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La ricetta di Menico: “Dispiaciuto per la retrocessione. In B senza fretta, ma con programmazione”

“Mi dispiace moltissimo per la Salernitana. È stata una brutta retrocessione per come è arrivata, senza lottare”. Il filo che lega Leonardo Menichini e la Salernitana non si è mai spezzato. “Cinque punti nel girone di ritorno sono davvero pochi. Almeno in quello d’andata c’erano stati un paio di sussulti – ha detto ai nostri microfoni il trainer di Ponsacco -. Una discesa così è dura da digerire. La gente salernitana ha però dimostrato il solito amore e attaccamento, continuando a supportare la squadra sia in casa che in trasferta”.

L’attuale allenatore della Turris, protagonista in granata con la promozione in B nel 2015, la susseguente salvezza nel 2016 e la salvezza del 2019, ha provato a cercare le motivazioni del declassamento: “La Serie A è competitiva e difficilissima, lo dimostra il fatto che, all’ultima giornata, non si sappia ancora chi sarà la terza retrocessa. Nessuno pensava che il Sassuolo potesse scendere e che l’Udinese fosse a rischio. La Salernitana aveva le qualità per lottare per la salvezza, probabilmente i troppi cambi di allenatore hanno dato confusione e insicurezza tattica. Personalmente, quando subentro in panchina, bado prima a dare solidità difensiva. Se non prendi gol, prima o poi riesci a segnare. La stagione della Salernitana ha preso una piega negativa ed è diventato difficile raddrizzarla; anche gli episodi non hanno aiutato”.

La ricetta per ripartire

Programmazione. È questo il segreto, secondo Menico, per ripartire bene in cadetteria: “La società saprà sicuramente cosa fare. Il campionato di Serie B è complicato, non è automatico risalire subito. Può succedere anche in due o tre anni, deve esserci un progetto. A Salerno ci sarà sicuramente l’assillo della vittoria, c’è il pensiero che la Salernitana dovrà condurre il campionato dall’inizio alla fine e vincerlo con 20 punti di vantaggio. L’ambiente però deve avere pazienza e calma. Al nuovo allenatore dovrà essere dato tempo, prendendogli calciatori funzionali, ma soprattutto affamati. Chi vorrà restare, dovrà avere entusiasmo, chi invece non lo ha, dovrà giustamente chiedere di andare via”.

L’ex allenatore di Monterosi e Reggiana ha detto la sua anche sui playoff di Serie C e di Serie B: “Conosco bene Benevento e Avellino, avendole sfidate in campionato. L’Avellino ha le qualità per andare in B, come anche il Vicenza è molto attrezzate. Siamo alle semifinali però, quindi tutte le squadre hanno chance. Venezia-Cremonese sarà una bellissima finale. I grigiorossi mi hanno fatto un’ottima impressione col Catanzaro”.

Il suo futuro

Menichini ha chiuso la stagione con un’altra impresa. Nel gennaio scorso è subentrato a Bruno Caneo sulla panchina della Turris, rilevando la squadra al quartultimo posto (in zona playout quindi) e chiudendo al quindicesimo posto, con la salvezza diretta. La permanenza in C ha fatto scattare il rinnovo biennale, ma il futuro per il trainer è un rebus, visto che la Turris sta facendo i conti con problemi societari e con un possibile passaggio di quote: “Sono arrivato in un momento di grossa difficoltà, con la squadra contestata e da ricompattare. La Turris giocava un ottimo calcio, ma prendeva tanti gol. Ho cercato di dare solidità. Abbiamo iniziato a fare risultati e abbiamo preso morale – ha concluso -. La salvezza senza playout è stata un’impresa. Non abbiamo mai mollato ed è merito dei ragazzi che mi hanno seguito fin dall’inizio e mi hanno creduto quando gli ho detto che ci saremmo salvati solo all’ultima giornata, come è poi successo, grazie alla vittoria col Brindisi. Sono felice di aver regalato una gioia ad una città che vive per il calcio. Il presidente sta cercando acquirenti o qualcuno che lo aiuti, la società deve stabilizzarsi. Più in là valuterò la mia posizione”.

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