Contro il Crotone sfatato un primo tabù. Ma la porta granata non è più inviolata da tre mesi

Tre mesi. Dal 22 settembre ad oggi, la Salernitana ha sempre subito almeno una rete in campionato, per la precisione una striscia negativa che dura da 12 partite con 19 goal subiti. E all’Arechi la situazione, ormai, si è complicata ancor di più: l’ultimo match in cui Alessandro Micai non ha raccolto il pallone dal fondo della rete è stato contro la Cremonese, lo scorso 26 febbraio. Dieci mesi fa. Ventura, però, si può consolare per la vittoria in extremis e per aver sfatato un primo tabù. Con il sigillo di Jallow, infatti, la Salernitana spezza l’incantesimo dei centri siglati sempre dai titolari: l’attaccante gambiano, subentrato al cinquantaseiesimo, ci ha messo otto minuti per riequilibrare il match di domenica sera.

PORTE APERTE ALL’ARECHI
La Salernitana torna alla vittoria ma continua a subire, immancabilmente, una rete a partita allo stadio Arechi. Una striscia che dura da circa dieci mesi. Aperta proprio nella sfida contro il Crotone dello scorso 10 marzo. Dallo 0-2 calabrese siglato da Simy, mattatore del match con una doppietta, sono ben 15 le partite consecutive, tra campionato e Coppa Italia, con almeno un goal subito nel Principe degli Stadi: 24 complessivamente le esultanze delle squadre avversarie che hanno visto il picco lo scorso aprile contro il Capri (5 goal degli emiliani).

JALLOW SPEZZA L’INCANTESIMO
La rete dell’attaccante gambiano permette di sfatare un piccolo tabù di questa stagione: la Salernitana, infatti, era insieme al Pisa l’unica compagine a non aver mai segnato un goal con un subentrato. L’ex Chievo e Cesena fra le altre ha fatto parlare molto di sé per vicende extracalcistiche terminate con il video di scuse ai tifosi (qui, i dettagli). Jallow, in otto minuti, ha trovato la via della rete pareggiando momentaneamente i conti. Non ha segnato, ma anche il subentrato Kiyine ha cambiato il volto del match contribuendo con l’assist per il 3-2 di Gondo, conferendo maggior brio alla manovra granata.