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Atteggiamento, uomini e forma fisica: le tre keyword che hanno rilanciato la Salernitana. E il tanto vituperato 3-5-2…

Ma allora non è una questione di moduli? A quanto pare no. Avevamo avuto già modo di evidenziarlo nei giorni scorsi, quando dallo shaker di casa Colantuono poteva venir fuori anche qualcosa di diverso dal 3-5-2. Ma una delle leggi non scritte del calcio ha voluto dare una ennesima dimostrazione di ciò. Conta l’atteggiamento. Contano gli uomini. E conta, chiaramente, la lucidità. Mentale e fisica. Tutti ingredienti che lo chef Colantuono è riuscito ad abbinare alla perfezione, sfornando un piatto prelibato in grado di deliziare il palato dei quasi 10mila dell’Arechi, che hanno potuto assistere alla netta affermazione della Salernitana ai danni del Padova. 3-0 tondo tondo e prestazione convincente. Un toccasana in vista del difficilissimo friday night che attende i granata, contro il temibile Benevento il quale, oggi, fa però certamente meno paura.

Non è una questione di moduli, dicevamo. E Colantuono c’ha visto giusto, apportando piccole (grandi) modifiche e beneficiando della sosta per le nazionali. Benedetta, sosta, vien da dire adesso. Perché il cambio di passo mostrato ieri dalla Salernitana ha tre parole chiave: atteggiamento, uomini e forma fisica.

Baricentro più alto, spinta continua sugli esterni ed una manovra armoniosa che dà la possibilità a tutti i calciatori di poter esprimere al meglio le proprie qualità. Via i timori reverenziali, questa squadra – per caratteristiche – può (deve?) provare a fare la partita. Almeno contro buona parte delle avversarie che incontrerà da qui alla fine.

Fondamentale il cambio di uomini: Gigliotti non ha la fisicità di Migliorini ma ha dalla sua la possibilità di giocare sul piede cosiddetto “forte” e, soprattutto, di saperlo anche usare abbastanza bene. N’è venuta fuori una linea difensiva più alta ed una capacità di riuscire ad impostare dal basso del tutto nuova a queste latitudini. Djavan Anderson ha convinto e confermato quanto fatto vedere lo scorso anno a Bari: calciatore capace di spingere con continuità ma bravo anche a ripiegare e ad assistere la difesa. Mentre la scelta di dare fiducia a Di Tacchio e lasciare Di Gennaro inizialmente in panchina ha pagato.

Forse, però, tutto ciò non sarebbe stato possibile senza una fisiologica fase di rodaggio. Rifinita nelle ultime due settimane, con Colantuono bravo a sfruttare la pausa per far affluire altra benzina nei muscoli dei suoi calciatori, apparsi decisamente più lucidi e pimpanti rispetto alle prime due uscite. Ora con fiducia verso il prossimo obiettivo, che risponde al nome del Benevento, tra le favoritissime alla vittoria finale. Uno stimolo in più per continuare a far bene. Con la consapevolezza che, ancor prima dei moduli, contano atteggiamento, uomini e forma fisica.

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