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Fusco jr, un giorno da incorniciare. Lacrimuccia per papà Luca: “Abnegazione e resilienza ma non ha fatto nulla”

“Se fosse entrato al 77’ sarebbe stato top, perché è il mio anno di nascita”. Ci è mancato poco, solo un giro  di lancette. Luca Fusco smorza l’emozione inevitabile per un papà che vede il figlio esordire in Serie A con la maglia della squadra della sua città e per cui fa il tifo da bambino. Se Gerardo ne farà altre 253, raggiungendolo così in vetta alla graduatoria delle presenze in campionati nazionali con il cavalluccio sul petto, è tutto da vedere. Di strada ne ha da fare e lo sanno entrambi. Per ora è giusto godersi il momento che vede il giovane attaccante, da poco diciannovenne, lanciato verso una nuova dimensione.

La gioia di papà

“Sono un po’ di parte ma penso che Gerardo abbia meritato questa serata per la sua abnegazione e la sua resilienza. Ha avuto un percorso non facilissimo e ha sofferto in silenzio lavorando sempre con impegno. Ora dev’essere intelligente e capire che non ha fatto ancora nulla, oltre al motivo per cui ha esordito. È una presenza in un’annata purtroppo non bella. Bisogna stare coi piedi per terra, lui ha la testa sulle spalle e sono certo che lo farà. Può solo migliorare. Confesso che mi sono emozionato nel vederlo mentre lo speaker urlava il suo nome e tutto lo stadio applaudiva. Ringrazio tutti”, ha dichiarato a caldo l’ex capitano granata sulle colonne del quotidiano Il Mattino. Attualmente allena l’U17 della Salernitana e in passato è stato il mister proprio di Gerardo in Primavera.

La lacrimuccia è scesa sugli spalti dell’Arechi, dove c’era tutta la famiglia. Oltre a Luca, anche mamma Alessia e Claudia, la sorella minore legatissima al fratello che ha immortalato sui social il momento dell’ingresso in campo. Presente all’Arechi anche zio Enzo, anche lui ex calciatore della Salernitana tra il 2006 e il 2008: “Siamo orgogliosi di lui”, scrive su Facebook. Dopo Salernitana-Verona, nonostante la sconfitta dei granata (ormai una triste abitudine quest’anno), la festa è proseguita a casa dei nonni. Ad attenderlo Gerardo e Adriana, i genitori di Luca ed Enzo, con i nonni materni, Claudio e Patrizia.

Gerardo Fusco ha dichiarato di non vedersi con altre maglie al di fuori di quella della Salernitana. Per ora abbina calcio e studio (è iscritto all’università, facoltà di Scienze Motorie) e sogna di partecipare al prossimo ritiro precampionato con la prima squadra. Potrebbe però farsi le ossa in categorie inferiori, proprio come fece il padre con la casacca della Cavese in prestito nella lontana stagione 1996/97, ancor prima di esordire con i grandi. Una tappa inevitabile di un percorso da vivere con consapevolezza e la giusta fame. Fusco jr l’ha dimostrata tutta ieri.

I “vecchi” mister

Non sono mancati gli incoraggiamenti anche da parte di chi ha allenato il ragazzo in questi ultimi sei anni nel settore giovanile granata. In primis Alessandro Boccolini, fiero su Instagram della presenza anche dell’altro baby bomber Boncori in panchina, che con il suo vice Christian Ferrara ha fatto un ottimo lavoro salvando la squadra e “ripescando” Fusco dalla naftalina in cui era finito col precedente tecnico, Scarlato. E poi Ernesto De Santis, che ha condiviso uno scatto del numero 43 granata su Instagram sulle note di “Vattene amore”, e Pasquale Cerrato, che lo ha accolto per primo con la casacca granata dell’Under 15: “Conoscendoti, avrai sicuramente avuto il cuore in gola e le gambe che tremavano quando stava arrivando quel momento. Avrai sicuramente ripensato a quanta strada hai fatto da quando, quella mattina d’estate di cinque anni fa, iniziammo insieme quel percorso. Sono contento di averti accompagnato per tre anni e soprattutto sono felice per te, per il ragazzo che sei e che hai sempre dimostrato di essere, per quanto hai dimostrato di tenerci alla Salernitana. Ti auguro che sia la prima di una lunga serie”, ha scritto sui social Pasquale Cerrato, tuttora allenatore dell’U15 dell’ippocampo, prima di prendere in giro zio e papà: “Finalmente ha esordito il Fusco forte della famiglia”.

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