Da attaccante “predestinato” – come fu definito dalla dirigenza al suo arrivo – a girovago dell’est Europa è stato un attimo. La meteora kosovara Drilon Cenaj, con le sue zero presenze in granata nella stagione 2016/17, parla oggi dall’Ungheria, dove veste la maglia dello Szentlorinc in seconda serie magiara. Ma nei precedenti quattro anni è passato per Bosnia, Croazia, Bulgaria e Romania. Veniva dalla primavera del Chievo il classe 1997 che giocava con Kiyine nelle giovanili gialloblu, ma non riuscì a imporsi nella Salernitana di Sannino prima e Bollini poi.
Cenaj e Coda si dilettano a giocare a tennistavolo durante un momento di relax del ritiro precampionato 2016
“Si presentò l’occasione tramite il mio procuratore e andai in prova con la Salernitana durante il ritiro a Sarnano. Feci molto bene per un paio di settimane, i compagni mi accolsero benissimo e mi aiutarono, e la società si convinse a farmi un anno di contratto”, ha raccontato Cenaj alla nostra redazione.
Le premesse tecniche sembravano discrete, dopo il suo arrivo a parametro zero, ma poi non si tradussero nei fatti. Va anche ricordato che la concorrenza, con il duo Coda-Donnarumma, era di quelle importanti. Zero presenze con la prima squadra, vissuta solo durante gli allenamenti, otto invece con la Primavera: “Purtroppo non ho avuto tanto spazio, probabilmente perché ero giovanissimo e in Italia non era semplice. Inizialmente mi allenavo con la prima squadra, con la quale ho fatto solo qualche amichevole, poi mi mandarono ad allenarmi con la Primavera, con la quale ho giocato qualche partita. C’era stata anche la possibilità di andare in prestito in Serie C, ma volli rimanere per giocarmi le mie chance e perché mi trovavo bene. Mister Sannino mi ha insegnato tantissimo, nonostante non giocassi, parlavamo molto e mi faceva allenare con la prima squadra; con Bollini invece non mi sono confrontato mai, rispettavo le sue scelte e le scelte della società, come quella di mandarmi in Primavera. I motivi del mio scarso impiego però non li ho mai capiti, volevo dare il mio contributo, ma non ne ho avuto la possibilità e mi dispiace ancora. Comunque è stata la prima esperienza, dopo la Primavera del Chievo, nel calcio dei grandi ed è stato bellissimo perché mi ha insegnato tanto”. Cenaj, nonostante tutto, non porta rancore. Partecipò ad un’amichevole a Vallo della Lucania contro la Gelbison a inizio stagione. “Il mio ruolo è seconda punta ma posso fare anche l’attaccante centrale. Spero di fare bene alla Salernitana e di ritagliarmi il mio spazio. Mi piacerebbe in quest’annata fare il primo gol tra i professionisti”, disse subito dopo. Un desiderio che non si è avverato, suo malgrado. Riuscì a segnare solo il gol della bandiera della Primavera granata sconfitta 2-1 in trasferta a Cagliari.
Cenaj non completò neppure la stagione in granata. A febbraio fu salutato e spedito nella seconda serie bosniaca, al Velez Mostar, senza sussulti e con soli 45′. In seguito, l’avventura in Croazia nel Novigrad decisamente più proficua con i primi gol da professionista. Poi due anni in Romania nel Pandurii, con in mezzo una brevissima parentesi senza presenze al Botev Vratsa (Bulgaria), la seconda serie ungherese con il Nyíregyháza Spartacus, un ritorno in Bosnia con il Celik Zenica, poi il flash con il Tuzla City in estate prima di trovare asilo ancora in Ungheria. Totale presenze in carriera da professionista: 74.
“A Salerno la squadra era di valore, c’era gente come Della Rocca, Rosina, Donnarumma, Coda e molti altri giocatori forti. – dice ancora Cenaj – Passavo tanto tempo con Odjer e Luiz Felipe, ci davamo una mano a vicenda con la lingua, ci sentiamo ancora oggi spesso. Ero convinto potessimo ambire alla Serie A, era un obiettivo, però le cose non andarono bene. Facemmo dei risultati positivi, poi qualcosa si bloccò e fu un peccato per la piazza. Mi avevano parlato benissimo della città che mi è piaciuta tanto. I tifosi erano fantastici, parlavano molto con noi. Non ho mai visto uno stadio e una tifoseria così. Salerno meriterebbe la Serie A e gliela auguro, quando riesco guardo ancora qualche partita. L’anno scorso ho seguito con particolare attenzione il mio ex compagno Kiyine, stavamo insieme al Chievo, e Milan Djuric“.
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