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Legowski, l’identikit dalla Polonia: “È un classico ‘8’, con Sousa farà il salto di qualità”

La Salernitana torna a parlare polacco. Mentre Piatek è volato in Turchia all’İstanbul Başakşehir, c’è un suo connazionale che non ha esitato a cucirsi l’Ippocampo sul petto. È Mateusz Legowski, centrocampista classe 2003 ufficializzato ieri dal club di Danilo Iervolino. Per lui è la prima esperienza lontano dalla Polonia, dove ha giocato fino a qualche settimana fa tra le file del Pogon Szczecin. De Sanctis l’ha prelevato a titolo definitivo dalla massima serie locale dopo le ultime partite di qualificazione ai gironi della prossima Conference League per un esborso di 2 milioni più bonus; contratto triennale con opzione per il quarto.

L’identikit

L’anno scorso Legowski, seguito passo passo dal suo procuratore David Pantak, che cura gli interessi anche dello juventino Milik, è stato tra i migliori del campionato polacco e si è guadagnato la possibilità in Italia. La sua speranza è naturalmente di un salto definitivo in carriera. Abbiamo intervistato Adrian Heluszka, giornalista del Przeglad Sportowy, principale quotidiano sportivo polacco.

Che giocatore è Legowski? Quali le sue caratteristiche tecniche, fisiche e caratteriali?

“È un classico numero 8, ha un buon bilanciamento tra fase difensiva e offensiva, fisicamente molto potente e si districa bene in situazioni difficili durante la gara. Ma è anche molto utile in fase offensiva, è dotato di un buon tiro. Si distingue per la sua fame di imparare, è giovane ma ha un buon carattere. La Salernitana rappresenta un’importante occasione per la sua carriera, la Serie A è una dei più importanti campionati in Europa e si adatterà quanto prima possibile al gioco. Guadagnerà le sue chances e dimostrerà di essere una buona scelta per un club come la Salernitana”. 

È stata una sorpresa per gli addetti ai lavori e per il Pogon perderlo oppure era una partenza già preventivata? Sulla cessione del giocatore ha influito la difficoltà di proseguire il cammino in Conference League?

“Non è stata una affatto una sorpresa, bisogna contestualizzare questo trasferimento alla situazione del Pogon. Era un momento propizio per il suo addio. Prima della gara di ritorno contro il Gent valida per le qualificazioni ai gironi della prossima Conference League, il direttore sportivo del Pogon aveva dichiarato che quello sarebbe stato l’ultimo momento utile per cedere Legowski ad un prezzo consono: avevano perso all’andata 5-0 in trasferta e a quel punto era già sfumata la qualificazione. Legowski era stato uno dei giocatori più importanti negli ultimi mesi, aveva giocato molto bene nel secondo turno di qualificazione di Conference contro il Linfield”. 

Legowski ha detto di voler raggiungere la continuità nella sua Nazionale. Qual è la considerazione che ha di lui il coach Santos?

“Difficile da dire con sicurezza. Ha una sola apparizione con la rappresentativa maggiore, peraltro l’anno scorso con il precedente allenatore (Michniewicz, nda). Tutto dipenderà dal suo rendimento a Salerno ma Santos ha l’obiettivo di cambiare il gioco e ringiovanire la squadra e questa sarebbe un’opportunità per calciatori come Legowski. Se farà bene in Italia, sono sicuro che otterrà la sua chance in Nazionale. È stato uno dei migliori giocatori nella massima serie polacca, quindi penso che tutto sia possibile per lui”.

In che modulo tattico può esprimersi al meglio il nuovo acquisto?

“Sicuramente predilige la mediana a quattro. Per lui credo sia meglio essere affiancato da calciatori con qualità e abilità simili a Lassana Coulibaly, perché si aiuterebbero a vicenda in campo. Nel Pogon avveniva questo, era affiancato da un centrocampista molto bravo nella posizione da tradizionale numero 6. Ma tutto questo dipenderà dalla visione di Sousa. Probabile gli dia possibilità anche in altre parti del campo e, perché no, in posizione più avanzata verso le punte come trequartista”.

Si tratta di un giocatore molto giovane e con margini di crescita. A chi è possibile paragonarlo?

“Lo paragonerei a Patryk Dziczek e a Szymon Żurkowski, centrocampista attualmente allo Spezia. Quest’ultimo è molto bravo a difendere, corre molto ed ama giocare la palla. Però paragonare i giocatori che hanno giocato soltanto nel campionato polacco è molto difficile a mio parere, sono sicuro che Legowski ha bisogno di tempo per svilupparsi e adattarsi al gioco di Sousa. È ancora molto giovane ma tutto dipende dal trainer portoghese e dalla sua visione”.

C’è un pericolo che possa soffrire le emozioni della prima volta lontano da casa?

“Sicuramente è la prima esperienza in un club estero per lui. Ha bisogno di conoscere squadra e città. Ma l’Italia è un posto adatto ai giovani calciatori: c’è un bel clima, buon cibo. A Salerno può lanciare la sua carriera definitivamente. Però il livello del calcio in Italia è molto alto rispetto alla massima serie polacca, avrà bisogno di tempo per adattarsi anche al nuovo modo di giocare. Questo credo sarà un ostacolo per lui solo all’inizio ma avrà tempo di lavorarci. Se comprende il suo ruolo in squadra al più presto possibile, il futuro sarà in discesa. Spero che il mister e la squadra lo aiutino”.

Qual è la percezione in Polonia della Salernitana dopo gli ultimi due campionati di Serie A? Nel recente passato ha accolto tanti calciatori polacchi come Dziczek, Kupisz, Jaroszynski e Piatek.

“La Salernitana non è affatto popolare in Polonia. Sono conosciute e seguite le squadre che hanno un bacino di tifosi molto più ampio, come Napoli, Juventus, Milan e Inter. Ma penso che le persone che vedranno la Serie A in Polonia capiranno che la Salernitana ha un progetto valido. Certo, l’ippocampo soprattutto negli ultimi anni ha avuto molti calciatori polacchi, che però non sono star qui in Polonia. Ora Jaroszynski è tornato qui, Dziczek è un bravo ragazzo e sta facendo bene; peccato per i suoi problemi di salute. Salerno è il posto perfetto per i calciatori giovani come Legowski, c’è un progetto valido di valorizzazione. L’anno scorso tutti qui hanno visto la Salernitana grazie a Piatek. Molti polacchi odiano Paulo Sousa per le modalità con le quali ha concluso la sua avventura sulla panchina della nazionale”.

A proposito dell’allenatore, è rimasto alla guida della squadra dopo aver avuto buoni risultati. Potrà costruire un progetto solido?

“Sì, ma c’è bisogno di investimenti da parte della proprietà e di un buon legame con la dirigenza. Può costruire un buon progetto tecnico a Salerno, sa creare un ambiente positivo dentro lo spogliatoio per garantire la crescita dei giovani, accanto a senatori del calibro di Antonio Candreva. L’ha già fatto nella scorsa stagione valorizzando Boulaye Dia. Legowski può essere uno dei giovani al centro del progetto e grazie a Sousa potrà essere ceduto a club italiani più importanti nel giro di uno o due anni. Per quanto riguarda il portoghese, la mia opinione è che non mi piace il suo carattere per gli eventi passati che ho raccontato e credo che anche i tifosi della Salernitana l’abbiano potuto constatare per via dei rumors sul Napoli degli scorsi mesi. Il suo valore tecnico come allenatore, tuttavia, non si discute e lo ha dimostrato ancora una volta nello scorso campionato”. 

 

A cura di Alfonso Maria Avagliano ed Elio Barrella. Credits foto: U.S. Salernitana 1919

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