“Avevo pensato di fare un salto a Salerno, ma vedrò con grande interesse la partita in TV”. Salernitana-Spezia sarà sfida amarcord per Mauro Meluso, attaccante granata nella stagione ’85/’86 e lo scorso anno direttore generale dello Spezia che centrò una miracolosa salvezza.
“A Salerno non ho fatto grandissime cose, ma mi ricordano e mi accolgono sempre con affetto – ha ricordato ai nostri microfoni il dirigente – Ero giovanissimo, giocavo con gente come De Vitis e Perrotta; mi ricordo il vecchio Vestuti. I tifosi erano fantastici. A La Spezia non sono stato molto, ma abbiamo raggiunto un risultato incredibile. Contro la Samp è arrivata una vittoria con assist e gol di due giocatori che ho portato io, Agudelo e Verde. Lunedì sarà una partita importante, ma non decisiva; certamente dirà qualcosa. Sarà la prima tappa per mettere le fondamenta per ripartire. Mi auguro si salvino entrambe”.
Gli amici Sabatini e Colantuono
Meluso ha commentato anche il nuovo corso granata. Partendo dall’operato del collega Walter Sabatini: “Il nuovo presidente è arrivato con grande entusiasmo e ha già fatto cose concrete. Ha portato idee, entusiasmo e soldi, che non guastano mai. L’obiettivo è salvare la categoria. Sabatini è una persona capace e positiva, ha fatto operazioni importanti. Mi sembrava molto entusiasta della nuova proprietà. Sabatini è andato su giocatori di una certa consistenza. Fazio e Perotti sono una garanzia in termini di esperienza. Verdi è un talento inespresso, potrebbe rivalutarsi tantissimo, avrà grandissime motivazioni dopo mesi complicati. Walter ha puntato sulle motivazioni dei singoli. Mazzocchi volevo prenderlo allo Spezia, è un ragazzo che ha gamba e tecnica. Ederson l’ho visionato in Brasile, volevo portarlo al Lecce. È un ragazzo importante. Pure Dragusin è un giocatore di spessore. La rosa è stata rinforzata, il ritardo è notevole, i ragazzi hanno bisogno di trovare condizione e di amalgamarsi, ma nulla è perduto. Sabatini ha avuto poco tempo e il mercato di gennaio è molto difficile. Con una squadra ultima in classifica non era semplice portare alcuni calciatori, ha fatto già un mezzo miracolo”.
Prima di diventare dirigente, Mauro Meluso era calciatore, attaccante che ha vestito le maglie di Lazio, Cremonese, Monopoli, Casarano, Foggia, Messina e Fermana: “Conosco benissimo anche Stefano Colantuono, abbiamo giocato insieme alla Fermana. È tornato ad allenare con grandi motivazioni – ha affermato -. Il risultato è certamente la panacea di ogni male, perché dà coraggio, fiducia e tranquillità. È stato cambiato molto e quindi ci vuole un po’ di tempo. Servirà fare punti con le dirette concorrenti, ma anche qualche scherzetto alle big. Motta ha vinto una serie di partite incredibili quando sembrava quasi esonerato. Anche lui ha avuto grosse difficoltà, tra Covid e infortuni, poi il blocco a gennaio del mercato. Gli è mancato un giocatore importante come Leo Sena che sta ancora smaltendo i postumi del Covid. Lo Spezia è sempre stato in linea con i programmi societari e mi sembrava strano fosse in discussione”.
Salvezza e avversarie
La Salernitana deve puntare ad un’impresa come quella compiuta dallo Spezia lo scorso anno: “Lo scorso anno ci ha contraddistinto la serenità, la serietà della società e il fatto di avere un grande allenatore come Italiano. I tifosi devono essere certamente un’arma in più – ha ricordato l’ex ds di Lecce e Cosenza – L’Arechi è uno stadio caldo e lunedì, nonostante la capienza ridotta, darà la sua spinta. In Serie A però, forse il pubblico conta meno delle altre categorie; i grandi calciatori sono abituati anche a giocare contro 70mila spettatori e a reggere la pressione. La Serie A è un campionato difficilissimo. Il Genoa sta facendo fatica, ha preso giocatori quasi sconosciuti sul mercato. La Samp si salverà, è forte, ma ha avuto qualche problema societario. Il Venezia vive sull’entusiasmo dei giovani e di un allenatore che sta facendo bene alla prima volta in A. Il Cagliari è una squadra che potrebbe lottare molto più in alto”.
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