OCHOA 6,5. Miracolo al 6′ dopo essere stato graziato dal palo, riflessi incredibili sul tiro ravvicinato di Gagliardini al 12′ della ripresa. Se la Salernitana resta in partita per 76′ è soprattutto merito suo.
PASALIDIS 4,5. Tignoso e deciso ma non preciso nell’impostazione. Alla mezzora altro colpo duro alla spalla destra sofferente da Torino, stringe i denti e va avanti. Statuina sul vantaggio brianzolo.
MANOLAS 6. Esordio assoluto in granata con una settimana di ritardo rispetto alle previsioni. Colpa dell’influenza. Ha sfruttato i sette giorni per incrementare la sua condizione e abbandona in preda a un affaticamento dopo un’ora di gioco: la Serie A gli mancava da 884 giorni, prova a cavarsela su Djuric alla men peggio. (dal 16′ st BOATENG 5. Ancora un po’ appesantito. Perde il duello aereo con Djuric in occasione del raddoppio).
PELLEGRINO 5. Soffre tremendamente la fisicità di Djuric nel gioco aereo, se la cava con chiusure sbrigative palla a terra. Il buon salvataggio all’11’ del secondo tempo con palla ballonzolante sulla linea di porta. Si va a schiantare in zona Djuric-Boateng sul raddoppio invece di staccarsi e fare un passo indietro.
ZANOLI 6. Si riprende la fascia destra dopo la parentesi mancina per necessità. Alla prima accelerazione ridicolizza Andrea Carboni e mette a centro area un pallone delizioso su cui Weissman non riesce ad avventarsi con i tempi giusti. Timoroso in fase difensiva ma quando va in falcata fa male ed è tra i pochi ad avere strappo: nessuno ha nel serbatoio la benzina necessaria per accompagnarlo.
COULIBALY 5. Ha chiesto scusa alla ripresa dopo l’uscita polemica di San Siro, ha evidentemente fatto una settimana a duecento all’ora, come aveva chiesto l’allenatore, e rieccolo allora nell’undici di partenza. La voglia di lottare non gli manca nel primo tempo, la lucidità in costruzione invece sì. Nel secondo tempo perde smalto.
BASIC 5,5. Fa fatica ad attrarre palloni giocabili in costruzione, in compenso ci mette fisico e recupera qualche pallone interessante. Giallo ingenuo. (dal 28′ st LEGOWSKI 4,5. Si presenta con un disimpegno sbagliato. Il Monza lo fa girare).
BRADARIC 4,5. Torna dopo la squalifica ma la rimessa laterale battuta come un baby emozionato al 10′ la dice lunga sullo stato di paura che si riflette anche nell’elementare controllo sbagliato otto minuti dopo sul filo del fallo laterale in attacco. Tende spesso a entrare dentro il campo piuttosto che allargarsi: scelta precisa del tecnico per favorire l’allargamento di Candreva o interpretazione del singolo? Si dimentica di Pessina sul raddoppio biancorosso.
KASTANOS 6. Cerca una prima conclusione dalla lunga distanza anche piuttosto forzata per rompere il ghiaccio di un approccio favorevole agli avversari. Con furbizia guadagna un interessante calcio di punizione appena fuori area che per poco non vale il vantaggio. È vispo, anche se non ordinatissimo. Fa ammonire Pablo Mari a inizio ripresa. Ha sul sinistro il pallone del possibile vantaggio a metà ripresa e forse aspetta quel secondo in più per concludere. Ma quando ha palla sul destro dovrebbe tirare e non portarsi la sfera sul sinistro: in serie A non ti danno tempo. (dal 28′ st DIA 5,5. Entra con qualche fischio. Ha la forza di pescare Tchaouna sul filo del fuorigioco per una doppia occasione clamorosa dopo la mezzora. È l’unica volta in cui si fa notare).
CANDREVA 6. Nel primo tempo torna a prendersi il pallone spesso e malvolentieri nella propria metà campo frapponendosi tra difesa e centrocampo, perché altrimenti non gliene arriverebbero. Percorre tanti chilometri, occupa tanti spazi, prova ad orchestrare ripartenze, fa quel che può. Ci mette la faccia dopo la partita ponendosi davanti a tutti nel faccia a faccia con i tifosi che urlano “vergognatevi”. (dal 42′ st SIMY sv. Cambio tardivo e della disperazione).
WEISSMAN 6. Prima volta da titolare in granata, seconda in tutta le stagione: solo in Coppa del Re col Granada il 2 novembre aveva assaporato la gioia di partire dall’inizio in questa stagione. Ovvio che abbia fame e prova a dimostrarlo muovendosi molto. Izzo è marcatore rognoso, lui cerca di guadagnare qualche falletto importante. Pecca… d’altruismo in alcuni casi. (dal 16′ st TCHAOUNA 5. Si fa ipnotizzare due volte in dieci secondi da Di Gregorio.).
ALL: LIVERANI 4,5. Conferma il modulo che ha contraddistinto anche i predecessori e tiene fede a quanto affermato in conferenza: non è un problema – a suo dire – di modulo ma di testa. Che resta quella di San Siro in avvio perché i brianzoli nei primi 6′ hanno due chance clamorose per passare. I limiti anche caratteriali restano tutti. “Gioca chi fa i buchi per terra”, aveva ammonito subito dopo la disfatta di Milano. Sarà stato anche così però è una squadra che si nasconde, che sta troppo bassa quando la palla ce l’hanno gli altri, timorosa, senza idee, che si allunga quando non deve. Dopo i primi 20′ di indecisione si vede qualcosa di diverso, una voglia differente anche se confusa. Si alza il pressing e qualcosa di interessante viene fuori ma è poca roba. Riesce a portare lo 0-0 all’intervallo. Non convince il cambio Tchaouna-Weissman: invece di rendere l’attacco più “pesante”, lo alleggerisce. Quello Dia-Kastanos è volto a rimediare ma servirebbe ancora qualcosa in più nel momento in cui Palladino si “apre” passando a quattro in difesa. Altre perplessità: un quantitativo esagerato di calci d’angolo battuti malissimo. La Salernitana non può permetterselo. Il tecnico non ha messo nulla di suo in questi pochi giorni: non è certo il colpevole di una retrocessione ormai dietro l’angolo ma ci si aspettava di più anche da lui. Va subito negli spogliatoi a testa bassa a fine gara.
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