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Titolare due anni dopo: Orlando esce dall’ombra e torna ad incantare. Domenica ancora dal primo minuto?

Chi l’ha visto? Sarà stata questa la domanda balenata nella testa di tanti tifosi della Salernitana su Francesco Orlando. Il calciatore tarantino esordisce in B con la maglia del Vicenza (2016/17). Dopo la stagione positiva (3 gol e 7 assist in 24 presenze) la Lazio non se lo lascia scappare e gli fa firmare due anni di contratto, per poi girarlo in prestito a Salerno. Per il classe ’96 l’annata 2017/18 però non ha praticamente mai inizio, a causa della rottura del legamento crociato anteriore in un’amichevole nel mese di agosto. Bollini prima e Colantuono poi non lo avranno mai a disposizione, per lui una passerella finale di otto minuti nella sfida casalinga al Palermo dell’ultima giornata, dopo qualche match con la Primavera per ritrovare la condizione. Doveva essere quindi questa la stagione del riscatto. La dirigenza del cavalluccio decide di fargli sentire fiducia acquistandolo a titolo definitivo. La musica però non cambia.

Nessun infortunio a penalizzarlo, ma il 3-5-2 di Stefano Colantuono sì. Zero minuti fino a dicembre. Arriva Gregucci e il tecnico di San Giorgio Jonico lo butta nella mischia il 30 dicembre per una dozzina di minuti in casa contro il Pescara, come ultimo tentativo per ribaltare il risultato. Lo scarsissimo minutaggio (tranne una partita intera giocata con la Primavera) non lo aiutano a ritrovare la miglior condizione e nel mercato invernale si paventa la possibilità di una partenza in prestito, magari in Serie C, ma ciò non si verifica. Nonostante le difficoltà dei granata a trovare la via del gol, da gennaio il folletto pugliese colleziona tre presenze, ovvero 50 minuti, contro Perugia, Crotone e Carpi fino a… ieri. Menichini decide di puntarci, provandolo spesso in allenamento nel mese senza gare ufficiali e convincendosi a concedergli una maglia da titolare che al numero 27 mancava da addirittura due anni (Vicenza-Spezia del 18 maggio 2017). Tanta è la voglia di mettersi in mostra e il ragazzo ricambia la fiducia alla grande. Una spina nel fianco per la difesa arancioneroverde: accelerate, dribbling, invenzioni (come un tunnel al 55′ ai danni di Bruscagin costretto al giallo), ma anche tanto lavoro di ripiegamento che lo porta ad uscire stremato al 65′, tra gli applausi dell’Arechi. Un modo per guadagnarsi una riconferma domenica nell’undici di Venezia e per fugare ogni dubbio. Qualcosa è andato storto, ma la luce di Francesco Orlando è tornata a brillare.

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