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Di lustro in lustro indietro nel tempo, gioie e dolori dal ’95 a oggi: 20 anni fa il cambio lampo Cagni-Cadregari

In un momento delicato per il mondo intero a causa dell’emergenza Coronavirus, il calcio passa inevitabilmente in secondo, se non in terzo piano. Per molti, però, può continuare a essere un veicolo di svago, fondamentale anche a livello psicologico in un periodo che promette difficoltà sotto ogni aspetto. Come? Ricordando cosa accadeva in questo periodo, fine marzo-inizio aprile, negli anni scorsi. Nell’ultimo quarto di secolo, si è verificata una curiosa alternanza di momenti positivi e momenti negativi, andando indietro di lustro in lustro.

Nel 2015 la Salernitana di Menichini era nel bel mezzo di un importante filotto di quattro successi consecutivi che, di lì a poco, avrebbe portato alla matematica promozione in B dopo la vittoria interna contro il Barletta. Nello specifico, cinque anni fa i granata erano reduci dal successi casalingo contro la derelitta Reggina e si apprestavano a sfidare la Paganese in trasferta (i granata espugnarono il Torre grazie a un’autorete di Moracci). Di tutt’altro tenore, invece, il medesimo periodo del 2010, quando il filotto di quattro era di sconfitte consecutive (nel dettaglio, a Crotone il 27 marzo e in casa con la Reggina il 2 aprile). La Salernitana era avviata a una mesta e inevitabile retrocessione in Lega Pro. Tornando al 2005, il cavalluccio era reduce da uno 0-0 col Venezia e avrebbe dovuto giocare a Pescara, ma lo sport italiano si fermò nella sua interezza per la scomparsa di Papa Giovanni Paolo II. Anche in quel caso, nel rispetto dell’alternanza gioie-dolori, la squadra era in un ottimo momento, esattamente a metà di un filotto di undici risultati utili di fila. E nel 2000? Vent’anni fa esatti, si verificava il cambio lampo in panchina: Aliberti richiamò Cadregari al posto di Cagni (reduce da un pareggio a Monza) in occasione della partita contro il Savoia. Il 26 marzo la Salernitana perse 1-3 contro gli oplontini e l’allora patron granata decise di rimandare a casa Cadregari, per riprendere Cagni. “L’esonero ufficiale era arrivato dopo le prime cinque partite e poteva starci: i risultati erano brutti. Nel caso del 3-1 casalingo contro il Savoia, non si trattò di un esonero: fui io a farmi da parte. Dopo la gara, chiesi io stesso al presidente Aliberti di non fare la stupidaggine di rovinare quanto di buono fatto da Cagni prima di me. Gli dissi: “Forse è meglio che Lei vada avanti con Gigi, li conosce meglio. Io credo di aver poco da dare a questa squadra”. Oltretutto, il presidente in quel caso si è dimostrata una persona molto seria, mi ha pagato fino al termine della stagione. Poi, per quanto mi riguarda, l’esonero della quinta giornata me l’ero meritato tutto”, aveva ricordato lo stesso Cadregari qualche anno fa. E siamo al 1995. Il 26 marzo la Salernitana di Delio Rossi batteva la Fidelis Andria all’Arechi grazie a Strada, prima di espugnare poi anche il campo dell’Ascoli. Ci furono tre vittorie consecutive, poi quattro pareggi di fila a rovinare leggermente una classifica che portò all’ultimo, sportivamente drammatico atto di Bergamo contro l’Atalanta in una sconfitta che valse l’addio al sogno Serie A.

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