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La B dietro l’angolo, Iervolino cosa farà? Futuro, dubbi su Sabatini

La Salernitana è prossima a salutare la massima serie e per la prima volta nella sua storia potrebbe farlo con largo anticipo rispetto al termine del campionato. Nelle precedenti retrocessioni dalla A alla B, il verdetto – dolorosissimo – era arrivato nelle battute finali. Al di là delle frasi di rito di Fabio Liverani sulla necessità di chiudere la stagione con dignità – particolare non da poco conto in un momento storico in cui tiene banco il tema della riduzione del numero di squadre in massima serie – c’è un solo, unico, piccolo lato positivo: il club può iniziare a programmare la prossima stagione con largo anticipo rispetto alle concorrenti.

Ormai il dado sembra tratto: -10 dalla salvezza (ma se l’Udinese facesse punti stasera sarebbe -11) con dieci partite ancora da giocare. Praticamente impossibile, considerando il -9 anche dalla penultima. Non appena arriverà la matematica certezza di essere in B l’anno prossimo, la Salernitana potrà iniziare a ricostruirsi organizzativamente e dal punto di vista dell’organico, provando a limitare il rischio minusvalenze ed azzerando i casi di insofferenza, evitando ad esempio di trattenere calciatori contro la propria volontà e facendo tesoro delle lezioni arrivate dai casi Dia e non solo.

L’organigramma, però, si costruisce dall’alto e uno dei primi nodi da sciogliere sarà quello del direttore Walter Sabatini. Le sue dichiarazioni postate a mezzo social dopo il ko di Cagliari hanno lasciato il segno: “Non ho inciso come pensavo circa l’andamento delle cose e il percorso che avevo immaginato; chiedo scusa al club e al presidente che mi ha sempre assecondato ma soprattutto chiedo scusa ai tifosi tutti”. Insomma, per la prima volta dopo numerosi messaggi improntati all’ottimismo, Sabatini usa termini che sanno di resa. Il famoso 7%, calato poi al 5% ed infine al 3.5 pare ora essersi azzerato, con un messaggio criptico rivolto al futuro: “Aspettare la fine del campionato, poi vedremo di agire per il meglio”. Un modo per auto confermarsi? Iervolino cosa ne penserà?

E proprio il futuro è al centro dei discorsi dei tifosi granata: mentre i gruppi organizzati chiedono chiarezza sui progetti della società, la delusione per una retrocessione non ancora aritmetica c’è ed inizia il processo di metabolizzazione. Presto sarà destinata a lasciare spazio al dibattito sulla Salernitana che verrà. Sabatini aveva dichiarato: “La Salernitana sarà la mia ultima squadra” senza specificare per quante stagioni. Il dirigente continuerebbe la relazione lavorativa anche in caso di Serie B, categoria con cui non si è mai cimentato in carriera. Le sue condizioni di salute ne hanno senza dubbio limitato l’operatività in questo scorcio di campionato. Per cui – in caso di permanenza a Salerno – potrebbe rendersi necessario affiancargli una figura di campo, di raccordo con la squadra, come Kolarov, profilo di cui si era già parlato a gennaio, in supporto al fedele Pietro Bergamini.

L’altra ipotesi, quella completamente opposta, che prevede un avvicendamento della direzione sportiva nella Salernitana 24/25, farebbe tornare in auge il nome di Pasquale Foggia tra i principali candidati e avrebbe come possibile conseguenza la fine della carriera di Sabatini, un epilogo non positivo per una figura che ha collezionato successi e riconoscimenti nella storia recente del calcio italiano. “Qualora non ci salvassimo lo considererei come un fallimento personale” aveva dichiarato durante la prima conferenza di ri-presentazione, quando aveva definito Iervolino come “più preoccupato rispetto a un anno e mezzo fa quando era euforico e disposto a ogni sacrificio”.

Di certo il patron non sarà contento. Il mercato di Sabatini, tardivo per sua stessa ammissione, non ha prodotto miglioramenti in campo, nè benefici enormi in cassa sotto i profili degli stipendi; qualcosa di meglio potrebbe arrivare a giugno se Salisburgo e Torino riscattassero Daniliuc e Lovato per complessivi 13 milioni, uniti ai 3 corrisposti dal Napoli per Mazzocchi (ma il diggì avrebbe voluto spuntare qualcosa in più, prima che Iervolino velocizzasse la cessione di Pako per assecondarne la volontà) e ai 2 che arriveranno dal Genoa per Bohinen.

Rispetto alla salvezza 7% con Davide Nicola in panchina, Sabatini quest’anno non ha avuto a disposizione lo stesso budget e le stesse condizioni: l’indice di liquidità di rispettare, unito al corposo parco-esuberi, hanno rappresentato ostacoli non da poco nella ricerca di nuovi acquisti, con una classifica che diventava settimana dopo settimana meno appetibile. Ma la Salernitana ha comunque preso elementi dagli stipendi non indifferenti: i 550mila euro di Boateng, i 700 per Manolas, 600mila euro per il prestito di Zanoli, solo per citarne alcuni.

Quello del budget che Iervolino vorrà mettere a disposizione per il club granata l’anno prossimo resta “il tema” più importante. Perché il patrimonio di calciatori di proprietà della Salernitana, subirà un’inevitabile svalutazione legata alla retrocessione e servirà grande abilità sul mercato per vendere senza svendere, condizione propedeutica per acquistare nuovi elementi funzionali al progetto. Certo, ci sarà il paracadute (25 milioni) ma non basterà perché finirà tutto nel ripianamento delle perdite. Per la gestione dell’anno prossimo, tenendo conto che i diritti tv si abbasseranno notevolmente (da circa 30 a circa 6 milioni) come i ricavi da botteghini, servirà mettere ancora mano al portafogli.

Con De Sanctis la Salernitana si era rivolta tanto al mercato internazionale isolandosi all’interno dei confini italiani. Serviranno tutti gli sbocchi possibili per portare a termine le numerose operazioni sul parco-calciatori, sia in uscita che in entrata. Un super lavoro che impone alla società di avere le idee chiare e limitare al minimo i tentennamenti sulle figure chiave in dirigenza ma anche in seno alla proprietà. Il presidente resterà e rilancerà per avere una rosa forte e lottare per l’immediato ritorno in A? Resterà ma ridimensionerà i costi e la Salernitana dovrà fare un anno di assestamento in B per non svenarsi? Cederà totalmente il pacchetto azionario del club? Accoglierà soci di minoranza per avere più liquidità da investire? Domande a cui solo lo stesso Iervolino può dare una risposta.

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