Gian Piero Ventura è il nuovo allenatore della Salernitana. Uno sprint delle ultime ore con il quale ha superato Pasquale Marino che sembrava in netto e irrecuperabile vantaggio. Scelta importante quella dello stato maggiore granata, per ridare lustro alla piazza, portando un allenatore d’elite per la categoria, dominata per tre volte in carriera. Ma anche un tecnico discusso, dopo l’inaspettata estromissione dai mondiali della Nazionale italiana da lui guidata nel 2016. Ventura ha firmato un contratto per una stagione con opzione di rinnovo per un’ulteriore annata. La Salernitana ha comunicato il suo ingaggio con una nota sul sito ufficiale: “L’U.S. Salernitana 1919 comunica di aver raggiunto l’accordo con il Sig. Giampiero Ventura e di avergli affidato la guida della prima squadra. Il tecnico ha firmato con il club granata un contratto per l’attuale stagione sportiva con opzione. Nel ringraziarlo per l’encomiabile lavoro svolto e la professionalità profusa la Società augura al Sig. Leonardo Menichini le migliori fortune”.
Un passato da calciatore, professione centrocampista, con tanta Serie D, dopo essersi formato nella Sampdoria, prima di diventare allenatore. La prima esperienza è proprio con le giovanili blucerchiate, nel 1976, per poi diventare anche vice allenatore nel 1979. Nel 1980 c’è il distacco dalla sua liguria per farsi le ossa tra Serie D, Serie C1 e Serie C2, con le prime soddisfazioni e delusioni. Nella stagione 1982/83 porta l’Entella in C2, categoria che centra anche nel 1990/91 con la Pistoiese, addio alla C1 invece con la Centese nell’annata 1988/89. Nel 1994/95 è tempo di svestire i panni del professore di educazione fisica, professione intrapresa insieme a quella di allenatore, per dedicarsi totalmente al Venezia che gli affida la guida in Serie B. Esperienza che dura poco e che segna la decisione di ripartire l’anno dopo, scendendo di categoria, da Lecce. In Salento arriva l’exploit: doppio salto dalla C alla A. Nel ’98 guida il Cagliari alla promozione in massima serie, che assapora per la prima volta sulla panchina sarda. Nella stagione ’99/’00 Ventura sceglie il ritorno nella sua Genoa, al timone della Samp in B, non riuscendo però a centrare la promozione. L’Udinese gli regala di nuovo la massima serie e con i bianconeri centra la salvezza da subentrato nel 2001/02. Nel 2003/04 centra ancora la Serie A, di nuovo sulla panchina del Cagliari. Il nuovo Napoli di De Laurentiis lo convince a scendere in C1 l’anno successivo, sulla panchina azzurra però non riesce a centrare la cadetteria. Nel 2005/06 non gli bastano le ultime sei giornate per salvare il Messina dalla retrocessione in Serie B. Serie B che non riuscirà a mantenere l’anno dopo con il Verona, dopo una miracolosa rimonta, anche qui da subentrato, che aveva portato gli scaligeri a giocarsi i playout con lo Spezia.
Qui comincia realmente la favola del Ventura bravo ad unire bel gioco e risultati. Nel 2007/08 sfiora la Serie A col Pisa, perdendo la semifinale playoff. In nerazzurro, sotto la sua guida, esplode Alessio Cerci. Dopo l’esonero del secondo anno in Toscana, ritrova la Serie A con il Bari. La stagione 2009/10 dei galletti è esaltante e si conclude con un decimo posto. Il tecnico genovese è bravo a lanciare Bonucci e Ranocchia, non passa inosservato l’exploit di Barreto che segna 14 gol. Il secondo anno in Puglia è decisamente meno positivo (esonero) e Ventura può ripartire, nel 2011, dal Torino. Nella sua esperienza più lunga in carriera (5 stagioni) ottiene una promozione in A, una salvezza tranquilla, un settimo e un ottavo posto, una qualificazione in Europa League, centrando le 100 panchine con il club e in A con i granata, il record personale di punti, esordendo nelle competizioni continentali, con l’uscita agli ottavi e riportando il Toro a vincere una stracittadina dopo vent’anni. Un biglietto da visita per la nazionale. La FIGC lo sceglie come successore di Antonio Conte dopo Euro 2016, per guidare gli azzurri verso il Mondiale di due anni dopo. Nel girone vinto dalla Spagna, l’Italia si piazza al secondo posto che significa spareggio con la Svezia. Il gol di Johansson e lo 0-0 del ritorno a San Siro condannano la Nazionale all’esclusione dal Campionato del Mondo in Russia, cosa che non accadeva da quasi sessant’anni. Il fallimento tecnico, con anche una palese delegittimazione da parte dei suoi giocatori (il rifiuto di De Rossi ad entrare contro gli scandinavi), e le mancate dimissioni lo mettono nel mirino della critica prima dell’inevitabile esonero del novembre 2017. Un anno dopo l’ultimo tentativo di rilancio si chiama Chievo. L’esperienza dura poco e si conclude malamente: dimissioni dopo quattro partite dove arriva un solo punto.
La scelta di tornare in B, a distanza di dieci anni (Pisa 2007-2009), nasconde la voglia di rilanciarsi che passerà ovviamente dal campionato di vertice della Salernitana, reduce anch’essa da una stagione decisamente al di sotto delle aspettative. Ventura-Salernitana, un matrimonio con le stesse ambizioni.
Crescenzo Maresca
30/06/2019 at 16:34
Caspita avete trovato ” la macchia ” ….20 goal doveva fare la nazionale in quelle due partite con la Svezia….Il Chievo era già retrocesso doveva retrocedere e stiamo vedendo il perchè…
Nato nei 70
30/06/2019 at 20:41
Quante volte abbiamo ascoltato queste parole : “ho fatto il meglio che potevo, errori miei? Praticamente nessuno. Voialtri capite poco, anzi nulla!!” State pensando al nostro super super presidente? Oppure al direttore sportivo? Esatto per entrambi. Ci mancava l’allenatore…
VENTURA : il massimo della presunzione, che forse non sapeva neanche Salerno dove si trovasse. Una vergogna nazionale per come ha messo la squadra con la Svezia, solo per dimostrare che lui capiva di calcio. Infatti siamo usciti, altro che venti gol. Poi magari porta la squadra in A. Intanto si adatta bene a questa societa’: un grande chiacchierone…..