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Pagellone Salernitana-Atalanta: Piatek fa il lavoro sporco, Lovato soffre e poi reagisce

OCHOA 6,5. Subito presente sulla deviazione di testa di Pasalic, reattivo pure su Zapata e sul tentativo dalla distanza a giro di Ederson. Uscita avventata e rischiosa a fine primo tempo lontanissimo dai pali, la fortuna gli sorride. Nel secondo tempo poco sollecitato.

DANILIUC 7. Non malvagio in copertura su Pasalic, poco preciso in impostazione. Generoso nell’accompagnare l’azione nei rari casi in cui è possibile, come quando a inizio ripresa ruggisce su Zapata e mette Dia in condizione di concludere. Ci prova di testa a 3′ dal novantesimo.

LOVATO 6,5. Segue Zapata ma nel gioco aereo non è competitivo con il colombiano. Migliora nella ripresa con un po’ di mestiere: Hojlund non è cliente facilissimo e lui lo argina come può.

PIROLA 7. Subito molto concentrato. Tiene “il focus”, come dice il suo allenatore, su Koopmeiners che gira dalle sue parti. Mura avversari di qua e di là.

MAZZOCCHI 6. Un paio di scavallate e baricentro molto basso. Partita essenzialmente difensiva. Debole il tentativo su punizione sul finire della prima frazione. Valica molto poco la linea di metà campo anche nel secondo tempo e Sousa opta per “Greg”. (dal 21′ st KASTANOS 6. Tende molto ad accentrarsi nel traffico di maglie bianche, inizialmente impreciso nelle battute dei calci da fermo, poi accende la luce).

COULIBALY 7. Stretto nella morsa di De Roon e Koopmeiners, costretto sempre a rincorrere gli avversari senza grosso successo. Grandine e bufera spezzano il ritmo degli avversari e lui pian piano viene fuori. Rivitalizzato nella ripresa, molto più padrone della mediana. Costretto a spendere un giallo per evitare la ripartenza pericolosa di Hojlund.

VILHENA 6. Il suo duello individuale è con l’ex Ederson e viene sovrastato nel primo tempo. Non cambia passo, non pulisce palloni, non trova spunti nella prima parte di gara. Molto meglio nella seconda parte in cui si cala nella lotta e tira fuori anche la visione di gioco. (dal 44′ st BOHINEN sv. Un preziosissimo recupero pochi secondi prima del triplice fischio).

BRADARIC 6,5. La sua assenza ad Empoli si era sentita, però ci mette molto per tornare a carburare. Un primo tempo di sofferenza. Più convinto dal 45′ in poi. Il tunnel a Okoli fa emozionare il pubblico.

BOTHEIM 6,5. Defilato a destra, combatte con Scalvini e non riesce ad essere pericoloso. Un paio di intuizioni positive quando si accentra. Si muove anche meglio nel secondo tempo. Scappa via bene in una manciata di occasioni e serve a centro area palloni insidiosi. Finisce la benzina e va in debito. (dal 35′ st CANDREVA 8. L’Arechi saluta il suo ingresso con applausi scroscianti. Incrementa la sua produzione offensiva tra un no look e l’altro. La risolve lui con un destro chirurgico e va a prendersi tutta la gioia del pubblico).

DIA 6. Parte largo a sinistra ma è troppo lontano dalla porta per poter incidere. Si fa notare per l’abnegazione con cui riconquista una paio di palloni pericolosi nella propria metà campo. Non pulitissimo quando riparte, in alcuni frangenti si addormenta sul pallone e favorisce i recuperi nerazzurri. Dopo 10′ del secondo tempo si divora il gol del possibile 1-0 a tu per tu con Sportiello.

PIATEK 7. Una chance da titolare che gli mancava dalla trasferta in casa del Toro, un mese fa. Il minimo, dopo essersi sbloccato. Fa il massimo in un primo tempo in cui oggettivamente riceve pochissimi palloni. Riesce a conquistare la punizione dal limite che rappresenta l’unica conclusione granata nello specchio dei primi 45′. Una dozzina di minuti del secondo tempo e in tuffo non riesce a spedire in porta una respinta di Sportiello. Ci mette grande generosità e non si tira mai indietro. La sponda-assist vincente è un giusto premio.

ALL: SOUSA 6,5. Nel primo tempo la fortuna gli dà una mano, nel secondo vien fuori la voglia di giocarsela alla pari con tutti che aveva chiesto alla vigilia. Lascia in panchina i reduci dagli acciacchi Gyomber e Candreva (campo pesante, ci sta) e punta su una difesa interamente under 21 ma soprattutto su tre punte pure dall’inizio. Un segnale importante che però non viene colto dai suoi: tanti attaccanti, pochi rifornimenti, centrocampo quasi del tutto consegnato all’Atalanta che fa valere la sua superiorità. Non convince la scelta di aver tenuto fuori Troost-Ekong con campo pesante e un centravanti fisico come Zapata da marcare: Lovato sul gioco aereo va spesso in difficoltà. I bergamaschi sciupano tanto, il campo diventa sempre più zuppo e lo 0-0 dell’intervallo è tanto rispetto al nulla offensivo prodotto e alla contestuale sofferenza nella propria metà campo. Nell’intervallo Gasperini tira fuori dal cilindro pure Hojlund ma perde subito Soppy. La Salernitana acquista più fiducia e tiene meglio il campo; spreca due opportunità grossissime per andare in vantaggio, macina molto più gioco, costringe l’Atalanta a stare bassa ma deve fare i conti con le fiammate di Muriel. L’ingresso di Candreva dà più brio contro gli avversari ormai stanchi e la pressione si concretizza con il destro di Tonino Candreva. La sua esultanza rabbiosa sotto la sud (e l’acquazzone) è altamente simbolica.

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