Dal Vietri-Raito alla Juventus, fino alla panchina della Salernitana. Salernitano doc, calciatore d’altri tempi, il mister del “cambiamento” seppur dal passaggio veloce. Giuseppe Galderisi a Salerno ci è nato, ha cominciato a masticare calcio nella sua città, poi ha spiccato il volo. Oggi, l’ex giocatore e allenatore (una panchina breve, fu esonerato dopo pochissime partite e al suo posto arrivò Perrone) della stagione 2012-2013 (quella del ritorno del cavalluccio marino), ritorna alla base per presenziare al Museo-teatro dello Sport, inserito tra le mura storiche di Palazzo Genovese, nel cuore pulsante della città. Il testimonial della serata Galderisi ha premiato il campione del mondo di pugilato Patrizio Oliva. Quest’ultimo ha raccontato – infatti – la sua storia alla presenza di tantissimi sportivi ma anche di tutti i pugili salernitani. Un museo che racconta lo sport, attraverso il teatro, in una cornice storica. Un’iniziativa che in questi giorni sta destando tanta curiosità tra gli appassionati: un vero e proprio viaggio nel tempo, che passa dalle emozioni e va in scena su un palco che racconta dei sacrifici, dei sogni, del sudore degli sportivi che hanno fatto la storia. Le stesse emozioni, che gli ideatori del progetto (Sergio Mari, Gabriele Fernicola, Marco Di Lorenzo e Maurizio Rossi) vogliono trasmettere ai tantissimi salernitani e non solo.
“Sono orgoglioso di essere qui perchè la bellezza di tutto questo nasce da un gruppo meraviglioso. Dopo 40 anni ci ritroviamo, ognuno con la propria strada – ha sottolineato Galderisi presente questa sera a Palazzo Genovese – cercando di fare qualcosa che possa farci ritrovare e vivere delle emozioni belle, come quelle che ho avuto la fortuna di vivere io. Credo che ci sono delle persone che facevano parte del Vietri-Raito (alcuni ex giocatori infatti sono tra gli ideatori del progetto) che hanno svoltato completamente e fanno cose meravigliose. Questo museo-teatro nasce proprio dall’idea di Sergio Mari: una cosa particolare, emozionante ed entusiasmante – ha continuato l’ex allenatore granata – perchè raccontare un oggetto attraverso un monologo, un’emozione e trasmetterla è sicuramente qualcosa di unico. Il mio ricordo più bello nel mondo dello sport? Sono stato abbastanza fortunato, da piccolo mi sono trovato da subito accanto a grandi campioni e questo sicuramente è un ricordo indimenticabile, al di là di tutte le cose che hai fatto o vinto, la “base” a Torino mi ha insegnato non solo a calciare un pallone ma a comportarsi in un certo modo. Devo dire grazie al calcio, ma soprattutto al Vietri-Raito che mi ha permesso di arrivare lì ed ecco perchè la mia presenza qui è una scelta d’amore.”
E non è mancato il commento sulla Salernitana e sul difficile momento che vive la squadra di mister Ventura: “La serie B è un campionato molto particolare e difficile. Ci sono squadre che riescono ad ammazzare il campionato come il Benevento ad esempio, però credo che la Salernitana sia una buona squadra – ha dichiarato l’ex giocatore – che può fare bene e questo momento di grande difficoltà (che può arrivare durante una stagione) è quello giusto per tirare fuori qualcosa in più. Io ho visto l’ultima partita domenica e mi ha emozionato la vittoria, perchè sono sensazioni importanti che ti danno ancora più energie e credo che questa energia sia quella da sfruttare per fare il cambio di velocità in un campionato dove tutto è possibile. E per questo io dico che bisogna stare vicino alla Salernitana, perchè la Salernitana non discute, si ama e basta e di conseguenza vicini a questi ragazzi così come bisogna essere vicini ad un grande allenatore che sicuramente farà bene”.
E proprio sul mister dell’ippocampo, Galderisi ha concluso: “Ventura? Ho un rispetto per lui pazzesco. Le cose ti dimostrano com’è il calcio. Nell’ultimo periodo anche lui ha passato un momento terrificante. Io credo che lui abbia ancora tanta energia dentro e lo vedo da come si muove sulla panchina. Sono convinto che farà buone cose. Certo, le chiacchiere stanno a zero, potrei dire tante belle cose ma in realtà sono i fatti a fare la differenza. Questa è una squadra che ha una propria identità se ha voglia di lottare e di fare, con la qualità del gioco che cerca sempre di trasmettere un allenatore come Ventura poi…”
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