Una storia leggendaria che rischia di essere calpestata, dimenticata, ignorata. Lo stadio Donato Vestuti ha bisogno di soccorso altrimenti corre il serio pericolo di dover provare esclusivamente malinconia e abbandonare definitivamente la speranza. Esattamente 30 anni fa l’impianto di Piazza Casalbore ospitava la sua ultima partita, la Salernitana fece 0-0 con il Taranto e salutò Serie C e anche lo stadio che era stato amico fedele per circa 60 anni. Dall’anno successivo i granata si trasferirono nel nuovo Arechi. Da allora il Vestuti a poco a poco ha conosciuto le difficoltà della modernità, 30 anni dopo i ricordi sono vividi ma al futuro non si guarda con tanto ottimismo.
Ma c’è comunque una goccia che potrebbe trasformare il bicchiere da mezzo vuoto a mezzo pieno. La senatrice Rosa Maria De Giorgi del PD ha presentato una proposta di legge che riguarda il restyling degli stadi di interesse storico. “Gli stadi comunali, anche se tutelati come beni di interesse storico o riconosciuti come monumenti nazionali, potranno essere ristrutturati con la sola delibera delle amministrazioni comunali competenti. Il nuovo progetto autorizzato dalle Soprintendenze dovrà mantenere parti esterne del precedente stadio in grado di assicurare la memoria e la tradizione architettonica. Con la ristrutturazione scompare il consumo di nuovo suolo e si evita il decadimento di certi impianti”, si legge nella proposta che però al momento è rimasta solo tale. E il Comune di Salerno aspetta e spera in un aiuto soprattutto economico, “perché da soli non ce la facciamo”, ha ammesso l’assessore allo sport Angelo Caramanno. Oggi l’attuale amministrazione cittadina si è fatta carico del rifacimento dell’impianto di illuminazione e della pista di atletica. Ma di più, non si può.
Trent’anni dall’ultima partita, ottantanove dalla prima. La gloria e la storia, non solo calcio: nel 1962 al Vestuti fu girato il film di Nanny Loy Le quattro giornate di Napoli. Veniva rappresentato lo stadio del Vomero di Napoli dove avvenne il rastrellamento dei napoletani dalle forze tedesche di occupazione. Un anno dopo, la pagina più nera: durante Salernitana-Potenza ci fu un’invasione di campo, un colpo sparato da un poliziotto uccise Giuseppe Plaitano: fu il primo morto in uno stadio di Italia. L’episodio più curioso, alla fine degli anni ’60: al Vestuti arrivò l’erba naturale che fu presa e dai giardini del lungomare per essere poi impiantata sul campo.
Da quel 3 giugno 1990 il Vestuti comunque ha continuato a vivere. Gli altri sport, i concerti (su tutti Jovanotti e Pino Daniele), le estati di cinema all’aperto con il film proiettato sulla tribuna centrale. Ma anche un po’ di Salernitana. I granata nei primi anni ’90 continuarono ad allenarsi a Piazza Casalbore, l’ultima volta che la squadra scese sul campo del centro fu nella stagione 2004/2005: la Salernitana sul campo (dell’Arechi) andava male, per punizione Aliberti mandò tutti ad allenarsi al Vestuti. Quel prato è poi stato calpestato da squadre dilettantistiche (Audax, Centro Storico, Don Bosco) ma anche dal Salerno Calcio che ci fece giocare la Berretti. Nel 2012/2013, infine, la Berretti ma della Salernitana giocò contro il Taranto: vinsero i granata grazie a un gol su rigore di Donato Bovi.
Il Vestuti per Salerno è un gioiello e merita di più. Trent’anni anche di ipotesi di lavoro, progetti, ricorsi al tar e manifestazioni. Il primo tassello di un puzzle immenso e senza ancora risoluzione è datato 2008. A palazzo di Città il 27 ottobre venne presentato un progetto di riqualificazione dello stadio. Aveva una durata di tre anni e il costo previsto era di 34milioni e 765mila euro. Il progetto iniziale prevedeva come obiettivo “un completo rinnovo dello scenario urbano mediante un uso razionale di strutture pubbliche per lo sport e il tempo libero con concentrazione di più funzioni, in considerazione che il luogo si trova al centro di un’area densamente popolata con forte carenza di servizi generali”, si legge nelle note originali. L’idea era quella di rimodernare l’intera zona, costruendo un edificio con un campo di scherma e soprattutto uffici comunali. E ancora, restauro della Tribuna, riorganizzazione della pista di atletica e del campo di calcio che sarebbe diventato a 8, la creazione di box auto e parcheggi. Progetto che però non ha mai avuto compimento, perché in sede di giunta nel 2012 il Comune revocò alla Fintur srl la possibilità di effettuare i lavori. La società ha poi ricorso al tar (vincendo) e ha chiesto al Comune un risarcimento dai 9 ai 19 milioni di euro.
Balzo nel 2013. L’allora sindaco di Salerno e vice ministro per infrastrutture e trasporti Vincenzo De luca illustrò in una conferenza stampa nel mese di settembre un nuovo project financing per la “ristrutturazione urbanistica ed il recupero funzionale dello stadio Donato Vestuti di Salerno”. Un progetto immenso in cui rientrava anche l’area mercatale e la riorganizzazione dell’intera Piazza Casalbore con la realizzazione di un parcheggio interrato di circa 360 posti. De Luca avrebbe voluto costruire anche una struttura sanitaria e di fisioterapia e soprattutto un museo dedicato alla Salernitana. L’intervento fu proposto dalla ditta Samoa Restauri e prevedeva la rimozione delle cinte murarie di distinti e curva nord e anche lavori sulla curva sud. I salernitani dissero no, l’assessore Caramanno fu portavoce: “Io ero consigliere comunale – racconta – e presentai un emendamento in consiglio. Ero capogruppo di maggioranza con il sindaco, volevo che la Curva Sud fosse protetta. Ci fu una sorta di sommossa in cui mi sono sentito parte integrante”. Il costo totale dell’operazione si aggirava però intorno ai 25 milioni di euro. Troppi. La causa principale dell’abbandono dell’idea, tutti i progetti di finanza non sono mai andati a buon fine. E nessun lavoro è stato più ideato.
Trent’anni dopo Salernitana-Taranto il Vestuti grida aiuto. Al di là del campo, l’intero impianto è ormai fatiscente. Le palestre non sono adeguate, oggi c’è la Serie C di rugby a far battere ancora il cuore dello stadio. Lì a Piazza Casalbore si è fatta la storia e Salerno non vuole dimenticare. Dal Senato un piccolo spiraglio, alla città serve aiuto dallo stato per rimettere in piedi il Vestuti. La speranza è di vedere di nuovo lo stadio attivo, vivo, ospitare manifestazioni sportive e feste di tifosi granata. Trent’anni dopo l’ultima gara il Vestuti non ha smesso di sognare. Ma adesso non va abbandonato.
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