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VIDEO. Capone alla GDV: “Salerno non facile per un salernitano. Normale che Sousa abbia incontrato DeLA”

Un salernitano doc con un passato anche con la maglia del Napoli. Antonio Capone, bomber granata ed azzurro tra gli anni settanta e ottanta, non è mancato alla mostra sulle maglie storiche della Salernitana: “Giocare a Salerno per un salernitano non era facile all’epoca, parlo degli anni settanta. Nel periodo in cui ho giocato io, a livello societario, ci sono state molte battaglie, a livello di squadra non eravamo i più forti, giocavamo in serie C, un buon campionato ma non lottavamo per i vertici. Negli anni 75/76 abbiamo sfiorato la Serie B, poi ci è riuscita la squadra di Tom Rosati. Io iniziai a giocare nel ’71, ho giocato 128 partite in campionato più 4/5 in Coppa Italia. Ho fatto 27 gol in campionato e 3 in Coppa Italia. Ho due ricordi importanti, uno con il Marsala quando vincemmo 5-0, dove io segnai tre gol, il quarto fu un’autorete e feci fare il quinto ad un altro attaccante; l’altro quando venne a giocare il Pescara che era imbattuto ed io feci una doppietta. Dopo Salerno, sono approdato ad Avellino e poi ho militato per quasi cinque anni nel Napoli”.

L’ex attaccante ha detto la sua anche in merito alla situazione di Paulo Sousa: “Siamo nel 2023, è normale che Sousa parli con un’altra squadra, per di più se è il Napoli Campione d’Italia. Se un presidente ti chiama, tu vai a parlarci. Alla fine non si è fatto nulla, ma i salernitani sarebbe dovuti essere contenti per Sousa se fosse andato in azzurro, perché sarebbe stato un upgrade per lui. Sarebbe andato a fare l’allenatore della squadra che ha vinto lo Scudetto, avrebbe giocato la Champions. Non posso esprimermi sul suo comportamento, ci sono tante voci a riguardo e la verità non si sa. Sicuramente De Laurentiis avrà parlato con vari allenatori ed alla fine ha scelto Garcia. Oggi il calcio non è più come una volta, le bandiere non esistono più, non bisogna meravigliarsi. Anche se a Dia venissero offerti cinque milioni all’anno da una squadra, rinuncerebbe alla Salernitana che magari gliene da due. Non voglio con ció dire che i giocatori sono mercenari però oggi vengono pagati molto bene rispetto a noi che in confronto, negli anni ottanta, prendevamo niente; voglio dire che ci sono troppe televisioni, troppi sponsor e che oggi il calcio è un business. De Laurentiis non è stato scorretto: i tifosi restano, i calciatori e gli allenatori possono andare via da un momento all’altro. Alla prima partita, qualora la Salernitana dovesse perdere, spero che i tifosi non inizino a fischiare e a urlare la sua esclusione. Spero che i tifosi maturino. Siamo al terzo anno di Serie A e va tutto bene, dobbiamo solo cercare di migliorare”.

 

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