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Delio Rossi, il Profeta della Salernitana

Delio Rossi è stato un allenatore iconico per la Salernitana. A Salerno è rimasto quattro anni, in due diverse esperienze, ed ha ottenuto prima una promozione in B e poi una in serie A. Il giornale sportivo online Calciomagazine, specializzato nella dirette della Salernitana e altre squadre di Serie A, ha provato a ricostruire le fasi salienti della carriera con la Salernitana. La sua storia con Salerno iniziò in modo del tutto casuale, come lui stesso raccontò una volta.

Tutto iniziò nell’estate del 1993. Rossi aveva 33 anni ed era un allenatore alle prime armi. All’epoca la Salernitana era di Pasquale Casillo che possedeva altre due squadre, il Bologna e il Foggia. Rossi aveva iniziato ad allenare su pressione dell’allora Ds dei Satanelli. Peppe Pavone e aveva conseguito il patentino da allenatore ad appena 30 anni. Dopo un’esperienza in Promozione, nel Torremaggiore, era diventato l’allenatore del Foggia Primavere nel 1991. Nell’estate del 1993, però, tutto cambiò.

L’arrivo a Salerno 

«Arrivai a Salerno nel 1993 catapultato da Pasquale Casillo che aveva tre squadre e non se la stava passando benissimo finanziariamente. Furono venduti tutti i migliori calciatori, nel frattempo cercava un compratore e serviva uno che allenava i calciatori rimasti. Dovevo restare un mese in attesa di un acquirente per il club, e invece si formò un gruppo composto anche da tanti Primavera che allenavo al Foggia. Gara dopo gara si vinceva e alla fine conquistammo la promozione in B, passando dai play-off con la finale di Napoli contro la Juve Stabia».

Così definì tempo fa Delio Rossi la sua prima avventura a Foggia. In effetti la promozione in B fu un autentico miracolo. Nella prima Salernitana di Rossi c’era un giovane Fresi a guidare la difesa, Breda a centrocampo e Giovanni Pisano a buttare la palla dentro.
Quel Foggia, arrivò terza nella regular season dietro Perugia e Reggina, collezionando 16 vittorie, 16 pareggi e 2 sconfitte. Nei playoff la squadra amaranto si sbarazzò della Lodigiani in semifinale e, in finale, il 22 giugno 1994,   schiantò la Juve Stabia con un perentorio 3-0 al San Paolo. La doppietta di Tudisco e il gol di Breda, fecero esplodere di gioia gli oltre 20.000 tifosi al seguito.

Quella della Salernitana fu una vera favola perchè, se non fosse stata promossa, probabilmente sarebbe fallita, dato che la situazione finanziaria del club era critica. Casillo cedette la società ad Aniello Aliberti, solo il 18 ottobre di quell’anno, con la Salernitana in B.

Proprio nella serie cadetta, Rossi, da esordiente, rischiò di scrivere subito una pagina memorabile. La squadra campana, trascinata da Giovanni Pisano, capocannoniere del torneo con 21 reti (primo giocatore dei campani a riuscirci), arrivò a giocarsi la promozione in una sorta di finale all’ultima giornata contro l’Atalanta di Mondonico. A Bergamo, l’11 giugno 1995, i campani erano obbligati a vincere per sopravanzare gli orobici, ma vennero sconfitti per 2-1. La squadra di casa andò in vantaggio con Ganz e fu ripreda da una punizione di Strada. Un altro gol avrebbe dato la promozione agli uomini di Rossi, ma, a otto minuti dalla fine, Valentini, sugli sviluppi di un angolo, dette il successo all’Atalanta, spezzando il sogno della Salernitana e ponendo fine alla prima avventura del tecnico.

Il secondo ciclo

Dopo due stagioni in chiaroscuro tra Foggia e Pescara, Delio Rossi tornò a guidare la Salernitana nella stagione 1997-98 e questa volta realizzò il sogno promozione. La Salernitana, con Marco Di Vaio centravaanti, dominò il campionato di B. La svolta arrivò il 14 dicembre 1997 al Penzo, quando la squadra di Rossi demolì quella di Novelli per 3-0. Da quel momento i campani balzarono in vetta e non la mollarono più riuscendo a conquistare la promozione con ben 5 turni di anticipo, il 10 maggio 1998 proprio nella sfida di ritorno contro il Venezia. La Salernitana  tornò in serie A dopo 31 anni e, anche in questa occasione, come tre anni prima, ebbe il capocannoniere del torneo. Di Vaio, infatti, vinse il titolo con 21 reti.

L’anno in serie A fu, invece, complesso. La squadra, nonostante alcuni giocatori di valore, come Gattuso, Di Vaio, Ametrano, Giovanni Tedesco e Marco Rossi, ebbe prestazioni altalenanti. Rossi fu esonerato due volte. La prima, però, l’esonero rientrò perchè vi furono forti proteste durante la conferenza di presentazione del suo sostituto, Francesco Oddo. Il 21 marzo 1999, dopo la sconfitta al Curi di Perugia con un gol di Rapajic, l’avvicendamento con Oddo avvenne.

L’avventura in serie A di Rossi a Salerno si concluse con 6 vittorie, 5 pareggi e 15 sconfitte. La Salernitana a fine stagione, retrocederà per un punto dopo un drammatico pareggio a Piacenza.

Nonostante l’epilogo infelice, Delio Rossi è rimasto molto legato alla Salernitana e a Salerno, al punto da ottenere la cittadinanza onoraria della città campana.

Il tecnico, che proprio in Campania si guadagnò il soprannome di Profeta ha scritto pagine indimenticabili che non verranno mai dimenticate.

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