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Iervolino punta Angelozzi, Sogliano e Faggiano outsider. L’imperativo è far gruppo pure tra uffici e staff

La Salernitana si prepara a voltare pagina: nonostante le 4 giornate del campionato in corso ancora da disputare, il club è già al lavoro per definire l’organigramma della prossima stagione, con l’ambizione di essere protagonista in Serie B e tornare quanto prima nel massimo torneo nazionale. Il tema principale è la definizione della figura cardine della Salernitana 2024-25, ossia un direttore generale plenipotenziario capace di succedere a Walter Sabatini. Iervolino ha in mente un profilo di esperienza che possa ovviamente svolgere anche le funzioni di direttore sportivo, già in possesso di una rete di conoscenze sul mercato che gli permetta di completare numerose operazioni in entrata ed in uscita. Sarà un’estate rovente dal punto di vista dei trasferimenti, perché il club dovrà vendere bene (evitando di svendere) i pezzi pregiati, quegli atleti per cui è impensabile un futuro in cadetteria, e acquistare calciatori funzionali al progetto di risalita. Insomma, il nuovo manager avrà ampie deleghe e notevoli margini di operatività.

Esperienza, conoscenza della B e affidabilità sono requisiti fondamentali, per cui Iervolino e Milan hanno appuntato il nome di Guido Angelozzi, attualmente al Frosinone e legato ai gialloblù da altri 4 anni di contratto. Il futuro del dirigente classe 1955 in Ciociaria potrebbe essere legato alla permanenza in massima serie della squadra di Eusebio Di Francesco, con Sampdoria e Catania che affiancano i granata nella lista dei corteggiatori. Senza dubbio non si può negare che Angelozzi sia un esperto di promozioni in massima serie, traguardo conquistato già con Lecce e Spezia, prima che col Frosinone. Quella della passata stagione, in particolar modo, è stata all’impronta della sostenibilità, visto che il monte ingaggi dei ciociari si aggirava attorno ai 20 milioni di euro, obiettivo che anche la Salernitana si prefigge di raggiungere, più che dimezzando gli stipendi della rosa attuale.

Ci sarebbe stato un primo abboccamento tra le parti. Angelozzi ha sposato la causa di Stirpe nel 2020 e in Ciociaria ha sempre affermato di trovarsi benissimo ma il ciclo potrebbe essersi concluso. La Salernitana avrebbe sferrato un attacco e si vedrà in che modo potrà andare a buon fine: l’esperto operatore calcistico rappresenta l’identikit perfetto del diggì con pieni poteri ed a cascata andrebbero a completarsi le altre caselle dell’organigramma: sarebbe naturale uno scenario in cui collaboratori e delegati siano scelti tra gli uomini di fiducia, che magari già in passato hanno lavorato con la figura cardine. Un esempio può essere Pietro Doronzo, già segretario generale, di Angelozzi a Bari, Spezia e Frosinone. Tra i tanti nei degli ultimi due anni, infatti, c’è stata una mancata coesione. Nell’ultima stagione si è evidenziata quella in campo, però le rivelatrici parole di Sabatini alla presentazione di Liverani (“Noi non siamo mai stati gruppo”) avevano fatto immaginare l’epilogo già prima. Non è un mistero che spesso non ci sia stata sintonia tra varie anime figlie di diverse estrazioni calcistiche che non hanno trovato percorsi comuni. Partendo dal nuovo direttore generale, si cercherà di dare un’armonia ed un’uniformità di vedute tra le figure della nuova Salernitana, a tutti i livelli. Occorrerà imparare dai propri errori ed evitare il ripetersi di scenari che hanno inciso su alcuni momenti no della storia recente.

Discorso da traslare in chiave allenatore: se non c’è sintonia e fiducia massima col direttore, se non si fa squadra anche fuori dal campo con le altre figure, diventa dura vincere. Fabio Grosso è il nome che Angelozzi riporterebbe volentieri alle sue dipendenze qualora si concretizzasse l’interesse dei granata. L’ex terzino campione del mondo 2006 ha portato il Frosinone in A prima di passare al Lione. A proposito di allenatori, c’è un altro collegamento con Angelozzi già presente in organico: si tratta di Stefano Colantuono, che ha un altro anno di contratto con la Salernitana come responsabile del settore giovanile. Ha detto di essere disponibile a restare ancora e a dare i suoi consigli “parlando da dirigente e uomo-società, non da allenatore”: l’attuale traghettatore granata ha già lavorato con Angelozzi nelle sue prime stagioni da tecnico con Sambenedettese, Catania e Perugia. Non sarebbe da escludere quindi, nell’ottica del “fare squadra” anche fuori dal campo, l’ingaggio dell’attuale dirigente frusinate che troverebbe una sponda “amica” nel fondamentale comparto baby. E l’area medica? Anche in tal caso sarebbe indirettamente figlia dell’area tecnica, che l’Angelozzi di turno guiderebbe. Anche in tal caso i collegamenti della storia recente del principale desiderio del presidente per la poltrona di diggì portano a notare come negli ultimi anni si sia portato dietro il responsabile sanitario, una vecchia conoscenza della Salernitana: si tratta del dottor Andrea D’Alessandro, attualmente al Frosinone e in precedenza allo Spezia, che ha lavorato con il sodalizio granata a più riprese (l’ultima nel 2020, prima di lasciare l’incarico per divergenze legate alla gestione dei casi Covid; in quel caso aveva condiviso l’incarico con il dottor Italo Leo). Nell’espressione “l’anno prossimo sarà rivoluzione” usata da Iervolino nell’ultima intervista rilasciata al Corriere della Sera il riferimento è alla sola squadra o a buona parte della compagine dirigenziale e di staff? Si vedrà.

Ovviamente Angelozzi è il principale ma non certo l’unico candidato alla direzione generale della Salernitana. Gli altri profili graditi sono quelli di Sean Sogliano, Mauro Meluso e Daniele Faggiano. Il primo è profilo apprezzatissimo in società per la capacità che ha dimostrato a Verona, nel mercato di riparazione, di fare plusvalenze importanti pescando sostituti a basso costo che stanno tuttora consentendo all’Hellas di essere in vita per la salvezza. In passato, a proposito di incroci e del già citato “fare squadra”, Sogliano ha lavorato a Verona e Bari con Massimiliano Dibrogni, attuale segretario generale della Salernitana, con cui la conoscenza e la stima reciproca risalgono al 2007. Insomma, sarebbe un profilo adeguatamente di livello e in grado di fare da collante con le altre funzioni “vitali” di un club. Anche in tal caso, il raggiungimento o meno dell’obiettivo sportivo da parte degli scaligeri sarebbe determinante per un approfondimento o meno dei dialoghi.

Quanto a Faggiano, fermo da un anno dopo la fine della sua avventura con la Sampdoria, sarebbe prontissimo a rituffarsi in una nuova avventura. Non gli manca l’esperienza maturata con Siena, Trapani, Palermo, Parma e Genoa. Pure con lui degli approcci ci sarebbero stati. Anche il nome di Francesco Montervino è circolato in ambienti vicini al presidente Iervolino.

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