: i due Anderson avrebbero dovuto ricevere palla sotto il play avversario (l’isolato Jajalo) e da quella posizione potevano far male al Palermo.

La prima frazione di gioco infatti è solo gestita dalla Salernitana, lenta nel muovere la palla e con troppi errori tecnici nei controlli orientati e nelle trasmissioni. Un Akpa Akpro impreciso ed un Perticone perennemente in affanno. Nulla di nuovo su Jallow che per quaranta minuti non riesce a controllarne una, spesso in ritardo nell’accorciare e lento a rientrare dal fuorigioco.
Il vantaggio palermitano è frutto di un errore individuale di Vitale che anticipa la giocata, stringendo verso la porta e lasciando solo l’avversario in fascia libero di crossare per l’accorrente Jajalo (è anche vero che il centrocampista è servito dalla barriera Salernitana, ma questo non giustifica Vitale). Il mancino granata interpreta male anche la fase di possesso. L’ex Ternana è sempre troppo stretto sull’avversario quando attacca lo spazio. Ironia della sorte, l’unica volta che riesce a farlo arriva il pareggio: s’allarga in ampiezza per ricevere la palla da Di Tacchio, ed è così che nasce il gol del pareggio di A.Anderson.

A questo punto la partita cambia. Come per magia, Jallow inizia a giocare e Akpa Akpro torna ad essere il gigante conosciuto nei primi due mesi della stagione.
La ripresa vede subito una Salernitana più vivace, pimpante e sicura dei propri mezzi.
La squadra mette una diversa applicazione negli schemi: non ha paura di giocare in “uno contro uno” fin dalle retrovie e le rimesse laterali vengono effettuate dal terzo di difesa: questo regala 30 metri di campo alla squadra.
La partita la decide Stellone intorno all’ora di gioco. Il tecnico rosanero nella foga di volerla vincere fa harakiri, trasformando il duttile tridente (4-3-3) in un 4-4-2, richiamando in panchina Haas (interno di centrocampo) per lanciare nella mischia l’attaccante Puscas al fianco di Moreo.
Una manna dal cielo per Gregucci ed i suoi ragazzi: i due trequartisti rosanero infatti, Falletti e Trajkovski, vengono consegnati nelle fauci dei quinti granata. Non solo. I due attaccanti palermitani si ritrovano di fronte il muro dei tre centrali salernitani che non vengono più portati fuori linea come invece si era verificato quando i due fantasisti rosanero – bravi nel creare superiorità – avevano giocato centralmente “sotto” la punta Moreo.
Il Palermo scompare e la partita si spegne. la Salernitana regala una sola occasione ai padroni di casa, nella stessa maniera del primo tempo: calcio d’angolo a favore e squadra impreparata e disposta male, capace di subire una ripartenza che solo per imprecisione (nella primo tempo) ed egoismo di Rispoli (nella ripresa) non si trasforma in gol.
La Salernitana appare comunque compatta e capace di stringere le linee di passaggio avversarie, riesce anche a rubare diverse palle a centrocampo, ma spesso si rivela imprecisa nella rifinitura.
In una di queste ripartenze, il subentrato Casasola (buono il suo impatto sulla partita, come anche quello di Minala) riesce a trovare un perfetto diagonale (assist preciso di Di Tacchio) che determina definitivamente la partita.

A cura di Antonio Pappalardo (allenatore Uefa B)

1 Commento

1 Commento

  1. carlo roselli

    22/01/2019 at 12:12

    Non commento la partita non ne sono in grado ma solo alla attenta analisi del giornalista che denota una eccellente analisi tecnica dimostrando la sua enorme cultura in fatto sportivo e non.

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