Gian Piero Ventura è pronto. Meno di venti giorni e si riparte, la sua Salernitana può ritornare a correre, divertire e divertirsi. Si riparte dal settimo posto e dalla voglia di guadagnarsi i playoff, ma per Ventura si riparte soprattutto dalle basi: “Finalmente ritrovo il campo, il profumo dell’erba e i miei ragazzi. Si ricomincia e forse il peggio è davvero passato”.
In un’intervista rilasciata alle colonne del quotidiano Tuttosport, il tecnico della Salernitana racconta le sue emozioni a tre settimane dal ritorno del campionato. Giusto partire, dopo il Benevento tutto è aperto. E la Salernitana vuole dire la sua: “Secondo me era troppo importare ripartire per tanti fattori, non soltanto calcistici. Non vedo l’ora che venga stilato il programma ufficiale così potrò studiarmelo. Un campionato d’estate non l’ha mai vissuto nessuno e quindi per tutti noi sarà una sfida da affrontare con cautela e curiosità. Vero, in A c’è chi in passato a luglio ha disputato preliminari di Champions e Europa League ma comunque dopo un’adeguata preparazione. In questo caso invece manca il tempo per il raggiungimento della buona condizione fisica, collettivamente finora si è lavorato poco. Oltretutto si giocherà ogni tre giorni anche se di sera il caldo si farà sentire. Conteranno, poi, le diverse situazioni ambientali perché, per esempio, le squadre che giocheranno in città di mare dovranno fare conti con l’intensa umidità che può creare problemi considerevoli di disidratazione”.
Si giocano tre partite in una settimana, ritmi serrati: “In Serie B non c’è l’abitudine di giocare ogni tre giorni come in Serie A nonostante negli ultimi anni ci sia stato qualche turno infrasettimanale in più. Inoltre tra i cadetti il calcio è molto più agonistico e meno tecnico rispetto alla categoria superiore e quindi c’è un maggior dispendio di energie. Ma dovremo fare di necessità virtù e imparare a gestire meglio le nostre risorse atletiche”.
Poi Ventura svela i trucchi che userà sui suoi ragazzi. Tre i punti fondamentali: “Agire sul piano mentale, lo stress può far più danni di caldo e malanni fisici; curare l’aspetto atletico dei singoli sapendo che dietro non c’è una preparazione sostanziale e che quindi per arrivare all’esplosione atletica da prestazione sarà necessario osservare un percorso graduale. Temo però che non tutti giocatori sopporteranno questo nuovo tipo di lavoro; giocare in uno stadio senza spettatori fatalmente avrà delle ripercussioni. I tifosi sono una componente fondamentale del calcio e incidono sulle prestazioni di una squadra”.
Ma a essere decisivi, in questo rush finale, saranno gli infortuni: “Un fattore che risulterà determinante. In queste condizioni ambientali difficili e dopo quasi tre mesi di inattività, diciamo, tecnica, il rischio di farsi male è davvero molto alto. Temo che ce ne saranno parecchi e ciò influirà non poco sull’esito finale del torneo. La squadra che avrà la fortuna di subire meno infortuni avrà un vantaggio considerevole. Campionato falsato? Direi più un campionato particolare, stretto nei tempi, intenso, figlio della necessità ma difficile per tutti. Non crea, insomma, disparità, si parte tutti alla pari”.
E la Salernitana vuole volare: “A 10 turni dalla fine tutto è possibile. Gli obiettivi di inizio stagione sono stati centrati e ora proviamo a divertirci. Ora qui ci sono cultura del lavoro e compattezza dello spogliatoio, l’ideale per affrontare un campionato un po’ particolare. Il Benevento è già promosso ma dal secondo posto in giù tutto è aperto. Si riparte da zero e i valori possono capovolgersi. Noi siamo giovani ma suppliamo all’inesperienza con una carica di entusiasmo incredibile. Abbiamo l’occasione per ritagliarci un posto importante nella storia del club e faremo di tutto per salire in più in alto possibile”.
Inevitabile non pensare che questa stagione avrà ripercussioni sulla prossima: “La condizionerà di certo. Basti pensare i tempi ridotti tra la fine dell’uno e l’inizio dell’altro. Senza contare i problemi che scaturiranno da mercato e dai contratti dei giocatori che stanno per andare in scadenza. Ma va bene così, è troppo importante per il movimento e per l’economia italiana che il calcio riparta. Sull’Italia si è abbattuto uno tsunami terrificante che sarà superato solo tra qualche anno. I problemi della gente sono tanti e non tutti di facile soluzione nel breve periodo. Il calcio è una valvola di sfogo, un amore intenso. Diamo a tutti la possibilità di seguire la propria squadra e apriamo gli stadi il prima possibile. Quindi allacciamoci le cinture e partiamo. Io non vedo l’ora”.
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