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L’attesa: c’è tempo fino alle 23:59 per le offerte d’acquisto del club. Sensazioni e prospettive

C’è tempo fino alle 23:59 di oggi per la presentazione di offerte irrevocabili per l’acquisto della Salernitana. Suonerà il gong della seconda deadline fissata dai trustee, dopo la proroga della prima scadenza inizialmente fissata al 30 settembre scorso, quando furono in tre a candidarsi ufficialmente, salvo poi venire rimandati da Susanna Isgrò e Paolo Bertoli, i rappresentanti di Melior Trust e Widar Trust, che hanno il mandato di vendere la Salernitana. Alcuni paletti non convincevano e non corrispondevano ai desiderata.

Con il chiarimento nella nota del 5 ottobre e le interlocuzioni che non sono mai cessate con le controparti, è lecito aspettarsi l’arrivo di qualche proposta entro oggi. L’eventuale arrivo last minute di offerte sarebbe di prassi per attendere ogni segnale utile anche al cambiamento di una virgola nella proposta scritta che il potenziale acquirente dovrà spedire alla pec del trust “Salernitana 2021”. Con i tre soggetti che si erano ufficialmente proposti nella precedente tornata, come detto, i legali che coadiuvano i trustee si sono rapportati anche nelle ultime settimane. Attraverso intermediari, infatti, la finanziaria italiana e i due gruppi stranieri non meglio precisati avrebbero continuato a interloquire, chiedere chiarimenti, inviare e ricevere documenti, oltre a proseguire nell’accesso alla famosa data room per lo studio dei circa ottanta faldoni contenenti vita e miracoli (si spera non la morte) della Salernitana. Bilancio al 30 giugno 2021 compreso. Anzi, progetto di bilancio. Quello definitivo sarà approvato entro una decina di giorni con in mano anche la relazione dei revisori e del collegio sindacale. L’accesso in data room è stato consentito a chi ha inviato una manifestazione d’interesse, poi seguita da dichiarazione di indipendenza e confidenzialità, con annesse verifiche da parte di Isgrò e Bertoli della solidità e della credibilità degli interlocutori. Proprio l’analisi dei documenti societari ha costituito la cosiddetta due diligence, la fase appunto di investigazione, in cui chi vuol comprare capisce davvero cosa compra.

Insomma, se arriveranno una, due o tre offerte (non di più, stando a quanto trapela), i tempi che seguiranno per l’assegnazione della Salernitana saranno esclusivamente tecnici. Più lunghi se si presenterà ufficialmente più di un soggetto, perché dopo la verifica della congruità dell’offerta poi i trustee dovranno avviare la famosa gara che prevede l’offerta più alta come base e il rilancio minimo dell’1% con tempistiche da definire; che non potranno essere certo bibliche tra un rilancio e l’altro (uno, due giorni?) proprio per accelerare quanto più possibile. Se l’offerta invece fosse una e venisse giudicata accettabile, sarebbe tutto snellito perché si andrebbe già al closing dopo le verifiche: il tempo di scrivere i contratti, di perfezionare il pagamento (che i trustee chiedono subito, senza rate, in dieci giorni). È bene ricordare che, tra le condizioni imposte, c’è l’irrevocabilità delle offerte che varrà fino al 15 dicembre. Dunque, Isgrò e Bertoli avranno un mese per valutare tutto con i loro collaboratori. Ovviamente una puntina molto larga, perché un po’ tutti eviterebbero di arrivare con l’acqua alla gola, visto che la Salernitana va venduta entro il 31 dicembre, pena l’esclusione dal campionato. E se non arrivassero offerte? Le sensazioni non sono queste ma non si può escludere assolutamente nulla. Nel malaugurato caso, i trustee sarebbero costretti a cercare, invogliandoli, ulteriori investitori anche su diversi mercati, oppure a rivedere in maniera più elastica le condizioni fissate, favorendo però in tal modo – a nostro giudizio – personaggi probabilmente interessati ad acquistare la Salernitana con i soldi… della Salernitana: se, ad esempio, venisse consentito al gruppo imprenditoriale X di acquisire il club pagando un tot oggi e un altro tot domani (peggio ancora se soltanto in caso di salvezza), la cifra restante sarebbe frutto anche degli introiti (diritti tv, paracadute in caso di retrocessione) del club. Significherebbe dare la società in mano a soggetti presumibilmente poco solidi dal punto di vista economico. Non sono mancate, nel recente passato ed anche prima dell’istituzione del trust, improbabili proposte basate proprio su questi ragionamenti o addirittura sulla cartolarizzazione dei crediti. Questo è soltanto un esempio del perché finora i paletti siano così rigidi. Ciononostante, l’interesse dei tre gruppi sarebbe proseguito. Magari non tutti e tre, ma è possibile ritenere che entro la mezzanotte qualcosa di interessante possa arrivare alla casella pec del trust in cui è inscatolata la Salernitana.

Sostanzialmente, i trustee hanno un po’ di margine di trattativa sul prezzo, rappresentato dalla eventuale gara che si farà se gli interessati all’acquisto del club saranno almeno due. È un margine minimo, indiretto, ma c’è. Prima ancora, nel giudicare la congruità delle proposte, dovranno valutarne economicamente la forza. Affidandosi alle perizie super partes eseguite a luglio? Non proprio. Il valore della società è cambiato rispetto ad allora, sia per le performances sportive, sia per l’acquisizione di nuovi giocatori con le relative modalità (al primo punto conquistato nel girone di ritorno il patrimonio tecnico sarà più pesante e, con esso, anche i costi da sostenere), sia per la chiusura di nuovi contratti di sponsorizzazione che assicurano un po’ di ossigeno, assieme al dato botteghini (biglietti e mini abbonamenti). Va da sé, allora, che i trustee potranno valutare anche proposte più distanti dai 45 milioni periziati in tempi non sospetti. O forse sì. Insomma, il titolo di oggi è… “l’attesa”: a partire da domani sarà auspicabile la pubblicazione di una nota ufficiale da parte di Melior Trust e Widar Trust per capire quali saranno i margini di manovra e le novità allo scadere della seconda deadline. La piazza di Salerno, gli appassionati, chi lavora per e con la Salernitana ma anche i vertici del calcio sono in fibrillazione.

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