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Soldatino Kupisz: “Castori mi disse ‘Tommy, qui è guerra’. Ed è iniziata la scalata…”

Il prezioso soldatino, polivalente arma per Castori che in estate lo volle fortemente. Tomasz Kupisz – per gli amici Tommy – ha messo tutto se stesso nella trionfale stagione con la Salernitana. E dire che veniva da una retrocessione, quella di Trapani, con una prima parta di stagione poco esaltante in C al Bari. Se a inizio stagione qualcuno ci avesse detto che saremmo stati promossi, l’avremmo preso per un folle. Solo il mister era convinto dal primo giorno, ci ha detto seriamente dall’inizio che era venuto a Salerno per andare in Serie A. La sua presenza ha inciso tantissimo. Da quando lo conosco il rapporto è schietto, faccio solo quello che mi chiede. Tra un allenatore e i suoi giocatori dovrebbe essere così sempre. Bisogna metterci tantissima anima e non mollare mai, questo è il suo modo di vedere la vita”, esordisce il centrocampista polacco ai nostri microfoni, autore quest’anno di 31 partite ufficiali, 3 gol e 2 assist.

“È stata una gioia incredibile per noi e per tutta la città. La stiamo vivendo tranquillamente. Ci sono tante persone anche in strada che ci ringraziano, questo fa piacere. – aggiunge – Eppure la scorsa estate, quando sono arrivato, si era capito che non era affatto una situazione facile. ‘Tommy, qua è guerra’, è stata la prima cosa che mi ha detto il mister. Abbiamo costruito la promozione partita dopo partita, nell’ultimo mese avevamo capito che potevamo veramente andare in A. Passo dopo passo abbiamo messo i vari mattoncini. Porterò sempre con me, come canzone simbolo, ‘ Vattene amore‘: Jaroszynski la metteva sempre a tutto volume prima degli allenamenti al Mary Rosy”. Ha fatto il quinto, l’ala a quattro, la mezzala, un po’ di tutto. Forse strettamente sotto l’aspetto dei numeri forse non è stata la migliore annata, ma quella più importante della mia vita dal punto di vista della soddisfazione professionale, dopo tanti anni che sono qui in Italia a combattere per altri obiettivi. L’anno scorso sarebbe stata un’impresa non retrocedere a Trapani e ci eravamo quasi riusciti, non avrei mai creduto di poter arrivare a questo traguardo”, dice il motorino polacco. Che sogna di restare alla Salernitana: a 31 anni può essere davvero l’occasione della vita, l’ultima per giocare con continuità in Serie A. Una categoria che ha solo assaporato una volta con il Chievo, giocando contro l’Inter nel lontano 2014: “Mi farebbe tanto piacere poter giocare questo campionato in granata, non vedo l’ora. Presto per dire se questo gruppo potrà essere confermato in blocco. Posso assicurare che c’è unione e si è visto durante il campionato. Vedremo cosa accadrà, non posso dirlo io. Ci sono tanti giocatori che hanno già giocato in A ed hanno esperienza”. Sul prestito dal Bari c’era l’obbligo di riscatto. Sulla carta sarà confermato. Lui ci spera (“Anche perché so quanto sia importante provare a salvarsi in A per una piazza che nelle uniche due volte in cui è salita in massima serie è poi subito retrocessa”) e sottolinea di far parte di “un gruppo serio, perché anche se il mister decideva di lasciare in panchina qualcuno che faceva la differenza come ad esempio Cicerelli, lui si è sempre fatto trovare pronto. Tutti lo hanno fatto, nessuno si è mai lamentato. All’inizio del girone di ritorno Kupisz ha avuto anche un fastidioso contrattempo muscolare che lo ha tenuto fuori per quattro partite. “E sono stato veramente fortunato. – confessa – Non c’è mai stata una comunicazione ufficiale ma si parlava di un periodo più lungo, sono riuscito a tornare in campo dopo soli ventuno giorni, molto prima del previsto. Per questo devo ringraziare lo staff medico, lo faccio ora pubblicamente perché non ho mai avuto la possibilità di farlo. È stato importantissimo per me rientrare subito”.

Si è messo la bandiera polacca a mo’ di mantello per la passerella sul tappeto rosso all’Arechi in occasione della premiazione ufficiale da parte della Lega B: “L’ho fatto perché sono legato alla mia patria, sono orgoglioso di essere polacco. Mi sono sempre detto che se avessi vinto qualcosa all’estero avrei portato la bandiera con me”. Il calciatore granata vanta anche 4 presenze in Nazionale, l’ultima però nel lontano 2013: “Ormai è difficile tornarci, ma se arrivasse qualcosa di buono me lo prenderei con piacere ovviamente. Siamo tre polacchi qui a Salerno, è stata una fortuna ritrovarsi insieme con Dziczek e Jaroszynski per condividere questa gioia. Premio showman del gruppo? Lo vince Gondo a mani basse”. L’ivoriano gliel’ha pure fregata, la bandiera biancorossa, nei festeggiamenti per la Serie A di sei giorni fa. Kupisz ora ricaricherà le batterie: “Sabato parto per le vacanze, faccio un po’ di giri e poi tornerò in Polonia. Non vedo l’ora di ricominciare”. 

Hanno collaborato Oreste Tretola e Paolo Siotto

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