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Da trampolino a… ultima spiaggia: Salerno non è più palestra per tecnici emergenti

Salerno è, da sempre, una importante palestra calcistica per allenatori e giocatori. In passato in tanti sono stati “svezzati” in granata: basti pensare a Gennaro Gattuso, campione del Mondo nel 2006 e d’Europa col Milan, passato a Salerno dopo la parentesi Glasgow. Ci sono poi i vari Di Vaio, Vannucchi, Fresi e ancora, i fratelli Tedesco, Di Michele, Palladino, Marco Rossi e tanti altri.

Calciatori ma non solo dato che in passato all’ombra dell’Arechi sono transitati allenatori più o meno giovani che hanno poi vissuto importanti carriere. Su tutti, Delio Rossi, in granata dal 1993 al 1995 e poi nuovamente dal 1997 al 1999 portando la Salernitana dalla Serie C alla massima serie e diventando un’icona della storia granata. Successivamente il “Profeta” ha avuto una carriera tra Serie A e Serie B sulle panchine – tra le altre – di Lecce, Atalanta e  Lazio vincendo anche una Coppa Italia nel 2009 con i biancocelesti di Claudio Lotito.

Delio Rossi Salernitana

Altro allenatore lanciato dalla compagine granata è stato Gigi Cagni, arrivato a Salerno dopo le prime esperienze con Piacenza, Genoa e Verona. Dopo la parentesi Salerno nel campionato 1999/2000 (era alla soglia dei 50 anni) il tecnico originario di Brescia ha militato a lungo nei massimi campionati italiani sulle panchine di Sampdoria, Piacenza, Empoli, Catanzaro, Parma e  Vicenza.

C’è poi Stefano Pioli, oggi allenatore del Milan: a Salerno approdò nell’estate del 2003 e dimostrò subito di essere un tecnico meticoloso e preparato come del resto testimonia la sua carriera: a 54 anni ha già allenato le due milanesi, la Lazio e la Fiorentina raccogliendo anche importanti risultati. Non va dimenticato Angelo Gregucci il quale, dopo la salvezza ottenuta nel 2005 in Serie B, ha allenato anche in Serie A e ha lavorato al fianco di Roberto Mancini all’Inter, al Manchester City e anche in Nazionale. Infine vanno menzionati Fabrizio Castori e Gianluca Grassadonia dell’epoca Lombardi: il primo non era giovane ma veniva da una lunga gavetta tra dilettanti e Serie C: dopo la tribolata parentesi granata ha allenato sempre in Serie B, arrivando anche in massima serie col Carpi. Il secondo, salernitano di nascita, è un tecnico emergente e negli ultimi anni ha dimostrato il suo valore con Pro Vercelli e Foggia al di là dei risultati negativi.

Con Lotito e Mezzaroma al comando la situazione è cambiata. Da Perrone a Colantuono, il club granata ha (quasi) sempre puntato su tecnici affermati: Galderisi, Sannino, Colantuono e oggi lo stesso Ventura sono allenatori dal passato importante, arrivati a Salerno dopo periodi difficili. I meno titolati Bollini, Perrone, Sanderra e Torrente non hanno trovato fortuna dopo l’esperienza salernitana al pari di Menichini, nonostante un campionato vinto e due salvezze ottenute. Discorso simile per Mario Somma, il quale dopo la burrascosa e breve esperienza alla guida dell’ippocampo ha avuto due altre esperienze con Latina e Catanzaro senza ottenere grandi risultati.

Insomma, dalle precedenti gestioni societarie a quella attuale è cambiata anche la filosofia nella scelta degli allenatori e così, per i tecnici, oggi Salerno è meno palestra e più banco di prova.

 

1 Commento

1 Commento

  1. Michele

    07/01/2020 at 13:35

    Mi sa che su Gigi Cagni ti sbagli,i migliori risultati li ha ottenuti prima di venire a Salerno… Saluti…

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