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Il pagellone di Venezia-Salernitana: Ribéry immenso, Bonazzoli due volti

BELEC 6,5. Può poco sul gol di Aramu. Nel secondo tempo è concentrato nelle uscite alte. Il Venezia non lo impegna in maniera impossibile.

ZORTEA 6,5. Esordio dal primo minuto in stagione per lui sul campo dove trovò la prima da professionista in campionato. Era B, la maglia grigiorossa della Cremonese. Colantuono gli chiede di stare sempre largo in fase di possesso, inizia con falcata fluida, poi Okereke lo mette alle corde fino a fine tempo e spinge meno. Un pizzico più vivo in avvio di ripresa con una discesa solitaria interessante. Qualche buon traversone non sfruttato ma presenza che si intensifica nella metà campo avversaria, fino al cross decisivo che Simy trasforma in sponda preziosa per il gol di Schiavone.

GYOMBER 6,5. Un recupero in extremis, otto giorni dopo la risonanza magnetica che ha escluso lesioni dopo il forfait della Spezia. Diligente, al solito. Fa continuamente stretching soprattutto nel secondo tempo, a testimonianza delle non perfette condizioni fisiche. Stringe i denti, copre dappertutto fino a cinque minuti dalla fine. (dal 41′ st GAGLIOLO sv. Spiccioli finali per sostituire lo slovacco stremato).

STRANDBERG 7. Forte non punge nella prima mezzora, poi adotta le sue contromisure e il norvegese va in difficoltà soprattutto nei duelli aerei nell’ultimo quarto d’ora della prima frazione. Poi, torna a giganteggiare. Letture perfette, un vero condottiero del reparto arretrato.

RANIERI 6,5. Subito una chiusura provvidenziale. Attento in fase difensiva, si propone in avanti col contagocce per non rischiare sulle folate di Mazzocchi. Quando va nella metà campo veneta, però, si rivela un’arma utile.

OBI 6. In ritardo su Aramu in occasione del primo gol. Cerca però di dare il suo contributo fatto di sostanza e spirito di sacrificio (dal 30′ st KECHRIDA 5,5. Si piazza mezzala, ruolo inedito per lui qui in Italia. Fa poco ma può reinventarsi con profitto, ha lo strappo per pungere).

DI TACCHIO 6. Nello stadio in cui regalò la salvezza in B ai granata nel 2019 tiene particolarmente a ben figurare. Ci prova dalla distanza senza preoccupare troppo Romero. Okereke gli fa “velo” davanti in occasione del vantaggio lagunare. L’impegno non manca, tra un contrasto risolutivo e un disimpegno da rivedere ci rimette il naso. Nonostante tutto, è sempre tra gli ultimi a mollare.

KASTANOS 5. Impegna subito Romero in avvio. Mazzocchi lo disorienta al 10′ tanto da farlo ruzzolare: perde lucidità e non cambia gioco sull’azione successiva. Spesso opta per la strada sbagliata, per il tocco in più e perde palloni sanguinosi. (dal 20′ st SCHIAVONE 7. Si piazza mezzala in uno stadio che conosce. Faceva parte del Venezia sconfitto dalla Salernitana nel doppio epilogo playout del 2019. Segna il gol dell’ex che dà tre punti importantissimi ai granata. Ha il merito di esserci e di trovarsi al posto giusto nel momento decisivo. Un gol che sicuramente gli darà morale dopo un inizio sotto tono e con poco minutaggio).

RIBÈRY 8,5. Una prova importante soprattutto dal punto di vista della tenuta fisica. Sprinta, dispensa assist, insegue avversari dopo errori dei compagni fino al 90′. È la prima volta che gioca due partite così ravvicinate dall’inizio da quando è in granata. Risposta in avvio positiva: fa ammonire Busio in avvio di partita, in avvio di ripresa Mazzocchi e Ampadu. Provoca l’espulsione di quest’ultimo e serve l’assist al bacio per il pari di Bonazzoli. Con palla tra i piedi non la perde quasi mai, leader di carattere sotto tutti gli aspetti. Ha ancora forza ed energia per sprintare fino alla fine. Esce zoppicando, stremato.

BONAZZOLI 7. Un primo tempo da dimenticare, un secondo nel segno del gol. La maglia da titolare gli mancava dal match di Torino del 12 settembre. Sembra avere tanta voglia, viene incontro, si propone, vuol duettare per poi cambiare anche gioco. Ma dura poco, si spegne subito tra i rimproveri ravvicinati di Colantuono. Regala un possibile contropiede al 23′ agli avversari non intendendosi con Zortea. Bissa sul finire di tempo, cercando un uno-due difficile con FR7 e facendo imbufalire l’allenatore. Più sbaglia e più s’intestardisce nel provare cose difficili. Guadagna un’ingenua ammonizione ed entra in diffida. Nella ripresa trova però il pareggio decisivo da vero bomber. (dal 30′ st SIMY 6,5. Cerca di farsi largo nelle maglie della difesa avversaria con le lunghe leve. Decisiva la sua sponda dopo l’uscita a farfalle di Romero).

DJURIC 6. Solita generosità. Dopo 6′ la sua fisicità è deleteria in area veneziana perché ostacola le conclusioni prima di Obi, poi di Kastanos. Zitto zitto, è il più pericoloso dei suoi nel primo tempo: i prova con la specialità della casa, di testa, a 10′ dall’intervallo e costringe il portiere avversario agli straordinari. Prima del recupero, si gira e tira impegnando Romero in due tempi. (dal 30′ st GONDO 5,5. Prova a lottare, ma non incide).

ALL: COLANTUONO 6,5. Una vittoria scacciacrisi. Esulta come un bambino al triplice fischio di Di Bello, dopo aver vissuto una partita interamente in tensione. Torna sui suoi passi e riparte dal secondo tempo del match con l’Empoli, con il 4-3-1-2. L’approccio sembra decisamente diverso, ma è una mera illusione. Il Venezia passa dopo neppure un quarto d’ora e i suoi uomini accusano il colpo. Poche idee, anche confuse, dalla cintola in su. Passeggia nervosamente ma dà la scossa nell’intervallo. La squadra reagisce, trova il pareggio e trascinata da Ribéry non si accontenta. Ci mette dentro il suo solito cuore. Con il poco che ha in panchina, il tecnico prova a dare più freschezza con Simy. L’ivoriano non rende come il bosniaco, ma Simy si rivela decisivo sul gol del vantaggio. Interessante, in potenza, l’intuizione Kechrida mezzala.

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