A Bergamo col tridente. E’ questo uno dei messaggi inequivocabili emersi dalla conferenza stampa di Filippo Inzaghi, a due giorni dal posticipo del “Gewiss”. Una scelta che mescola ragioni tecniche a messaggi psicologici da inviare al gruppo: bisogna fare punti, indipendentemente dall’avversario. E’ finito il tempo delle tabelle dei calcoli e di alibi legati alla caratura del nemico; con 8 punti in 15 partite non si può più dire che “non sono queste le sfide che dobbiamo vincere per mantenere la categorie”.
Inzaghi in sala stampa ha di fatto sfruttato l’assist del Presidente Iervolino, mettendo i calciatori davanti alle proprie responsabilità per la posizione in classifica del club e per un rendimento che non rispecchia monte ingaggi e valore della rosa granata. Con una scelta in controtendenza rispetto a tante altre società, la Salernitana aveva puntato in estate a mantenere in organico gli elementi di maggior valore, convinta di poter sfruttare l’onda lunga di entusiasmo e bel gioco con cui si era chiusa la passata stagione. Ma ad agosto si riparte tutti da zero, e non si sono visti né bel gioco né entusiasmo anzi – col senno di poi – si è scoperto che per tanti restare in granata è stata una delusione. E allora a gennaio la strategia sul mercato cambia, con Iervolino che ha già anticipato di voler favorire qualsiasi cessione senza opporre alcuna resistenza. A Salerno solo chi è motivato ed ha voglia di fare il bene della squadra, un po’ lo stesso messaggio che Inzaghi lancia da settimane ma dal punto di vista di chi sta in panchina: “Con me chi toglie la gamba non vedrà il campo”.
La Salernitana quindi tornerà con un modulo offensivo sul campo dove si era toccato il punto più basso della passata stagione: quel famoso 8-2 che fece purtroppo il giro del mondo e provocò il seppur non definitivo esonero di Nicola. Un campo che evoca ricordi negativi anche nei ruggenti anni ’90, quando svanì il sogno Serie A dopo la sconfitta in terra orobica per 2-1 (era l’11 giugno 1995). Ripartire da Bergamo può voler dire proprio ribellarsi ad una storia e ad una tradizione che vede i granata sempre in apnea contro i neroazzurri. E per farlo Inzaghi si affida a chi gli sta dando le migliori risposte in allenamento. Nel tridente che vedremo dal primo minuto lunedì sera dovrebbe esserci spazio per uno tra Ikwuemesi, Simy e Dia come riferimento offensivo. Il ballottaggio tutto africano non vede favoriti al momento. L’ex Crotone spera che il gol al Bologna gli abbia permesso di scalare le gerarchie dell’allenatore; il numero 22 ha sempre mostrato grande generosità nel fare reparto da solo, difettando poi in pericolosità nell’area avversaria. Discorso diverso per Dia, uno dei principali indiziati a salutare Salerno a gennaio: nelle ultime settimane, quando impiegato, Dia ha agito alle spalle di Ikwuemesi o del subentrato Simy, con Inzaghi che ha preferito sfruttare le sue doti tecniche di rapidità e passaggio più che quelle da finalizzatore. Un suo possibile utilizzo da centravanti puro non è da escludere.
A completare il reparto Antonio Candreva e Loum Tchaouna, divisi da 16 anni di differenza ma accomunati dalla capacità di spaccare la partita con una giocata, se messi nelle giuste condizioni. Candreva è senza dubbio il leader tecnico e di esperienza di questa squadra e sicuramente il compagno di reparto più adatto per aiutare il franco-ciadiano a crescere con maggiore rapidità, visto il momento della squadra. Dovrebbero partire dalla panchina Cabral, Kastanos e chi non verrà impiegato tra Ikwuemesi, Dia e Simy, con Inzaghi che ha confermato di avere problemi di abbondanza nel reparto offensivo. Tanti uomini ma finora pochi gol, visto che i granata sono il secondo peggior attacco dietro l’Empoli.
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