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Allenamenti “facoltativi”, calciatori si tutelano. Tommasi: “Ripartire solo al momento giusto”

Questa mattina alcuni calciatori della Salernitana sono tornati ad allenarsi al Mary Rosy (clicca qui per leggere l’articolo). Facoltativamente: avverbio da scrivere in grassetto e sottolineare. Avverbio su cui riflettere. Dal 4 maggio sono partiti gli allenamenti facoltativi, i calciatori professionisti (teoricamente se vogliono) possono usufruire delle strutture dei propri club per riprendere la forma fisica. E i club, dal canto loro, hanno convocato “facoltativamente” i propri calciatori.

I giocatori naturalmente hanno voluto far chiarezza e molti hanno chiesto informazioni direttamente all’Aic. Quindi, come riporta il Corriere dello Sport, hanno redatto una lettera inviata ai propri club. In pratica hanno voluto tutelarsi mettendo nero su bianco che vanno ad allenarsi per propria volontà ma così facendo fanno gli interessi del club e quindi la scelta non è solo autonoma. Quindi, allenamento vuol dire prestazione e di conseguenza normale attività di un calciatore. Da retribuire.

Il succo sta nella volontà delle società di non pagare i propri tesserati per i mesi di inattività essendo mancata la prestazione. Ma dove ricade il periodo tra il 4 e il 18 maggio? Per i calciatori è chiaro, per Tommasi la forbice è ancora più ampia: “Gli ultimi non sono stati mesi di riposo per i calciatori, ma di lavoro casalingo – ha detto il presidente dell’AssoCalciatori al Corriere dello Sport – I muscoli si sono comunque rafforzati ma poi bisognerà vedere come risponderanno sul campo. Bisogna tornare in campo in condizioni perfette. Devono essere tutti in sicurezza, non solo i calciatori ma ogni addetto vicino alle squadre”.

Quindi, il futuro sempre più incerto: “Chi si prende il rischio di far ripartire il calcio se il rischio non è zero? L’atleta? Il club? Il governo? Bisogna partire al momento giusto e con il protocollo ideale. E pensato per la ripresa degli allenamenti ma non quella delle partite ufficiali, non per i viaggi, gli spostamenti, le trasferte e l’incrocio di due squadre. Si sta lavorando per un documento che regolarizzi gli allenamenti di squadra dal 18/19 maggio, nel nome della salute degli interessati. Ma essere favorevoli o contrari alla ripresa è una discussione che lascia il tempo che trova: oggi mancano alcuni elementi. Non abbiamo alcune risposte e questo genera in certezza, mancano le date”.

Anche Umberto Calcagno, vicepresidente e numero due dell’Aic, ha espresso lo stesso concetto: “In questi mesi, abbiamo concentrato tutti i nostri sforzi per farci trovare pronti per un’eventuale ripartenza. Stiamo procedendo a piccoli passi, augurandomi che possa esserci anche per il calcio la fase due, perché i calciatori e le calciatrici vogliono ricominciare in sicurezza a fare il proprio lavoro. Inoltre, stiamo creando un fondo solidaristico per tutelare queste categorie perché non possiamo permetterci che siano proprio i soggetti più deboli a pagare il prezzo più alto. Si deve partire dal presupposto che ci dobbiamo affidare alla comunità scientifica e dovranno essere i protocolli redatti dai medici a dirci come comportarci in caso di positività”.

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