Connect with us

News

Inzaghi, due partite verità. Resta al suo posto anche il ds: se non c’è il cambio, si dia fiducia netta

Atalanta e Milan, partite ravvicinate. Se prepari l’una il 18 dicembre, prepari pure l’altra il 22. Poi, ci sarà la gara della vita o quasi, lo scontro diretto contro il Verona  a chiudere il 2023. La Salernitana arranca, le altre mostrano vitalità. Si veda il Cagliari che ha capovolto un risultato sfavorevole negli ultimi 5 dei 9 minuti di recupero concessi contro il Sassuolo.

Filippo Inzaghi resterà sulla panchina granata almeno per le prossime due gare. Rimane anche Morgan De Sanctis. La proprietà continua a puntare sul direttore sportivo sebbene abbia incontrato a Salerno altri suoi colleghi (Pasquale Foggia) nella scorsa settimana. Forse un piano B per un’eventuale e malaugurata ripartenza dalla serie cadetta. Tenere il ds costantemente in discussione (e il non fare nulla per evitarlo da parte del club) non aiuta all’interno e all’esterno: se c’è fiducia la si manifesti in maniera netta e si dia forza al dipendente, se invece non c’è si provveda a rimuoverlo subito ingaggiando un profilo diverso, a poche settimane dall’inizio del mercato. Andare avanti con rapporti appesi a un filo è nocivo per tutti. Se la Salernitana decide di andare avanti con De Sanctis evidentemente ci punta oppure non ha altra scelta. In ciascuno dei casi non sembra esserci all’orizzonte una rimozione del management, almeno per il momento. Se non si cambierà, qualsiasi sia il motivo, andrà detto ai quattro venti che chi opera è il migliore e ha la massima stima, altrimenti bisognerà esonerare e ringraziare per l’impegno profuso, augurando le migliori fortune.

Diverso il discorso per quel che concerne l’allenatore, figura con una vita sportiva mediamente più breve in un club di calcio rispetto a quella di un direttore sportivo. Contano i risultati“, ricorda Iervolino. Se la squadra va male, solitamente è il tecnico che paga. Inzaghi finora non è riuscito a trovare la chiave giusta, per sua stessa ammissione. Sette partite di campionato, altrettante formazioni e ben sei pacchetti difensivi alternati, oltre alla miserie dei 5 punti che – sebbene un granello superiori rispetto a quanto fatto da Sousa (3 punti in 8 gare) – non hanno dato certo il segno della scossa, anzi. Alzi la mano chi ha notato differenze tra l’approccio di Monza-Salernitana, ultima gara del portoghese in panchina, e quello di domenica contro il Bologna o prima ancora nella trasferta di Firenze. Nessuna, a voler essere buoni. Per certi aspetti le paure sembrano pure aumentate. Non può essere tutta colpa di Superpippo, subentrato in corso d’opera in una situazione difficile, non creata da lui e con una squadra non plasmata a propria immagine e somiglianza, però di certo non si può dire che l’impatto dell’ex bomber sia stato positivo. Qual è l’idea di gioco della Salernitana? Qual è la sua identità? Quali sono gli uomini simbolo, i leader insostituibili? Difficile trovare una risposta oggi. È proprio da qui che si deve ripartire. Conteranno pure i risultati e sarà difficile ottenerli, sulla carta, contro corazzate come quelle di Gasperini e Pioli. Ma se ci sarà spirito giusto, quantomeno l’ippocampo potrà giocarsela e salvare la panchina di Filippo Inzaghi. Viceversa, la proprietà – già non contentissima del cambio in panca – sarà costretta a valutare un terzo allenatore.

Richiamare Paulo Sousa? Non impossibile ma non è detto che l’uomo di Viseu accetti. Se rifiutasse, dovrebbe dire addio però al lauto contratto che lo lega ai granata ancora fino al 2025 (con possibilità di risoluzione per la società già a giugno, però). Viste le scintille verbali post-separazione, quelle dell’amore viziato, è possibile che Iervolino possa anche fare una mossa per propiziare questo no e destinare le somme dovute a Sousa ad un terzo allenatore? Non si esclude. Come non si esclude una pax, un perdono, un “volemose bene”. Anzi, uno “scurdammece ‘o passato”, soprattutto se l’ex centrocampista di Parma e Inter non dovesse avere possibili altre nuove avventure per le mani. Sulla scrivania del presidente restano le relazioni anche su altri allenatori fatte prima della scelta di Pippo Inzaghi che saranno debitamente prese in considerazione qualora la situazione dovesse richiederlo. Ma adesso è solo tempo di rimboccarsi le maniche.

Dì la tua!

Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.

La tua opinione conta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.





Advertisement

Seguici su Facebook

Advertisement

Altre news in News