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Il ds della Reggiana Tosi: “Proveremo con la Primavera pur di non perdere a tavolino”

Il direttore sportivo della Reggiana è deciso: nonostante i 27 casi positivi al Covid-19 nel proprio gruppo squadra, gli emiliani faranno visita alla Salernitana sabato 31 ottobre, anche in emergenza. Doriano Tosi lo ha spiegato a “Il Resto del Carlino” mentre si trova in isolamento a casa sua: “Sono qui nella mia casa di Sorbolo, in isolamento, a sperare che non arrivi nessun sintomo. Ovviamente tutti i familiari sono preoccupati perché sono un soggetto a rischio, mia moglie mi prepara da mangiare e me lo lascia in una stanza poi deve andarsene: questa è la situazione. Basterebbe esserci dentro per capire che l’ultimo pensiero in questo momento è il calcio“.

Poi Tosi spiega nei dettagli la situazione: “Tra infortunati e positivi ci resterebbero 67 giocatori disponibili. Rozzio potremmo recuperarlo, così come Cambiaghi che andando a fare delle terapie a Cesena speriamo si sia salvato dal contagio, ma siamo ridotti ai minimi termini e non è detto che sia finita qui. Di sicuro quelli che sono risultati positivi dopo Ascoli a Salerno non li avremo, non ci sono i tempi tecnici. Ci restano ancora tre persone dello staff non contagiate, speriamo che i tamponi confermino la loro negatività così come quella degli altri ragazzi in modo da poterci almeno allenare con i superstiti a partire da lunedì o martedì””. 

Non è assolutamente da escludere un coinvolgimento dei ragazzi della Primavera: “Sì, in teoria e anche in pratica a questo punto. Abbiamo una lista ‘Under’ composta da dieci giocatori e dovremmo intervenire lì, tirando fuori chi non è disponibile e mettendo dentro alcuni ragazzi. Certo, piuttosto che perderla a tavolino proveremmo anche quella, ma capite bene che la situazione è assurda e va ben al di là del discorso legato al calcio“.

I calciatori comunque stanno tutti bene al momento: “Per fortuna non sembra ci siano delle criticità, ho sentito la voce di Alvini ricoverato, ma è una balla colossale… Certo sono tutti preoccupati e demoralizzati perché stare in isolamento in un appartamento o in una stanza d’albergo non è facile. Criscito mi raccontava che lui c’è rimasto 26 giorni… Roba da impazzire“.

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