COSTIL 5,5. Inoperoso per mezzora e nemmeno tanto colpevole sul primo gol. Ha nettamente sulla coscienza il secondo con un passaggio suicida a Pirola. Si riscatta e salva il punto nel recupero di piede su Pinamonti.
PIEROZZI 6. Impatto ok sulla partita. Limita Laurienté ma accompagna anche Tchaouna nelle scorribande nella metà campo ospite. A tratti è troppo irruento e infatti il giallo gli arriva per questo (forse troppo affrettato) a metà prima frazione. (dal 40′ st SIMY sv. Va dentro per un assalto finale che non lo vede protagonista).
MANOLAS 5,5. Non fluido, imballato, però se la gioca di esperienza. (dal 32′ st BOATENG sv. Il Sassuolo è decisamente in ritirata nel suo quarto d’ora di pertinenza).
PIROLA 5. In ritardo su Pinamonti in occasione del vantaggio sassolese, corresponsabile sul raddoppio: vero è che il pallone non gli va dato in quel modo e in quella posizione, però lui tenta di rinviare col piede sbagliato e verso l’interno. Provare a proteggere palla portandola sul sinistro e mettendola altrove, anche in angolo, sarebbe stato meglio. Errori figli di una scarsa lucidità collettiva. Si appende su Bajrami e viene ammonito.
BRADARIC 5,5. Scolastico e a tratti autolesionista nel continuare a portarsi il pallone sul piede sbagliato, il destro. Nel secondo tempo fa un pizzico meglio.
COULIBALY 5. Troppi errori, non riesce a trovare la verve che gli consentiva di svettare e sradicare palloni nel recente passato. In questa stagione è stato raramente lui. In campo c’è una controfigura lontana parente.
MAGGIORE 6. Un po’ pasticcione palla al piede, fatica a tenere incollato il reparto nei primi 45′. Giallo per intervento di frustrazione nella ripresa, quando però sale di ritmo. Gli si può dire tutto, tranne che contestargli generosità: il gol del 2-2 è premio all’attacco della sfera nel momento giusto.
GOMIS 5. Prima da titolare da quando è a Salerno, schierato da mezzala con licenza di cercare l’inserimento. Pulito nei tocchi elementari, però quando potrebbe alzare il livello resta troppo timido, soprattutto dalla trequarti in avanti. All’intervallo resta negli spogliatoi, bocciato dall’allenatore. (Dall’1′ st ZANOLI 6. Non a suo agio a sinistra, chiude alto a destra dove fa decisamente meglio. Suo l’assist del pareggio).
TCHAOUNA 6. Ha voglia di fare nella prima mezzoretta ma esagera e forza troppo le giocate. Resta uno dei più pimpanti, peraltro premiato prima della partita come miglior giocatore granata di marzo. Almeno si procura il rigore a inizio ripresa. (dal 32′ st VIGNATO 5. La ciabattata nel recupero e il giallo rimediato poco dopo sono gli emblemi del suo ultimo anno e mezzo).
IKWUEMESI 4,5. Ingaggia duelli sparsi con Erlic e Ferrari, li perde quasi tutti. Inconcludente, esce tra i fischi. (dal 19′ st WEISSMAN 5. Inserito per dare più profondità, si schiaccia invece ai centrocampisti e non la prende mai).
CANDREVA 6. All’andata collezionò l’unica panchina in campionato. Cerca di tenersi largo accentrandosi raramente e provando qualche cambio repentino di gioco. Non proprio dentro la partita nella prima parte di gara. In avvio di secondo tempo trasforma con freddezza il penalty che riapre il match e cerca di dispensare qualità. Ma ce n’è veramente pochissima attorno a lui. Corre per oltre 95′.
ALL: COLANTUONO 6. Propone un vero e proprio 4-3-3 col tridente Tchaouna-Ikwuemesi-Candreva ma nella prima fetta di partita la sfida è tra sfiduciati e impauriti. Si toglie quasi subito la giacca e “vive” la partita dando l’esempio, davvero come fosse la “gara dell’anno”, come l’aveva definita nel post-Bologna. Poi, becca il contropiede evitabilissimo dello 0-1 ed è costretto ad assistere a una squadra che si sgretola. La testa non c’è più e la barca affonda, impossibile mettere toppe. Lo 0-2 è testimonianza evidente. Il tentativo all’intervallo è un ritorno al 4-4-1-1 accentrando Candreva dietro il centravanti con l’inserimento di Zanoli al posto di Gomis. Il rigore illude che possa esserci un sussulto d’orgoglio che in realtà non produce arrembaggi. L’inserimento di Vignato preso in fretta e furia dal riscaldamento e al quale gli viene messa la maglia a tabellone del quarto ufficiale già alzato è specchio dell’estemporaneità con cui il tecnico si trova a dover operare alla ricerca di intuizioni. Trova un pareggio nel finale che dà merito quantomeno all’operazione dignità che ha imbastito in un contesto difficilissimo.
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