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Il derby di Pasquale Foggia: “Granata da vertice, come noi. Vincerà chi avrà meno pressione”

Ha chiuso la carriera da calciatore con la maglia granata, ora è il direttore sportivo delle streghe con cui ha esordito in Serie B e anche in Serie A. Salernitana-Benevento è anche il derby di Pasquale Foggia, che lunedì soffrirà sugli spalti dell’Arechi anche perché “queste partite è peggio viverle da dirigente, proprio perché non hai il campo e non puoi esprimere sul rettangolo verde il tuo lavoro. Sei frenato dentro. Il derby è molto più sofferto guardarlo che giocarlo“. Intervistato dal quotidiano Il Mattino, Pasquale Foggia fa il punto a due giorni dal derby, tra le ambizioni di campionato e il suo rapporto con i due presidenti, Lotito e Vigorito. Salernitana-Benevento non può essere una partita come le altre: “Salernitana-Benevento va al di là del singolo risultato – l’esordio del ds dei sanniti – Ti può lasciare tanto, in negativo e in positivo. È un match che sarà importante per tutti, anche se siamo solo alla terza di campionato. Mi aspetto una partita diversa dalle due dello scorso anno. La Salernitana è una squadra forte, con giocatori importanti e un allenatore che ha ritrovato entusiasmo. Ventura è una garanzia e i granata punteranno a fare un torneo di vertice. Come potenziale, la Salernitana è tra le prime 5-6 del campionato. Non è quella che si è salvata ai playout”. 

E anche il Benevento è cresciuto, diventando ancora più forte: “Ma non chiamateci corazzata, quando sento corazzata penso alla Juve. Poi non ne vedo altre. Noi non ci nascondiamo: siamo una squadra forte, costruita per fare un campionato di vertice”. Lunedì il derby può dire tanto sulle ambizioni delle due squadre, anche se arriva a inizio stagione: “Impossibile fare un pronostico. Queste gare le ho vissute da calciatore e da dirigente. È una partita in cui si azzera tutto e subentrano tanti altri fattori. il derby lo vincerà chi avrà un approccio importante e meno tensione psicologica“. E tanto potrebbe pesare il dato spettatori che si aggirerà sui 15mila tifosi presenti: “Conosco bene l’Arechi: ho avuto la fortuna di viverlo. Ricordo la mia prima in un Salernitana-Lecce con 15mila spettatori. Era il mio esordio con la maglia granata e la prima di Miccoli con il Lecce. Conosco Salerno e so quanto può dare alla squadra. Non mi meraviglio dei 15mila e neppure dei 20mila. Quando c’è un pubblico del genere è sempre un valore aggiunto. È stimolante per tutti quelli che fanno calcio”.

Salernitana-Benevento raccoglie sfide nelle sfide. Sarà Lotito contro Vigorito ma anche Ventura contro Inzaghi: “I due patron sono due persone che, in maniera diversa, mettono tutto per le loro squadre. Vigorito è un presidente difficile da ritrovare perché è un passionale e ti riempie ogni giorno di qualcosa. Che sia calcio o che sia vita. Con Lotito ho un rapporto importante: credo che in pochi siano riusciti a fare quello che ha fatto lui nel calcio. Tecnici a caccia di riscatto? Più che riscatto, Ventura era in cerca di qualcosa che lo potesse rimettere al centro di un progetto e penso che a Salerno lo abbia trovato. Da calciatore mi ha cercato quando era alla guida del Bari. Per il suo modo di fare calcio ero uno di quei giocatori che gli piacevano. Inzaghi? Dopo il Milan si è messo in discussione a Venezia partendo dalla terza serie: ha vinto un campionato e l’anno successivo è arrivato alle semifinali per andare in A. Gli ha detto male lo scorso anno a Bologna, ma i felsinei non erano quelli di un tempo. Scommetto a occhi chiusi su SuperPippo”.

La Salernitana si è rinnovata in estate, cancellando tutti i legami con il passato e rivoluzionando la squadra. I granata puntano ai playoff e Foggia crede che gli spareggi possano arrivare. Perché: “Non temo un singolo della Salernitana, perché sono tanti. Penso a Jallow e Giannetti o a Di Tacchio che è uno dei play più forti della B. Temo, nel giusto, tutto il gruppo però non toglierei nessuno perché a una squadra forte come il Benevento piace confrontarsi con una squadra forte come la Salernitana”.

A Salerno Foggia ha deciso di smettere di giocare, passando così dietro la scrivania: “Il mio momento più brutto in granata è stato l’infortunio a Pagani prima dei playoff che mi ha fatto riflettere sulla scelta di dire basta. Il momento più bello è stato quel recupero con il Catanzaro dopo 10′ e il boato dell’Arechi. Quella spinta fu importante. Io dirigente del cavalluccio? Avevo altri due anni in granata e ho lasciato i soldi sul tavolo. Tutti sanno del rapporto che ho con Lotito. Ma c’è un percorso che parte dalla Racing Roma e oggi mi ha portato a Benevento”.

Infine l’auspicio per la gara di lunedì “Che sia uno spot per il campionato, in campo e sugli spalti. Ma il pronostico non lo farò mai”.

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