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Grana Dia, la sosta per ricucire il rapporto: caso Berardi-Sassuolo come riferimento

Benedetta sia la sosta. Almeno stavolta. Lo stop al campionato consentirà a bocce ferme alla Salernitana di delineare la migliore strategia di gestione della grana Boulaye Dia. Ma soprattutto al calciatore di sbollire la delusione per il mancato passaggio in Premier League al Wolverhampton per poi rimettersi a disposizione di Paulo Sousa con rinnovata voglia ed impegno.

Che Dia potesse essere attratto dalle sirene provenienti da Oltremanica era plausibile e finanche prevedibile. Da sempre il calciatore senegalese aveva fissato come proprio obiettivo personale quello di cimentarsi nel campionato più ricco e competitivo del pianeta. Significativa anche la scelta di cambiare agente in estate affidandosi a Vadim Vasilyev, mossa che lasciva presagire la volontà di trasferirsi altrove, ancor più in costanza di clausola rescissoria. Poi scaduta per mancanza di offerte.

Tempistiche e modalità hanno però (giustamente) fatto infuriare la Salernitana e i propri tifosi. Fare i bagagli il giorno del gong del calciomercato significava lasciare in braghe di tela i granata, impossibilitati a chiudere a quel punto in tempo utile un degno sostituto. Nella giornata di venerdì Dia avrebbe esposto a chiare lettere alla dirigenza la sua volontà di cambiare aria e imbarcarsi sul primo volo possibile per l’Inghilterra. La società ha stoppato le velleità dell’ex Villareal, invitandolo ad adempiere agli obblighi contrattuali. A maggior ragione non essendo mai stata direttamente interpellata dal Wolverhampton.

Il club inglese vicinissimo al potente procuratore portoghese Jorge Mendes ha infatti trattato direttamente con l’entourage di Dia, ignorando completamente la Salernitana. Alle parole in conferenza di Morgan De Sanctis – rimbalzate via social anche Oltremanica – necessariamente ora dovranno seguire i fatti. Dinanzi ad una conclamata e gravissima violazione dei regolamenti, la FIFA dovrebbe di norma aprire un procedimento a carico dei Wolves. Ma questo a Paulo Sousa ed ai tifosi della Salernitana interessa il giusto. La priorità assoluta sarà ricucire il rapporto con Dia, trascinatore della passata stagione con 16 gol e 6 assist e già decisivo con la rete che ha regalato il pari con l’Udinese. Imprescindibile e fondamentale il contributo che Dia dovrà, potrà e saprà dare nel raggiungimento dell’obiettivo salvezza. Ancor più visto l’assortimento del reparto offensivo a disposizione di Sousa in cui, tra scommesse e speranze, Dia è l’unico nome ascrivibile alla voce certezze.

Il termometro dei social è pressoché plebiscitario: la tifoseria s’è apertamente schierata dalla parte di dirigenza e proprietà biasimando il comportamento dell’eroe del Maradona. Il tempo può, sa e deve lenire le ferite. Né più, né meno di quanto accaduto in estate dopo l’abboccamento tra Paulo Sousa e il Napoli. Necessaria, obbligatoria, auspicabile una mediazione. Andare allo scontro non gioverebbe a nessuno: non alla Salernitana, che oltre a veder depauperato un proprio patrimonio tecnico non potrebbe contare su uno dei migliori calciatori in rosa, ma neppure al calciatore, prossimo alle 27 primavere e con una Coppa d’Africa da giocare da protagonista a gennaio.

Induce all’ottimismo il recente precedente tra Berardi ed il Sassuolo: l’attaccante calabrese aveva chiesto la cessione alla Juventus rifiutandosi di giocare i primi incontri disputati dai neroverdi. Carnevali è stato perentorio e tassativo: l’affare non si sarebbe realizzato per impossibilità di trovare un sostituto in tempo utile. Berardi è rimasto e s’è messo l’animo in pace, ritrovando subito la via del gol decisivo. La speranza è che la storia possa ripetersi, con protagonisti e colori differenti.

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