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VIDEO. Centenario, tuffo nel passato (anche) della curva: Ciccio Rocco torna lanciacori per un giorno

Un tuffo nel passato, un colpo al cuore. L’epopea dei magici anni novanta rivive lì dove tutto (o quasi) è nato. Piazza Casalbore, Stadio Vestuti. Non uno stadio, ma un tempio da venerare e custodire gelosamente. Facendone respirare l’essenza alle nuove generazioni. Ce n’erano almeno tre in piazza e per le vie del centro cittadino. Migliaia di tifosi e appassionati. Difficile quantificare il fiume umano di persone che ieri ha invaso Salerno. Dalla provincia e da tutto il mondo. Salernitani emigranti per lavoro, ma anche le tifoserie gemellate: da Bari a Reggio, passando per Andria, Barletta, Monopoli, Ascoli, Venezia e soprattutto Gelsenkirchen. Il vecchio e il nuovo che si fondano, il passato, il presente ed il futuro. Perché la Salernitana è della gente. E finché ci sarà un solo cuore che batterà per quella maglia, per quei colori e per quei simboli, la magia non s’esaurirà mai. E ieri ce n’erano migliaia, presenti e distanti ma col cuore lì, a festeggiare i cento anni di vita della Salernitana.

Cent’anni di gloria, seppur con poche gioie e tante delusioni sportive. Ma anche di simboli e personaggi. Alcuni usciti volontariamente di scena dopo aver segnato pagine e pagine di storia. E che ieri, per una sera, si sono ripresi il ponte del comando. Perché il 19 giugno è la giornata in cui passato, presente e futuro si mescolano in un micidiale mix di emozioni e ricordi. Per chi ha vissuto, da adulto, adolescente o ancora bambino, gli anni del Vestuti prima e dell’Arechi poi rivedere Ciccio Rocco con un megafono in mano a lanciare il grido di mille e più battaglie è stato un colpo all’anima. “State tutti attenti che… Che ne sai come mi sento? Semplice… Sembra impossibile… ma non resisto lontano da te”. Auguri, Salernitana: cento, mille di questi giorni!

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