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Polemica prezzi bar dell’Arechi, nota dei gestori: “Listino non reale, dal Comune mai sconti. E sull’acqua a 1,50 euro…”

AGGIORNAMENTO 16:45. La Creazioni Ambienti Srl, ditta che in regime di proroga sta gestendo anche all’inizio di questa stagione i punti ristoro dello stadio Arechi (in attesa che venga assegnato il bando per il prossimo quadriennio, ha diffuso una nota per offrire la propria versione dei fatti in merito al polverone alzatosi questa mattina, all’indomani della sfida di Coppa Italia che ha visto – a quanto pare – prezzi superiori a 1,50 euro per l’acqua ma anche la diffusione di foto di vecchi listini sui social spacciati per recenti.

“In riferimento a quanto diffuso a mezzo social e da Antonio Cammarota, presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Salerno, Creazioni Ambienti Srl si trova costretta ed effettuare alcune doverose precisazioni. – si legge nella nota – Punto primo: il listino prezzo che sta girando sui social non è reale ed ha consentito a molte persone di calunniarci. I prezzi del nostro listino, quelli reali, sono molto più bassi rispetto a quelli evidenziati su un cartello diffuso sui social. Secondo punto: i prezzi che pratichiamo al pubblico tengono conto anche dei costi di gestione che la nostra società deve affrontare: 60 dipendenti, canone annuale al Comune per la gestione, Inps, Inail ed ovviamente il costo dei prodotti in vendita. Terzo punto: il Comune non ha mai praticato alcuno sconto alla nostra società che da 22 anni versa all’Ente 30mila euro all’anno. Il canone annuo non è mai stato rivalutato come invece era previsto dal Capitolato. Abbiamo pagato per quattro settori quando invece, la Curva Nord, non è disponibile se non parzialmente e abbiamo corrisposto sempre le stesse cifre anche quando si retrocedeva. Fino ad oggi abbiamo versato al Comune 660mila euro nonostante i due fallimenti delle precedenti società e la ripartenza dalla serie D. Per non parlare di quando lo stadio Arechi è stato chiuso al pubblico per il Covid. Anche in quel caso abbiamo pagato la cifra piena del canone nonostante non ci fossero tifosi sugli spalti”, scrivono da Creazione Ambiente. Giova tuttavia ricordare, ad onor del vero, che in forza delle partite a porte chiuse la concessione alla medesima società è stata prorogata per identica durata del periodo in cui gli stadi sono rimasti senza spettatori. “Nessun aiuto, nessun favoritismo da nessuno per rispondere a chi ci accusa di essere collusi con il Comune. Non facciamo paragoni con i costi dei prodotti venduti negli altri stadi dove realmente ci sono prezzi sproporzionati. – proseguono i gestori dei bari di via Allende – Come società pratichiamo anche per gli ospiti gli stessi prezzi praticati ai nostri tifosi per correttezza commerciale. Daremo mandato ai nostri legali per tutelare la nostra onorabilità nelle sedi competenti. Quarto punto: in merito alle affermazioni del consigliere Cammarota che indica in 1,5 euro il costo dell’acqua quale bene primario giova precisare che tale clausola è inserita in una delibera che rientra nel prossimo capitolato. A noi, che siamo in regime di proroga in attesa del nuovo bando, non è arrivata nessuna comunicazione scritta“.

AGGIORNAMENTO ORE 15:45. “A quanto pare sono stati diffusi prezzi diversi da quelli reali traendo tutti in inganno e per questo equivoco è doveroso rettificare il messaggio di protesta per rispetto al vero e a chi lavora”. Lo scrive il Presidente della Commissione Trasparenza, Antonio Cammarota, che in mattinata aveva diffuso una nota di denuncia. La precisazione prosegue: “Rimane, tuttavia, il vero unico punto oggetto di discussione della commissione trasparenza, così come affrontato nella seduta del 30 giugno, ovvero il prezzo dell’acqua, bene di prima necessità che il dirigente, accogliendo le indicazioni della commissione all’unanimità, stabilì in prezzo massimo di 1,50 euro. Questo non è avvenuto o perché non è stato inserito nel bando, o perché la ditta aggiudicataria non ne ha rispettato. Questo e solo questo come era già chiaro, sarà oggetto di verifica dei lavori della Commissione Trasparenza. Nell’interesse di tutti”. Insomma, la foto in alto non sarebbe una foto di ieri bensì vecchia, tuttavia in alcuni dei bar il tetto ai prezzi dell’acqua sarebbe comunque stato sforato.

ARTICOLO ORE 12:30. Doveva essere di 1,50 euro il prezzo massimo per l’acqua potabile ai bar dello stadio Arechi, un tetto puntualmente sforato ieri in occasione di Salernitana-Ternana. La foto-denuncia pubblicata da un tifoso sta facendo il giro dei social con il prezzo fissato a 2 euro in contraddizione con quanto prescritto dal Comune di Salerno nel bando di gara per l’assegnazione della gestione dei punti ristoro. Monta la rabbia dei tifosi naturalmente, anche se va detto che alcuni tifosi ci stanno segnalando di aver pagato comunque l’acqua 1,50 euro. Di certo ieri in molti sono stati alle prese con vecchie e malsane abitudini. Compresa la presenza indisturbata dei parcheggiatori abusivi che hanno preso regolarmente “servizio” nei piazzali parcheggio di via Allende. Dove, altra parentesi, le buche sull’asfalto dei viali aumentano a dismisura: senza manutenzione i pericoli possono essere dietro l’angolo.

L’acqua e il bando

Ecco cosa scriveva l’amministrazione nel bando di gara: “In occasione degli eventi sportivi la fornitura di acqua, quale bene di prima necessità, risulta inequivocabilmente connessa al soddisfacimento di un interesse pubblico, soprattutto nell’ottica di prevenire malori che richiederebbero l’intervento d’urgenza di personale sanitario. Peraltro, ai sensi dell’art. 3 del Regolamento d’uso dello Stadio Arechi, per ragioni di sicurezza e ordine pubblico, è fatto divieto agli spettatori di introdurre all’interno dell’impianto sportivo “bevande contenute in lattina, bottiglie di vetro o plastica”, pertanto l’unica modalità di approvvigionamento di acqua consiste nell’acquisto dal Concessionario. Con la sottoscrizione del contratto, il Concessionario accetta, senza riserve, di praticare il prezzo massimo di vendita di € 1,50 (uno/50) per ogni 50 cl di acqua, naturale o frizzante, sia a temperatura ambiente che refrigerata. Il Concessionario si obbliga, altresì, ad assicurare la fornitura di un numero di bottiglie di acqua congruo rispetto al numero di spettatori attesi per ogni evento sportivo per cui è previsto il servizio ristoro. A seguito di formale richiesta da parte del Concessionario, preliminarmente all’inizio di ogni stagione sportiva, il prezzo di vendita dell’acqua potrà essere adeguato nella misura corrispondente alla variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi (c.d. FOI), disponibile al momento della richiesta. In nessun caso è ammessa la variazione del prezzo senza la preventiva autorizzazione del Comune, previa valutazione di congruità della richiesta. Il Comune concedente si riserva la facoltà di verificare il rispetto di tale vincolo contrattuale nel corso dell’esecuzione del contratto”. 

La nota di Cammarota

In mattinata è arrivata la nota del consigliere comunale Antonio Cammarota, presidente della commissione trasparenza, che ha denunciato prezzi superiori a quanto prescritto: “Il dirigente aveva assicurato il bando con prezzi calmierati. Così non è stato. Delle due l’una, o la ditta non rispetta le regole, o le regole non hanno rispettato gli impegni. Ora si vada fino in fondo. Come tutti sanno il 30 giugno la Commissione, su impulso unanime di tutti i consiglieri , aveva richiesto e ottenuto di controllare i prezzi nei punti di ristoro dello stadio Arechi attraverso una clausola da inserire nel nuovo bando, e quindi con prezzi calmierati almeno per l’acqua entro 1,50 euro a bottiglia. È ingiusto e illegittimo, in regime di monopolio e di necessità, perché dall’esterno non si può introdurre nulla, che si abusi con prezzi fuori controllo e fuori mercato, in particolare per un bene primario come l’acqua. Appena riapriranno gli uffici richiederemo i contratti di affidamento e tutti gli atti di gara ma anche le modalità di controllo del servizio, accertando le eventuali responsabilità da qualunque parte siano, e quindi richiedendo la revisione dell’affidamento o la revoca dall’aggiudica”.

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