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VIDEO. Melosi: “Gara col Monza indimenticabile. Potevamo andare in A, ma abbiamo pagato rincorsa”

Tra poche ore sarà uno dei protagonisti della partita delle vecchie glorie alla spiaggia di Santa Teresa. Giuliano Melosi ha fatto visita alla mostra “Salernitana 100” sita al parco dell’Irno, organizzata dall’associazione 19 giugno 1919 e ha voluto ricordare sin da subito una partita che lo ha eletto come idolo dei tifosi granata: “La sfida con il Monza in casa la ricorderò per sempre. Venivamo da un periodo non facile, dal pareggio con il Napoli e dalla sconfitta contro l’Alzano Virescit; Pareggiammo 1-1, ma quella gara divenne la mia apoteosi come giocatore granata: il pubblico si identificò in me, come simbolo di un gruppo fatto da tanti giovani di belle speranze. Io ero sicuramente il più anziano con i miei 32 anni. Ricordo che recuperai in pochi istanti per due volte palla con due grandi scivolate, ribaltando l’azione del Monza. La tifoseria, a fine gara, fischiò la squadra, ma s’interruppe quando io passai riempiendomi di applausi. Ricordarlo mi mette ancora i brividi. Anno particolare? Sì, purtroppo siamo partiti tardi, ci fu un mese di assestamento e facemmo una gran rincorsa. A marzo giocammo contro il Brescia terzo in classifica e vincemmo per 2-0 avvicinandoci alla zona delle pretendenti per il salto di categoria. Il problema è che quando fai queste rincorse inevitabilmente lo paghi. Avevamo bisogno di recuperare fiato ed energia con alcuni elementi, in primis io, che erano in calo fisico. Perdemmo in casa contro il Savoia già retrocesso. Quei tre punti persi segnarono la fine di tutto. Peccato perché quella squadra lì, dopo l’Atalanta, poteva dire ampiamente la sua”.

Melosi, infaticabile centrocampista ed ora allenatore, è rimasto affascinato dalla mostra, in special modo dal Cavalluccio, simbolo della Salernitana: “L’oggetto che mi è piaciuto di più è stato il primo Cavalluccio disegnato da D’Alma. Mi ha rapito”.

Inevitabile una battuta sull’attualità in casa granata: “La seguo, fortunatamente ha vinto lo spareggio sennò il Centenario diventava una tragedia. Bisogna sempre entrare nelle vicende. A fine andata la Salernitana era stabilmente nelle zone alte, il girone di ritorno è andato tutto male. I nomi c’erano, non ti so dire il perché, non vivendo qui non so tutte le situazioni. Sicuramente non c’è grande feeling tra tifoseria e società. Per andare bene una squadra ed una società deve avere bisogno di tutte le componenti, in special modo dai tifosi che sono il dodicesimo uomo in campo”.

Di seguito il video dell’intervista:

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