Cento anni fa il primo calcio d’inizio, la prima gara, il primo gol, la prima vittoria. Il 15 febbraio 1920 la Salernitana faceva il suo esordio in una competizione ufficiale, battendo a domicilio lo Stabia 0-1 con un guizzo di Nicola Aliberti. Era la prima pagina di un libro secolare che ancora oggi non è terminato.
Fondata nel giugno 1919, la Salernitana si era iscritta al campionato di Promozione regionale – all’epoca omologo della nostra serie B ma suddiviso in più gironi territoriali – per colmare una lacuna. Come spiegano Giuseppe e Francesco Pio Fasano nel volume “Salernitana, la storia”, Matteo Schiavone (che della Salernitana era stato uno dei soci fondatori e ricopriva il ruolo di allenatore dopo la prematura scomparsa di Vincenzo Giordano) si lasciò convincere dagli altri membri del comitato regionale campano. Doveva essere una prima esperienza per misurarsi con le altre società già collaudate, e invece la Salernitana meravigliò tutti, vincendo quel campionato dopo una doppia finale col Brasiliano di Napoli (uun ko 5-0 e una vittoria col medesimo scarto, poi alla bella i partenopei non si presentarono) e guadagnando l’approdo alla Prima Categoria, all’epoca il massimo livello. La foto in alto è tuttavia riferita a qualche stagione dopo, intorno al 1923.
Matteo Schiavone
Una cavalcata che la società presieduta da Adalgiso Onesti cominciò viaggiando in treno e in carrozza da Salerno a Castellammare, consumando panini imbottiti accompagnati da un bicchiere di vino ai bordi del campo prima della partita contro gli stabiesi e con una dozzina di tifosi al seguito. Davanti al portiere Naddeo, quel giorno di cento anni fa giocarono i difensori Ciminari, Grimaldi, Toledo e Maggio, i centrocampisti Capone, De Cesare e Paladino, gli attaccanti Russo, Fariello e Aliberti. Proprio quest’ultimo, un’ala estrosa e giocatore di gran talento già prima del conflitto mondiale, siglò la rete della vittoria nel primissimo match. “Calmo, lentamente egli scavalca il primo avversario, poi il secondo, ancora il terzo, il quarto e i due backs. Breve sosta. Egli è solo. Poi, vistosi premuto dagli avversari, allunga da pochi metri un tiro fortissimo in angolo, a metà altezza, imparabile ed il pallone va ad adagiarsi nella rete senza che il portiere possa abbozzare un tentativo di parata”, raccontava lo stesso Matteo Schiavone sulle colonne de Il Risveglio qualche giorno dopo la disputa della gara. Schiavone fu tra i più attivi ricostruttori del calcio in città dopo la Prima Guerra Mondiale. Si interessò poi anche di boxe e pallacanestro. Aveva un passato da portiere e, non ancora ventenne, aveva fondato la Salernitana e ne era diventato allenatore nei primi due campionati. Poi la seguì come apprezzato giornalista sulle colonne della Gazzetta dello Sport, tra le altre attività, dall’autunno del 1921, come ricorda Giovanni Vitale nel volume “Salernitana, storia di gol, sorrisi e affanni”.
“La trasferta fu effettuata servendoci chi del treno, chi di carrozze. Immaginate, con certe strade! A mezzogiorno si era tutti a Castellammare. Qualcuno della comitiva provvide in una salumeria a comprare qualche colazione. Un panino imbottito consumato ai bordi del campo, un buon bicchiere di vino e pronti per il via. Prima della partita, un impegno unanime dei giocatori raccolti intorno a Nicola Maggio, il più elevato in grado perché capitano della squadra e ancora in servizio militare come capitano di fanteria. Impegno solenne di tutti, dare l’anima sul campo per contenere in limiti onorevoli la già preventivata sconfitta. Sul campo avvenne il miracolo. Dopo i primi minuti di giustificabile emozione, la Salernitana cominciò a dettare legge”, il racconto di Schiavone sulle colonne di Panorama Sport nel 1979. Mancò nel 1984 a 84 anni.
Nella mattinata di oggi, attraverso il suo profilo Facebook, la Salernitana ha diramato una nota: “A 100 anni esatti da quella prima partita ufficiale, l’U.S. Salernitana 1919 è lieta di annunciare che nei prossimi giorni sarà presentata una nuova iniziativa per ricordare questa importante data nella centenaria storia granata”.
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