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Liverani amaro: “Giocherà solo chi ci crede ancora. Sorpreso dalla mancanza di grinta in campo”

Fabio Liverani commenta la prima sconfitta sulla panchina granata, un ko pesante per come è maturato. In sala stampa Liverani parla anche della poca grinta mostrata da alcuni calciatori: “Per noi l’Inter è stata ingiocabile. Oggi abbiamo trovato un avversario in uno stato psicofisico alto, per noi in questo momento non era una partita giocabile, fermo restando che abbiamo fatto tutto il possibile per rendergliela più semplice”.

Sull’arrendevolezza dei granata: “La squadra aveva poca fiducia e c’era da aspettarselo. Volevo capire se la squadra fosse attaccata al risultato, se avesse voglia di vincere i duelli. Invece li abbiamo persi tutti, siamo stati poco cattivi e senza fame, ci siamo concessi, seguendo gli eventi. Non dobbiamo andare dietro agli eventi, provando a cambiarli, anche se non ci riusciamo. Non avevo queste sensazioni, ero convinto di aver difficoltà grandi tecnico-tattiche ma non pensavo a livello di cattiveria, probabilmente il livello mentale dei ragazzi non è il migliore e questo non me lo aspettavo”.

Per Liverani i giudizi sono rimandati: “Una settimana intera di lavoro mi darà una percezione più diretta e vera, non ho la possibilità di aver instaurato un rapporto e conoscere i ragazzi, avendoli visti tre giorni. Bisogna trovare la quadra già da domenica che riprendiamo gli allenamenti, non possiamo essere la vittima sacrificale come stasera. Oggi per noi non conta tanto se giochi a 3 o a 4, bisogna vedere la fame e per me sarà importante capire chi ha ancora la speranza, quella luce negli occhi per lottare. Adesso la formazione la fa la settimana di allenamenti, nelle motivazioni”.

A tal proposito, Liverani spiega: “La formazione la faranno i ragazzi, dimostrando in allenamento che voglia hanno; non ho altre percezioni per capire. Le difficoltà sono tante, altrimenti non sarei stato io il terzo allenatore e la squadra non avrebbe avuto 13 punti. Ho avuto segnali da ragazzi che conoscevo meno, anche con limiti ma hanno dimostrato di essere vivi. Io ho bisogno di occhi, di sguardi e di fame, aggiungendoci poi qualcosa di tecnico e tattico”.

Sulla scelta della formazione iniziale: “Ho fatto il primo allenamento lunedì con qualche giocatore che doveva recuperare, abbiamo fatto tre allenamenti; ho pensato che toccare qualcosa in questo momento poteva peggiorare le cose; avevamo grandi difficoltà numeriche e di ruoli, non avendo il tempo di provare qualcosa di diverso abbiamo cercato di dare serenità ai giocatori su qualcosa che già conoscevano”.

Ma che giustificazioni trova: “Qualche campanello l’ho avuto, tieni conto che ho iniziato lunedì pomeriggio, ho avuto tre giorni per preparare la partita. Quando le cose vanno male, la testa ti fa nascondere, noi dobbiamo lavorare sulla fiducia e questo te lo può dare solo la settimana piena, che arriva da domenica. Come ho detto ai ragazzi, la formazione non la fa il curriculum, o il passato, ma solo chi vuole giocare e lottare, chi mi dimostra di meritarlo poi per il sabato della partita”.

Su Boateng: “Dopo la partita difficilmente parlo, ora li lascio sereni, parlerò domenica, come spesso faccio. Boateng dobbiamo ringraziarlo per la disponibilità, ma venendo da un lungo periodo di inattività per lui è più complesso trovare continuità. Manolas ha avuto qualche problemino nella notte, dopo che si era allenato bene e speriamo di recuperarlo al pari di Fazio, in un reparto falcidiato da numerosi problemi. Pierozzi e Pirola devono stare ancora un po’ fuori”. 

Sul poker neroazzurro: “Il divario è stato enorme, abbiamo giocato con tre difensori centrali che non si erano forse neanche allenati insieme. Candreva può essere un trascinatore, ma stasera non posso prendere un singolo. Non credo che abbiamo singoli che possono tirarci fuori dalla situazione. Tchaouna ha dato una scossa, ci ha provato. Pellegrino è giovane, Pasalidis ha giocato poco, Zanoli gioca da poco, come Sambia. Manolas e Fazio possono essere due giocatori per dare idee, personalità ed equilibrio alla fase difensiva”. 

Coulibaly è rientrato direttamente negli spogliatoi dopo il cambio: “Lassana è un professionista grande, domenica quando riprendiamo gli allenamenti ne parleremo, capiremo i motivi del suo gesto e poi decideremo se c’è da intervenire o no. Non è una cosa grave per me, voglio ascoltare il suo pensiero ma credo che dobbiamo concentrarci su quello che si fa sul campo”.

In attacco Dia troppo solo: “Tatticamente la squadra ha giocato con Tchaouna che è attaccante, Dia che è un altro attaccante e Candreva che doveva dare un’occhiata da interno di destra e in fase di possesso si doveva alzare per fare secondo trequartista. Credo che possano essere tutti e tre giocatori abbastanza offensivi”.

Le statistiche sono impietose: “A prescindere dai numeri ciò che deve far riflettere è che si può perdere con l’Inter ma non possiamo perdere tutti i duelli visto che siamo ultimi e dobbiamo lottare. La squadra ha dimostrato di andare dietro gli eventi e non di volerli cambiare. L’Inter avrebbe vinto la partita ugualmente ma non bisognava consegnargliela. Gliel’abbiamo consegnata e questo non può più succedere. Ecco perché dico che sabato la formazione non la faccio io, la fanno i giocatori: chi fa i buchi per terra e va a 200 all’ora gioca, chi non ha fame non può giocare. Non ho possibilità né tempo di coccolare e aiutare nessuno, posso aiutare e supportare, c’è bisogno di un segnale di chi vuole fare, anche se sulla carta è un po’ meno degli altri. E noi siamo meno di tutti perché abbiamo 13 punti. Poi parla il campo, noi dobbiamo far parlare solo quello”.

Sul Direttore: “Sabatini? C’è, ci supporta. Dovremo avere la sua stessa forza e la sua stessa voglia di fare qualcosa di straordinario, al momento i ragazzi sono in difficoltà mentale. Capisco che la situazione non sia idonea, ci siamo ficcati noi dentro e noi dobbiamo triarci fuori. Dobbiamo fare qualcosa di diverso, con più cattiveria, anche un’ammonizione, anche una botta. Oggi il brutto è stato questo”.

In chiusura: “Se mi sento tradito per il carattere mancato? Mi sembra una parola grossa, sono con loro da soli tre giorni. Nel bene o nel male nessuno può cambiare qualcosa, non mi sento tradito. La squadra ha difficoltà mentali. Devo capire chi è in grado di poter dare e chi è in fase di down e appiattimento alla situazione. Devo aiutarli più psicologicamente che tatticamente, se la testa non va il resto diventa un macigno”.

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