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De Cesare sicuro: “Testa e coraggio per vincere, giochi solo chi ha voglia. Stagione piena di errori”

Nato a Salerno, quattro esperienze con l’ippocampo sul petto da giocatore, conquistando la Serie A nel 1997/98, esordendo anche in massima serie, e la Lega Pro con il rinato Salerno Calcio nel 2011/12. Appese le scarpette al chiodo ha intrapreso la carriera da allenatore guidando Giovanissimi Regionali, Juniores, Berretti e Under 17 della Salernitana. Ciro De Cesare conosce benissimo l’ambiente granata, avendo vissuto la gestione Aliberti, Lombardi e l’attuale del duo Lotito-Mezzaroma. Il Toro di Mariconda è intervenuto nel consueto appuntamento del giovedì Amici Granata su TvOggi, commentando il cambio di tecnico sulla panchina della Salernitana: “Un allenatore quando subentra in una situazione del genere deve essere bravo a lavorare mentalmente sui calciatori, non su tattica o tecnica. Questa squadra non è sicura al momento, è assente mentalmente e ha bisogno di fiducia. E’ in un vortice dal quale non riesce ad uscire. L’allenatore deve capire come impostare la partita e dare la mentalità ai giocatori. Avrei allenato volentieri in caso di chiamata, mi piace attaccare giocando con la difesa alta. A Pescara si deve affrontarla a viso aperto, non difendersi. Deve giocare solo chi ha voglia. L’allenatore deve farlo capire, spero abbia parlato alla squadra. Ora contano gli attributi. Io giocherei col 4-3-3, con in difesa Casasola e Lopez sulle fasce, Mantovani e Migliorini centrali, Di Tacchio, Akpa akpro e Mazzarani a centrocampo, farei giocare sia Djavan che Andrè Anderdson, Jallow lo terrei per il secondo tempo, per sfruttare gli spazi. Davanti uno tra Calaiò e Djuric, Rosina lo metterei nel finale. In questa partita servono gli uomini. La situazione è rischiosa, ma la Salernitana a Pescara vincerà”.

Il classe ’71 poi dice la sua anche sulla situazione ambientale e la stagione negativa: “Ho saputo di comportamenti dei giocatori durante la contestazione, tipo quello di Casasola. Per me è inammissibile. Ai giocatori non interessa della maglia. E’ sbagliato mandare sempre la squadra in ritiro. La squadra deve stare in città e sentire la pressione. Prendersi sia gli applausi che i fischi. Bisogna stare in mezzo alla gente, dà stimolo. I tifosi devono potersi sfogare con la squadra, parlare con i calciatori. Per questo si creano spaccature nel tifo. La società ha fatto un grande mercato, questa squadra poteva arrivare tranquillamente tra le prime cinque. E’ stato gestito male tutto, sono stati commessi degli errori da allenatori, società e giocatori. Colantuono e Gregucci non sono stati all’altezza. Mi meraviglio di Angelo, era irriconoscibile. Doveva probabilmente dimettersi, dopo aver capito di non avere più il polso della situazione. Colantuono non ha mostrato le sue qualità a Salerno. La dirigenza doveva porre rimedio. Poi a questa squadra manca un leader. La presidenza sta spendendo, a volte lo ha fatto male certo. Dopo Pescara si tireranno le somme e ci sarà una rivoluzione, in molti andranno via. L’anno prossima serve una squadra da vertice, all’altezza della piazza”. 

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