O tutte di nuovo in campo dopo il 3 aprile o nessuna. Per ora è fissata la deadline della sospensione assoluta degli allenamenti per le compagini di Serie B che si sono allineate ieri a quelle di massima serie (clicca qui per leggere l’articolo) dopo la riunione della commissione medico-scientifica con i venti responsabili sanitari delle squadre associate. Lo stop, però, potrebbe essere prolungato. In ogni caso, a stretto giro le società dovranno trovare – seguendo l’invito del presidente di Lega B, Mauro Balata – una convergenza sulle decisioni da intraprendere dopo quella data, nel caso in cui dovesse verificarsi, come auspicabile, un alleggerimento delle disposizioni in merito alla situazione sanitaria.
“Attendiamo che la politica e la politica dello sport decidano congiuntamente cosa sia più opportuno fare nel movimento calcistico”. Il dottor Aldo Grauso, psicologo dello sport e membro della commissione medico-scientifica della Lega B presieduta dal dottor Franco Perona, illustra lo stato di cose rispondendo alle domande della nostra redazione. “Abbiamo incontrato i vari responsabili sanitari, nelle prossime ore procederemo a trovare una convergenza sull’eventuale chiusura anticipata di tutte le attività di allenamento, visto che il DPCM attualmente dà possibilità di fare attività motoria individualmente, cosa però difficile per una squadra di calcio. In attesa dei prossimi provvedimenti con effetti dal 3 aprile in poi, lavoriamo a un anticipo di quello che potrebbe essere eventuale proroga” dichiara Grauso, che ha una collaborazione anche con la Lega Nazionale Dilettanti come membro del coordinamento sanitario. “Non vogliamo che ogni società possa poi prendere decisioni autonome dopo il 3 aprile. Serve unione: o tutti aprono gli impianti sportivi o non lo fa nessuno, anche nel rispetto dei colleghi medici di zone del nord Italia che quasi sicuramente non potranno sentirsi liberi come in altre Regioni. Se si decidesse invece di dare il via libera agli allenamenti, ciò avverrebbe chiaramente seguendo precisi protocolli medici e adottando misure di prevenzione massima, come le sedute in coppia”, dice ancora lo psicologo.
Proprio in virtù della sua specializzazione, il dottor Grauso spiega come nella riunione di ieri tra i responsabili sanitari della Serie B (per la Salernitana era presente il dottor Andrea D’Alessandro, nda) sia stato messo in evidenza un fattore importante e spesso sottovalutato. “Svariati calciatori stanno accusando in maniera profonda la mancanza di allenamenti e di routine da atleti. C’è paura a livello anche di sistema nervoso centrale che agisce poi a livello periferico, quello decretato al movimento. – afferma – Se i calciatori non sono sereni, potrebbero in seguito verificarsi problematiche di infortuni da stress e problemi individuali ancor più gravi di ciascun professionista. Si sta pensando eventualmente di fornire un ausilio con protocolli di prevenzione, qualora si decidesse di riaprire più in là i campi, con delle linee guida per aiutare i giocatori a gestire la mancanza di attività collettiva e ludica: molti ragazzi sono giovani in Serie B e potrebbe accadere che gli allenamenti proposti via Skype, col tempo, producano noia. Essa è la seconda condizione, oltre alla paura che ci preoccupa, perchè i calciatori perderebbero tenacia nei loro livelli di concentrazione e coordinazione nell’attività motoria”. La lontananza da casa e la solitudine completa per chi, essendo molto giovane, non ha l’abitudine o la dimestichezza (ad esempio con le faccende di “casa”) potrebbero fare il resto. Nulla di eccezionale, anzi, fattori che potrebbero colpire negativamente caratteri più deboli anche in altri casi e professioni. Anche i calciatori, del resto, sono esseri umani e la Lega B si sta attivando come possibile per dare una mano a chi ne avrà bisogno sotto questo aspetto.
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