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Roberto, l’ultras della solidarietà. Da Bergamo per donare: “Poche ore e Salerno mi ha sconvolto”

A volte basta un pomeriggio per far scattare quella scintilla. A volte addirittura poche ore. Tanto è bastato a Roberto per innamorarsi di Salerno, tanto è  bastato a Roberto per capire la città di Salerno. E rimanerne completamente affascinato.

La solidarietà, il calore, l’amicizia. E anche quanto può essere particolare sedersi a tavola e condividere la con una famiglia tipica della città. È nato tutto sul web e si è trasformato in uno dei giorni più particolari che Roberto Freti ci racconta con piacere e soprattutto tanta emozione. Giovedì scorso l’imprenditore (ma non chiamatelo così) bergamasco ha voluto rinforzare un legame con la città di Salerno nato solo pochi giorni prima: “Un amore che dura da un mesetto ma è già fortissimo”.

Tutto è nato dall’asta di beneficenza promossa dai ragazzi del centro storico che hanno battuto la leggendaria maglia di Ciccio Rocco e si è concluso con un viaggio in camion di un giorno intero per incontrare Peppe Liguori e regalare tantissimi beni di genere alimentare. La solidarietà su tutto. L’asta la vinse naturalmente Roberto che però non ha voluto poi ricevere la maglia lasciandola ai tifosi del centro storico: “Valeva troppo per la città, ho preferito lasciarla ai ragazzi. Non è naturalmente l’oggetto che mi interessava, ma quello che rappresenta: un pezzo di storia”.

Ed eccola la storia di Roberto, un ragazzo che da dieci anni è diventato titolare della sua attività. Produce plastica, per lo più grucce per armadi, la sua azienda più a Sud è nei paesi vesuviani. È tifoso di calcio e simpatizzante dell’Atalanta, ha sofferto nel vedere la sua  Bergamo in ginocchio e adesso la osserva mentre va avanti come se avesse già chiuso col recente passato: “Qui siamo alla Fase 5, si sono già dimenticati cosa è successo. È stato terribile”.

Dopo aver vinto la maglia, Roberto ha voluto metterci la sua firma. A modo suo. Con i suoi collaboratori ha preso un camion, lo ha caricato con tantissimi prodotti, ha percorso l’intero paese ed è arrivato a Salerno, giovedì alle 4. Fino alla ripartenza è stata una pazza giornata tipicamente salernitana: “Mi sono innamorato. Prima di tutto è stato bellissimo poter donare così tanto cibo, poi sono stato invitato a cena a casa di uno dei ragazzi. Un pasto indimenticabile. Al di là del cibo, una buonissima rana pescatrice, vedere quella famiglia così unita non solo al suo interno ma anche a quelle del vicinato, interessarsi alle vicende, anche discutere attraverso le finestre. E poi sempre tutti insieme, tutti uniti: da noi a Bergamo è la nonna la figura che mantiene compatta una famiglia, quando viene a mancare poi il nucleo si scioglie. Qui invece no, non è così. Un po’ lo invidio”.

Poche ore ma che hanno sortito effetti: “Mi sono veramente innamorato di Salerno. È bastato poco. L’ho detto in un’intervista che ho rilasciato a un quotidiano di Bergamo, sono venuto con un autotir carico di cibo e al ritorno l’ho riempito con un’esperienza indimenticabile. Mi sono davvero sentito a casa. Da giovedì ho ricevuto tantissimi attestati di stima, molti commenti sui social, nuovi amici di Salerno che mi contattavano. Ho risposto a tutti e adesso voglio tornare”.

Magari a vedere la Salernitana: “I brividi vedendo le immagini della curva. Speriamo che il calcio riparta presto, Salerno merita tanto”.

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