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L’analisi di Sousa: “Prese decisioni sbagliate in campo. Sono consapevole del mio lavoro”

Nel post partita Paulo Sousa ha analizzato in sala stampa la prestazione dei suoi, con una inevitabile parentesi anche pensiero sul futuro: “Non c’è stato un approccio arrendevole, la prestazione è stata negativa. Abbiamo dato troppo spazio ai centrocampisti del Monza, si abbassavano e si muovevano molto, riuscivano a trovare la punta, a giocare di sponda e ad attaccare la profondità. Ci hanno messo in difficoltà. Quando dovevamo prendere decisioni individuali, anche difensive, non abbiamo fatto bene e ciò ci ha condizionato nel primo tempo. Abbiamo cambiato nella ripresa, la squadra è stata in partita nei primi venti minuti, creando qualcosa per riaprire la partita e costruire un risultato diverso da quello finale”.

Secondo Sousa: “Abbiamo fatto difficoltà a livello di qualità individuale contro una squadra che ne ha tanta come il Monza. Bisognava accorciare sulle loro linee. Il Monza ha abbassato il centrocampo per metterci in difficoltà e noi abbiamo dato troppa possibilità a loro di giocare a testa alta in campo aperta verso la loro punta che giocava di sponda e dava profondità a chi si inseriva. Abbiamo lasciato soli i nostri centrocampisti nel primo tempo. Nel secondo tempo siamo stati più alti, abbiamo difeso meglio, siamo stati in partita fino al rigore. Non siamo riusciti a fare gol però”.

Qualcuno avanza dubbi sulla tenuta atletica dei granata: “Non può essere un problema atletico, finiamo le partite sempre bene, i dati fisici sono sempre alti. Le sconfitte con Inter e Monza sono diverse, abbiamo dinamiche di gioco opposte. Il Monza ha avuto la capacità di uscire sempre dalla nostra pressione”. 

Cosa preoccupa Sousa in questo momento: “Soprattutto i risultati. La squadra ha bisogno di fiducia, perché lavora, suda, cerca il risultato ma la convinzione che ti porta una vittoria è linfa per il futuro. I ragazzi lavorano bene nella settimana, dobbiamo continuare a spingere sempre di più per arrivare a questa vittoria. Vedo sempre margini di miglioramento, sono sempre ottimista e consapevole del lavoro che facciamo. Vedo crescite individuali. Se riusciamo a stare nella partita siamo competitivi. Serve più efficacia. C’è tristezza e amarezza da parte di tutti. Dobbiamo essere concentrati su cosa possiamo controllare. Sono molto sereno sul mio lavoro, provo sempre a vincere e a dare fiducia ai ragazzi. Già nello scorso campionato non abbiamo avuto giuste decisioni individuali. L’episodio però non ci portava a soffrire ed eravamo efficaci per occasioni e realizzazione. Quest’anno non solo c’è bisogno dell’integrazione di giocatori nuovi, ma qualche giocatore dell’anno scorso ha bisogno di essere al massimo della condizione. Sono giocatori fondamentali che non sono mai stati insieme. Rispetto allo scorso campionato vedo più capacità di pressione alta con più e continuità offensiva. Stewart ci ha dato profondità. Bisognerà trovare un equilibrio tra i giocatori fondamentali e quelli nuovi, entrambi devono arrivare in forma e avere un’idea tattica strategica per avere qualità nel gioco e risultati positivi. Di oggi cambierei l’organizzazione difensiva”.

Sul faccia a faccia finale coi tifosi: “I tifosi hanno ragione perché vogliono vedere sempre la squadra vincere e prendere punti, poter stare più sereni e fiduciosi nei loro mezzi per ottenere risultati. Quindi hanno tutta la possibilità di esprimere le loro emozioni. Anche i nostri sentimenti adesso sono di tristezza e amarezza per non riuscire a renderli orgogliosi di noi”.

Allora manca un po’ di “garra”? “E’ una visione molto caratteriale, non è oggi che si può notare. In questa rosa tantissimi giocatori non hanno questa componente caratteriale, cerchiamo di lavorarci, sull’importanza soprattutto dell’azione.

Sulla fiducia del gruppo: “I ragazzi sono molto ambiziosi, ci ascoltano, cercano di lavorare, gli mostriamo sempre quello che possiamo fare per migliorare, cosa dobbiamo cambiare. E la squadra risponde bene. Sono consapevole che bisogna lavorare su questa squadra, è importante cambiare la rotta sui risultati”.

La sua posizione è in bilico, Sousa ne è consapevole: “La società oggi non mi ha detto nulla, sono molto sereno e consapevole dell’onestà del lavoro con la squadra e con lo staff. La preoccupazione c’è ma fa parte del calcio e questo un allenatore lo deve accettare. Sono preoccupato per l’essere umano ma per quello che succede in Israele e in Ucraina. Nello sport se uno lavora in onestà non deve temere nulla. La società ha il suo modo di valutare i risultati ed è normale che faccia le sue scelte”.

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