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Serie B

Corsi e ricorsi, Serie B sprofonda nel caos: nel 2003 ripescaggi e boicottaggio. E sulle multiprorietà…

Il campionato di Serie B è iniziato ufficialmente solo da due giornate, ma comunque è già nella storia. Mai il torneo di cadetteria ha vissuto una stagione più travagliata, mai il calcio italiano era andato così palesemente in difficoltà. Ai vertici non hanno saputo che direzione prendere quando il calendario segna già il mese di settembre e nel resto d’Europa si pensa solo a come affrontare al meglio la partita della domenica. In Italia, invece, ancora non si ha certezza di chi si affronterà la domenica successiva. Paradosso di un calcio sempre più specchio di una società ormai in caduta libera.

Ieri si aspettava una risposta sul definitivo ripescaggio di tre società, per passare da 19 a 22 squadre. La sensazione è che alla fine Ternana, Pro Vercelli e Siena riusciranno a strappare un posto in B con buona pace di Catania e Novara, ma la certezza è ancora lontana da raggiungere. Martedì prossimo step, a questo punto inutile precisare che probabilmente non sarà l’ultimo. Adesso, quindi, è possibile solo ragionare per ipotesi e precedenti. Se la B dovesse tornare a 22 e quindi con il ripescaggio di tre squadre, si verificherebbe l’ipotesi pazzesca di un campionato che cambia format e partecipanti in corso d’opera. Un unicum della storia del torneo, mai era successo nulla di simile. Dopo la terza giornata che dovrebbe (sottolineamo il condizionale) restare così come già decisa, si rifarebbe il calendario. Pazzesco.

Per cercare una stagione simile, ma comunque con qualche differenza, bisogna riportare indietro il calendario al 20 agosto 2003. In quella calda giornata estiva la Salernitana ottenne in tribunale quello che era sfuggito qualche mese prima in campo: la Serie B. I granata furono ripescati insieme a Fiorentina, Genoa e Catania e portarono la B addirittura a 24 squadre per la prima volta. Una settimana prima furono redatti i calendari, che naturalmente vennero ricomposti dopo i ripescaggi. Il campionato non era ancora iniziato, ma ci fu comunque bufera. Primo segnale, la coppa. La Tim Cup fu boicottata, infatti la Salernitana vinse il girone con Napoli, Messina e Pescara giocando solo 90 minuti. All’inizio di settembre sarebbe dovuto iniziare il campionato, ma fu sciopero. Le prime due partite non si giocarono, con la Salernitana che si presentò sui campi (avrebbe dovuto affrontare Palermo e Torino) ma che non ottenne la vittoria a tavolino perché la Lega decise di rinviare in blocco le due giornate. Si scese in campo per i primi 90 minuti in infrasettimanale, i granata fecero 0-0 con l’Ascoli. In quella stagione si cambiarono le regole, addirittura a novembre. 5 promozioni più uno spareggio tra la sesta (la Fiorentina) e la quart’ultima della A (il Perugia, vinsero i viola). Campionato per certi versi falsato, stagione tra le più buie del calcio italiano. Fino a ora.

L’accordo tra le società e l’avvio del campionato fu sottoscritto dopo una stretta di mano. Punto che ha accordato tutti, naturalmente, furono i soldi. L’Italia pallonara non è mai cambiata, è l’aspetto economico che comanda. Le 20 squadre contrarie al ripescaggio delle altre 4 chiesero che i nuovi arrivati non mettessero mani sulle mutualità: la torta non si divide anche per i ripescati. Quelle quattro società accettarono e si raggiunse l’accordo. Potrebbe essere questa l’indicazione più interessante di questo semi precedente, un accordo simile con le tre possibili ripescate potrebbe far contente le attuali 19 squadre di B. Si vedrà, anche se ormai qualsiasi scelta verrà effettuata porterà con se strascichi e polemiche a cui, purtroppo, siamo fin troppo abituati. E i problemi da scrivania si riversano giocoforza anche sul terreno di gioco: non è un caso che la Nazionale non si è qualificata all’ultimo Mondiale.

Curiosità. In quella ormai famosa stagione 2003/2004 si cominciò a parlare per la prima volta di multiproprietà. Con il ripescaggio del Genoa, Preziosi si trovò in B con due società: i grifoni e il Como. Fu scritta una legge ad hoc, non si potevano avere due squadre nella stessa categoria con lo stesso proprietario, decise Franco Carraro che presiedeva in Figc. Preziosi lasciò il Como, che retrocesse. L’anno dopo, invece, Gaucci si trovò con Perugia e Catania sempre in Serie B. I siciliani passarono a Pulvirenti, Stefano Colantuono passò dall’una all’altra panchina. Storie di quasi quindici anni fa, storie terribilmente attuali.

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