Connect with us

News

Lotito vuole giocare: “Si rischia di far fallire il sistema. Ho spiegato il virus a esperti”

Il solito Lotito. Vulcanico, senza peli sulla lingua, forse esagerato ma mai banale. Il patron di Lazio e Salernitana ha concesso una lunga intervista al quotidiano La Repubblica, denunciando chi “non lavora per il sistema” e ribadendo ancora una volta la sua posizione: tornare in campo, per allenamenti e partite. Lotito vuole giocare, in A come in B. Anche perché chiudere tutto sarebbe un rischio troppo grande: “Si rischia di mandare a gambe all’aria il sistema – ha detto il presidente – Alcune società stanno preparando un documento condiviso per mettere a nudo i rischi effettivi che corrono”.

E poi, subito show: “Mi chiamano Lotito il virologo, lo scienziato, ma alla Lazio ho una struttura eccellente. Ho già tamponi e test sierologici. E ho fatto avere le mascherine anche a qualche presidente. A Formello ho il cardiologo, l’internista, l’otorino e l’urologo, perché cose come il varicocele una volta si scoprivano al militare. Sono in grado di fare la sanificazione anche subito, la mia azienda lavora negli ospedali”.

In ballo anche soluzioni alternative, come una sfida secca tra la sua Lazio e la Juve per decidere lo scudetto: “Ma se non si gioca più io sono già in Champions e risparmio quattro mensilità di stipendi. Avrei la convenienza a non giocare, ma io ragiono di sistema. Altri no. Oggi sono a un punto dalla Juventus, solo per Juve-Inter che.. vabbè, l’avete vista. Ma all’andata contro la Juve ho vinto 3-1 e anche in Supercoppa l’ho battuta 3-L. E dovevamo ancora giocare il ritorno. Per equità, una squadra come l’Inter, che ha 8 punti meno di noi, o l’Atalanta, che ne ha 14 in meno, mi dica lei se devono essere coinvolte. Accetterei una partita secca, ma non mi sono mai posto il problema. Ripartire comunque in parte ci penalizza. Noi avevamo fatto una scelta, ritenendo di non potercela giocare su tre fronti avevamo sacrificato l’Europa League, visto che per orari e spostamenti era la competizione più scomoda. Cosi avremmo giocato una volta a settimana mentre gli altri giocavano due volte. Se si ripartisse giocheremo tutti due volte settimana, perderemmo un vantaggio. Ma io ragiono nell’interesse di 20 club”.

A differenza di chi, invece, secondo Lotito non lo fa: “Provate a incrociare le dichiarazioni con la posizione in classifica. E anche se nessuno lo ha mai detto in assemblea, nella testa delle persone c’è l’idea di bloccare le retrocessioni anche a costo di ritrovarci la Serie A a 22 squadre. In Lega ho ascoltato le considerazioni di cosiddetti esperti, consulenti medici delle squadre. A chi di loro chi sconsigliava di riprendere gli allenamenti, ho chiesto che me li vietassero, ma su presupposti scientifici. Invece mi dicevano “che figura facciamo di fronte ai morti?”. Io gli ho spiegato la natura del virus – prima di fare altro, ho studiato medicina e pedagogia – e ho detto che mi sarei aspettato i test sierologici utili a vedere chi il virus lo ha già avuto, oltre al tampone che verifica solo lo stato del momento. A un medico dissi che andava bene per fare il professore di chitarra e mandolino”.

Lotito non sottovaluta la natura di problemi etici: “Ma ai ai miei dipendenti ho fatto un’assicurazione individuale. Come Federazione abbiamo rappresentato la possibilità di avere accordi con il Campus biomedico di Roma e altre strutture private o pubbliche, non leviamo tamponi nessuno, e poi sono in numero esiguo quelli che ci occorrono: 40 tamponi a squadra per 20 società. Vanno fatti tre volte, a stare larghi sono 2500 tamponi. Spadafora ha detto 18 maggio? Perché una data è meglio di un’altra? Ha uno studio di cui non siamo a conoscenza? il campionato ripartirebbe a porte chiuse, ci sarebbero 70, 80, forse 90 persone oltre alle squadre: basta fare i controlli anche a loro. lo ho 2000 dipendenti che vanno a lavorare per 1600 euro al mese nei reparti Covid. E non si è ammalato nessuno, perché ho preso per tutti mascherine Ffp3 Prima ancora che scoppiasse l’epidemia, oltre a guanti, occhiali e tute. Piuttosto, perché lo Stato ha mandato medici e infermieri negli ospedali senza adeguati presidi di sicurezza?”.

Resta il problema di giocare al Nord: “A Roma e al centro-sud non ci sono problemi, se altri stadi non sono idonei una soluzione si trova, in fondo l’estate si va in ritiro, no? A Formello ho 24 ettari, svariati campi, 12 spogliatoi diversi, 3 palestre, 3 lavanderie. E 11 macchine di sterilizzazione e lavaggio, quando le comprai mi misero una lavatrice davanti all’ufficio. Se tra poco si potrà andare in metro, in treno, in aereo, perché non allenarsi all’aperto”.

Infine, sui contratti tv: “Qualcuno del 20 club si è astenuto quando abbiamo messo ai voti l’ipotesi di andare a recuperare soldi. Mi chiedo perché. Se c’è un contratto, e il nostro blindato, le tv devono adempiere. Molti club hanno già ceduto il credito alle banche facendoselo anticipare: ora c’è una scadenza e abbiamo un cliente che dice di non voler pagare. O chiede sconti senza senso. Se le tv pensano di avere ragione, paghino e poi richiedano i soldi. Sennò sono inadempienti. Io non ho chiesto cassa integrazione e in attesa di conoscere l’entità del danno non ho preso decisioni: ma se non ci paga più nessuno, non posso mica far saltare la società”.

Dì la tua!

Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.

La tua opinione conta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.





Advertisement

Seguici su Facebook

Advertisement

Altre news in News