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Un misterioso fondo getta ombre su cessione: “Faremo esposto su nostra offerta rifiutata”

Dopo l’accettazione della proposta vincolante d’acquisto della Salernitana formulata dalla società Idi Srl, facente capo a Danilo Iervolino, ecco le reazioni da parte degli “sconfitti”. Non era americano ma operante tra Svizzera e Slovenia il fondo interessato – last minute – all’acquisizione della Salernitana. Che oggi, attraverso l’Ansa, fa sapere di voler presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Salerno sulla cessione della società. Nelle prossime ore potrebbe arrivare la replica da parte dei trustee, responsabili delle procedure di vendita, chiamati in causa dalle accuse di tale fondo che, a una prima ricerca, non sembra avere riferimenti precisi.

L’accusa

“Il legale della società PVAM s.a., fiduciario del Fondo Global Pacific Capital Management doo, patrimonio in gestione pari a 350 milioni di euro, sta per depositare un esposto alla Procura di Salerno – si legge nel lancio dell’agenzia – Il fondo che si è visto rifiutare due offerte per l’acquisizione del club – di 38 milioni in titoli obbligazionari bancari e di 26 milioni cash – superiori a quella di Danilo Iervolino”. Il legale in questione è il torinese Francesco Paulicelli, coadiuvato dal commercialista Stefano Scarsella, che starebbe anche valutando il deposito di un ricorso cautelare.

La ricostruzione del legale piemontese

Nella ricostruzione del legale, “la proposta da 38 milioni di euro in titoli obbligazionari, è stata inviata via pec alle 16.20 del 29 dicembre al Trust Salernitana 2021, che l’ha rifiutata chiedendo il pagamento a mezzo di bonifico o debitamente garantito in sede di atto. Il fondo svizzero ha quindi formulato la seconda offerta, 26 milioni di euro cash, ma l’iban inviato dal Trust per il versamento della caparra del 5%, ovvero 1,3 milioni di euro, risultava errato. Alle 12.20 di ieri, 31 dicembre, l’avvocato Paulicelli ha quindi inviato via pec diffida in cui chiedeva l’iban corretto. La risposta alle 13.15 con iban modificato ma swift – il codice di sicurezza per identificare un istituto bancario – ancora errato. Risolti i problemi, alle ore 16 i professionisti del fondo svizzero inviavano via pec tutta la documentazione chiesta dal Trust, compresa quella del bonifico effettuato. Ma anche in questo caso la proposta è stata respinta, con una pec delle 23.59, ovvero un minuto prima della scadenza per poter presentare le offerte. Le motivazioni del diniego, chieste dall’avvocato Paulicelli con pec inviata all’1,44, non sono state ancora comunicate dal Trust, come nessun riscontro è arrivata alla richiesta di accesso agli atti formulata dal legale all’1.59”.

I precedenti approcci con fondi poi risultati “sospetti”

Come detto, già nel pomeriggio o in serata Susanna Isgrò e Paolo Bertoli, rappresentanti di Melior Trust e Widar Trust potrebbero fornire chiarimenti in risposta alle accuse di Paulicelli. Già nelle scorse settimane i due trustee avevano svelato di aver presentato (quindi a cose già fatte) un esposto alle autorità competenti riguardo alcuni tentativi di acquisto della società che presentavano palesi irregolarità nelle garanzie bancarie. Il riferimento è al tentativo del fondo lussemburghese Toro Capital, con Di Silvio come frontman e Console come advisor. Ora la situazione si ripete e c’è sempre un fondo di investimenti al centro. L’esposto non c’è ancora, ma solo un annuncio di volerlo presentare. La vicenda ha chiaramente attirato molte attenzioni e i trustee sono stati costretti ad accendere i riflettori sui tentativi più disparati d’acquisto. Per stessa ammissione di Paulicelli, la prima offerta era stata formulata con pagamento in titoli obbligazionari, mentre una seconda – a detta sua – era cash. Sarà stato realmente così? Cosa si nasconde dietro quest’uscita del legale? Isgrò e Bertoli sono chiamati a fare immediatamente chiarezza.

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