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Il 2022 granata. Gennaio-marzo, le fondamenta della rivoluzione Iervolino-Sabatini

Il 2022 è stato probabilmente l’anno più pazzo – nel senso più genuino e benigno del termine – della storia ultracentenaria della Salernitana. Dalla mezzanotte fra ansie e l’improvvisa gioia per aver scongiurato la scomparsa del club, fino alla salvezza miracolosa. E poi i primi ritiri (estivo e invernale) all’estero per una dimensione finalmente più ampia ed internazionale assegnata all’ippocampo da Danilo Iervolino.

Hellas Verona-Salernitana: esultanza granata (foto Francesco Pecoraro)

Gennaio

L’anno è cominciato con Danilo Iervolino esultante insieme ai suoi familiari nella sua casa abruzzese di Pescocostanzo, dove aveva seguito a distanza le evoluzioni dell’offerta presentata ai trustee per l’acquisizione della società. Era uscito allo scoperto qualche giorno prima, espletando tutte le pratiche, poi qualche minuto rima della mezzanotte (scientificamente) ci fu l’invio della famosa pec. E poi “è nostra”, l’audio che fece il giro dei social mentre vi raccontavamo in diretta le evoluzioni (clicca qui per rivedere) della proposta vincolante. “Discontinuità” la parola d’ordine per la tifoseria, “disponibilità” quella messa in campo dal sindaco, Enzo Napoli, in una nota di capodanno dopo aver avuto un colloquio telefonico con il neo patron. Che si presentò promettendo “massimo impegno per costruire un futuro duraturo e ricco di soddisfazioni per la città e per la sua straordinaria tifoseria”. Infruttuoso il tentativo di misteriosi e poco chiari fondi esteri che, con i loro avvocati, tentarono di gettare ombre sulla cessione della Salernitana e sull’operato dei trustee (tuttora indagini in corso in Procura a Roma, ndr), mentre l’insoddisfazione di Lotito e Mezzaroma trapelò dalle parole dell’avvocato Gentile: “Prezzo di vendita troppo basso,  verificheremo le carte”. Il mercato resta inevitabilmente bloccato per qualche giorno, in attesa del passaggio definitivo di quote che deve avvenire un secondo dopo l’approvazione del bilancio al 30 giugno ’21 rimasto ancora pendente. In ogni caso, il pallone ricomincia timidamente a rotolare. Il 2 gennaio un primo allenamento del nuovo anno con umore diverso, rinfrancato per la formazione allenata da Colantuono, mestamente ultima con 8 punti e afflitta da diversi casi di Covid.

Solo 13 calciatori in campo e contagi in salita che non permettono alla squadra di presentarsi in campo all’Epifania contro il Venezia. I disponibili sono solo 4, tra contagiati, giocatori messi in quarantena dall’Asl ed assenti per la Coppa d’Africa. All’Arechi arrivano solo i lagunari e l’arbitro Sacchi non può far altro che constatare l’assenza dei granata. La società, temporaneamente ancora rappresentata in Lega dai trustee e sorretta operativamente da Mariano Fabiani, aveva chiesto il rinvio, ricevendo un “no”; da Milano arriva il ricorso al Tar contro le stesse Asl. I veneti reclamano a gran voce la vittoria a tavolino, il giudice sportivo lascia il risultato “sub iudice”. Così la prima partita del 2022 è Verona-Salernitana: 48 irriducibili nel settore ospiti il 9 gennaio e con temperature bassissime, la “nuova era” comincia con Djuric e Kastanos in gol per sbancare il Bentegodi. L’1-2 finale (rigore del bosniaco procurato da un sempre generoso Gondo e perla del cipriota su punizione) sembra quasi profetico. Peccato per l’ennesima ricaduta di Mamadou Coulibaly, gettato nella mischia in emergenza perché il Covid aveva comunque decimato l’organico (anche degli stessi gialloblù, a dire il vero). Con i primi punti scattano anche gli obblighi di riscatto dello stesso senegalese e di Simy, mentre viene fissato al 13 gennaio l’appuntamento davanti al notaio per l’atto di cessione a Iervolino.

Firma sull’atto di cessione: Iervolino a Scafati

Lo studio Coppa a Scafati è teatro dell’approvazione del bilancio (presente anche il  generale Ugo Marchetti) e delle firme del neo patron e dei trustee (clicca qui per rivivere quel giorno). A seguire, la conferenza stampa fiume di Danilo Iervolino (clicca qui per rivivere le prime parole da presidente, il cinquantesimo della storia granata). Il giorno prima, mentre Lotito presentava vanamente una lettera di diffida ai trustee nel tentativo di bloccare la vendita, i dirigenti Fabiani e Bianchi avevano rescisso il contratto con la Salernitana dopo 8 anni di legame: la discontinuità passa anche per l’ingaggio di Walter Sabatini, carismatico e competente diesse in cerca di rivincita dopo l’esperienza di Bologna.

Conferenza Danilo Iervolino: il presidente si presenta

Per uno strano scherzo del destino la prima gara di Iervolino da presidente, accompagnata dalla simbolica presenza di Vincenzo De Luca sugli spalti, è contro la Lazio in casa il 15 gennaio: Lotito diserta l’Arechi, i granata (ancora decimati dal Covid e con il primavera Motoc titolare al centro della difesa) perdono 0-3. Due giorni dopo Sabatini si presenta ufficialmente alla città (clicca qui per rivedere la conferenza) dandole una ventata di speranza: sul mercato preannuncia “sei-sette acquisti per inseguire la salvezza” e sonda grandi nomi, tra cui quello di Diego Costa che poi verrà scartato per condizioni fisiche non convincenti; viene tesserato il giovane Antonio Iervolino, nipote del presidente, e bloccato Mazzocchi del Venezia. L’esterno si rivelerà un vero e proprio crack.

Presentazione Walter Sabatini: il diesse è carico per la nuova avventura

Intanto il giudice sportivo si pronuncia sulla trasferta di Udine del 21 dicembre disertata dalla Salernitana a causa del Covid: sconfitta a tavolino e -1 in classifica. Iniziano le partite parallele dei ricorsi della squadra legale composta dai professori Fimmanò e Sica e dall’avvocato Chiacchio. Il 23 gennaio l’ippocampo scende in campo a Napoli ancora senza rinforzi e decimato dal Covid, con il giovane Vergani titolare. Gli azzurri vincono 4-1 in una cornice ovattata e con capienza super limitata (solo 5mila presenti, trasferta vietata), con Iervolino accanto a De Laurentiis in tribuna. Sabatini si scatena, approfitta della sosta e prende anche Sepe, Dragusin, Verdi, Ederson, Fazio, Mikael, Mousset, Radovanovic e Bohinen. Salutano Aya, Gondo, Bogdan, Simy, Guerrieri, Kalombo ma non Ribéry, che a poche ore dal gong aveva manifestato l’intenzione di lasciare la Campania: Sabatini lo convince a rimanere. Dopo il gong del mercato arriva anche Perotti da svincolato e il diesse pronuncia la frase che sarà iconica: “Ci danno tutti retrocessi al 93%. Io mi tengo stretto quel 7% e ci credo. Giochiamocela”.

Napoli-Salernitana 4-1 (foto Francesco Pecoraro)

Febbraio

Gli acciaccati Strandberg e Capezzi finiscono fuori lista dopo il riassetto in rosa. Colantuono traballa ma resiste in panchina e sfrutta la  chance datagli da Sabatini, suo ex diesse al Palermo. Iervolino nel frattempo nomina Maurizio Milan come amministratore delegato del club e con lui si presenta al Comune per incontrare per la prima volta il sindaco Napoli; la commissione di vigilanza si riunisce per aumentare la capienza dell’Arechi a 29739 posti (dai 26500 precedenti) e anche la comunicazione del club migliora, quintuplicando in pochissimo tempo i fan sui social. Dopo la sosta si torna in campo il 7 febbraio con la ritrovata carica degli ultras, che interrompono la diserzione: all’Arechi c’è lo Spezia e Verdi si presenta con una doppietta su punizione, ma il finale sarà solo di 2-2.

Si intravedono segnali positivi e la piazza riacquisisce un minimo di entusiasmo. Fa rumore l’esclusione dai convocati di Bonazzoli, poi però arriva il chiarimento con l’allenatore e Federico va in gol a Genova. Non basta, contro il grifone a Marassi è 1-1. Il pareggio costa la panchina a Colantuono ed al suo posto viene ingaggiato Davide Nicola, l’uomo delle salvezze impossibili che batte la concorrenza di Andrea Pirlo. Frattanto la Corte d’Appello Figc accoglie il ricorso della Salernitana sul caso Udine e restituisce il punto, prescrivendo la disputa della gara. Mentre i friulani pensano al ricorso al Coni, il 15 febbraio Nicola sostiene il primo allenamento, chiede coraggio e riparte dal 4-4-2. Prima del suo esordio (contro il Milan), il Giudice Sportivo si pronuncia su Salernitana-Venezia: bisognerà rigiocarla e gli arancioneroverdi fanno ricorso.

All’Arechi contro i rossoneri finisce 2-2 sotto gli occhi del CT azzurro, Roberto Mancini: prestazione gagliarda dei granata, che rimediano allo svantaggio firmato Messias con Djuric e la sforbiciata di Bonazzoli, venendo però raggiunti da Rebic. Con 14 punti dopo 26 partite la Salernitana resta ultima, ma l’atteggiamento in campo dei calciatori induce ad essere ottimisti. “Chances di salvezza non misere“, commenta Iervolino. Ci crede anche FR7: “Salvarsi sarebbe come vincere un altro trofeo per me“. L’Arechi si prepara ad accogliere il Bologna e Sabatini carica l’ambiente: “Stavo sul ca*** a Saputo“. Contro i felsinei altro pareggio, finisce 1-1 con Zortea che risponde ad Arnautovic. A fine mese Ribéry si schianta con l’auto su un palo in piena notte, dopo aver fatto serata a Paestum: multa per lui e niente trasferta a Milano contro l’Inter. Si ripresenterà con un cerotto sulla testa agli allenamenti, inizialmente differenziati.

Marzo

Alla Salernitana manca solo la vittoria. Spavalda, la formazione di Nicola si presenta a San Siro ma becca cinque ceffoni dall’Inter. Un ko che rischia di spegnere i bagliori di luce e che testimonia una condizione ancora approssimativa di Mousset, lanciato dall’inizio e poi sostituito. Nicola pensa comunque positivo e al Sassuolo. La Salernitana lancia il mini abbonamento “Fino alla fine” e prova a trascinare la tifoseria, nonostante il pesante passivo di Milano. L’allenatore perde per un breve periodo Mazzocchi, chiede compattezza.

Frattanto la Figc boccia il ricorso del Venezia e si continua a sperare nei recuperi. Rinviato ancora l’appuntamento col primo successo dell’era del mister torinese: 2-2 contro i neroverdi, non bastano Bonazzoli e Djuric. A fine partita Iervolino rammaricato, si aspettava un mercato più incisivo: “L’instant team non ha funzionato”. Autocritica Sabatini: “Ho commesso alcuni errori di valutazione”. Però in realtà c’è ancora tempo e nonostante la peggior striscia casalinga di sempre, la Salernitana e il suo mister continuano a crederci. Anche dopo la sconfitta di Torino contro la Juventus (2-0). “Siamo come in una casa avvolta da un incendio ma dobbiamo provarci, costi quel che costi”, dice Walter Sabatini. Nicola inizia a studiare il passaggio al 3-5-2, porta i suoi ad allenarsi in spiaggia, pretende unità e la ottiene anche fuori dal campo. Un lavoro di cesello che non dà subito risultati, ma si rivelerà preziosissimo. A fine mese la Lega Serie A annuncia le date dei recuperi contro Udinese e Venezia, ma gli antagonisti dell’ippocampo annunciano ricorsi anche al Coni. La partita extracampo si allunga, ma non è finita.

Seguirà domani il racconto di aprile, maggio e giugno.

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