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Salernitana, che artigli! A Cremona i tre punti della svolta decisiva?

Una prova gagliarda. Da squadra vera. Sì, senza timore di smentita, da Salernitana. Con luci e ombre, pregi e difetti. Ma soprattutto cuore, lucidità e abnegazione. E quella capacità di soffrire, di alzare lo scudo per difendersi quando sotto attacco che probabilmente, per gran parte delle gare fin qui disputate, è risultata essere la prerogativa principale della squadra granata. La vittoria con la Cremonese può nuovamente rappresentare una svolta positiva per il campionato della Salernitana. Che blinda quantomeno la partecipazione alla post-season e strizza ancora l’occhio al secondo posto. Mangiandosi le mani e rammaricandosi per le tante chances gettate al vento che avrebbero potuto dare una connotazione diversa ad una classifica già di suo lusinghiera.

Castori non deroga dal 3-5-2 ma rispolvera Kupisz per Casasola, lasciato inizialmente a riposo al pari di Tutino. Con Djuric c’è Gondo. Belec torna tra i pali, fiducia ad Aya e Veseli ai lati di Gyomber. La truppa dell’avvocato Pecchia prova a spaventare i granata di Castori con un inizio a ritmi alti. Di Tacchio e compagni metabolizzano, ma non somatizzano. E anziché tirare ancor di più la coperta rispondono colpo su colpo. Ripartendo in velocità, aggredendo e mostrando orgoglio e muscoli. E quella furbizia e quel cinismo valsi fin qui tanti, molti punti in classifica. L’episodio del gol è una sintesi perfetta. Prima la sportellata di Djuric a Bianchetti, poi la scaltrezza di Jaroszynski nel cercare il cross rapido verso l’area di rigore a servire il testone del gigante bosniaco ed approfittare della blanda marcatura del centrale grigiorosso, ancora ammaccato dopo il precedente contatto ravvicinato.

Zero a uno e gara in discesa sul binario più congeniale alle caratteristiche della squadra di Castori, attesa e ripartenza. La Salernitana sfrutta e tanto la corsia mancina con uno Jaroszynski sempre più a suo agio nella veste di quinto di centrocampo cucitagli addosso da Castori da qualche settimana. Il polacco spinge tantissimo e costringe Baez ad arretrare a ridosso della propria metà campo. Il primo tempo mette in mostra una Salernitana sicura, a tratti autoritaria. Sugli scudi Veseli, in costante crescita, ed un sempre più sicuro Coulibaly. Il vantaggio all’intervallo è meritato, ma non rassicurante.

La Cremonese ci crede, Pecchia stravolge assetto e fisionomia dei suoi con i cambi. Il passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1 crea qualche apprensione alla Salernitana che inizia ad accusare anche un pizzico di stanchezza. Le occasioni sponda grigiorossa fioccano, subentrano nuovamente paura ed insicurezza. Il baricentro granata torna ad essere troppo arretrato, le punte isolate. Insomma un mix potenzialmente molto pericoloso. Castori corre ai ripari, forse con qualche minuto di ritardo, lanciando nella mischia Kristoffersen e Schiavone per l’esausto Djuric e Capezzi. Non ne ha più neppure Jaro, c’è Casasola a sinistra. Dopodiché sarà la volta di Bogdan e Anderson per Aya e Gondo. La Salernitana tira fuori gli artigli, alza le barricate e respinge i generosi ma confusionari assalti lombardi. Al triplice fischio finale di Illuzzi la meritata gioia liberatoria. Tre punti di platino, ancor più per la concomitante sconfitta del Venezia. Il campionato entra nel vivo, la Salernitana batte un colpo da tre punti. La decisiva primavera è ormai alle porte, le avversarie fanno anch’esse sul serio. Una lunga volata all’inseguimento di un sogno chiamato Serie A. E già poter sognare, visto il momento storico ed i recenti trascorsi granata, rappresenta un primo (parziale) obiettivo raggiunto.

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