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Gravina ribadisce: “Niente stop all’attività agonistica, rischio stadi a porte chiuse”

Ipotesi porte chiuse per il campionato di Serie A che, però, non si ferma a fronte dell’incremento di contagi in Italia e – inevitabilmente – nel mondo del calcio. Lo ha ribadito in una intervista a Tuttosport il presidente Figc Gabriele Gravina, reduce da un colloqui telefonico col premier Mario Draghi (clicca qui per leggere l’articolo): “Al Presidente del Consiglio ho spiegato la situazione del nostro calcio, visto l’arrivo della quarta ondata del virus. Questi non ci ha chiesto di fermare i campionati né tantomeno di proclamare una chiusura dei tornei a tempo indeterminato” ha ribadito Gravina. “Draghi ha voluto conoscere l’andamento di un movimento che conta un milione di tesserati: parliamo di una fra le prime dieci aziende italiane, con un sistema professionistico che ha subito danni per oltre un miliardo di euro a causa del Covid“.

Ipotesi porte chiuse

E così, dopo il passaggio della capienza degli impianti dal 75 al 50%, gli stadi italiani potrebbero nuovamente svuotarsi: “Come già accadde due anni fa, al tempo della prima e della seconda ondata, il Sistema Calcio la vuole andare avanti e superare i nuovi ostacoli, che il Covid sta creando. Esiste, evidentemente, il rischio che un ulteriore incremento dei contagi ripristini partite con gli stadi a porte chiuse: è già avvenuto in Bundesliga, mentre in altri Paesi sono state adottate decisioni, volte ad imporre la riduzione del numero degli spettatori. Nessuno può prevedere con certezza l’evoluzione della situazione“.

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