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Una disegna il futuro, l’altra apre a possibili offerenti: le mani del patron non si congiungono, domani niente Arechi

Salvo sorprese, Danilo Iervolino domani pomeriggio non sarà allo stadio Arechi per Salernitana-Atalanta. Il patron non è annunciato al momento, tanto che è stata programmata la consegna del riconoscimento ad Antonio Candreva nel prepartita per il raggiungimento delle 500 presenze in Serie A (una maglia celebrativa) al momento senza di lui e con l’ad Milan a farne le veci.

Il presidente granata è in silenzio da poco più di un mese. L’ultima sua intervista è datata 29 marzo, quando al Corriere della Sera disse “no ai grandi nomi, largo ai giovani: per ora non vendo, l’anno prossimo sarà rivoluzione“. La retrocessione all’epoca era cosa praticamente certa, anche se non ancora accompagnata dal sigillo dell’aritmetica che invece adesso c’è. Un mesetto in cui le voci di un possibile disimpegno hanno continuato a circolare, più o meno fondatamente, in relazione al calo di entusiasmo fatto trapelare dall’imprenditore palmese. Che, in ogni caso, ha affrontato l’argomento ripartenza dalla B nelle ultime settimane pianificando il discorso economico e gettando le basi per il futuro con i propri collaboratori; ha tracciato l’identikit del nuovo manager che prenderà il posto di Sabatini ma non ha chiuso a doppia mandata la porta davanti a possibili acquirenti della società. Il discorso è proprio questo: Iervolino decide di andare avanti senza contestualmente sgomberare il campo in maniera netta dalla possibilità che la Salernitana possa passare di mano. Una prosecuzione dell’avventura quasi forzata? Passa questo messaggio se non c’è un intervento deciso della proprietà, che in ogni caso entro il mese dovrebbe indire una conferenza stampa per chiarire il momento, le intenzioni, i piani.

Allo stato attuale, secondo le informazioni raccolte, Iervolino va avanti ma tende l’orecchio a offerte. La società non è in vendita ufficialmente ma è… cedibile in caso di situazioni interessanti. Negli ultimi tempi diversi soggetti avrebbero fatto pervenire ufficialmente o ufficiosamente manifestazioni di interesse, semplici ammiccamenti e disponibilità anche dall’estero evaporate nello spazio di un amen. Tutta roba non notiziabile nel singolo caso. Al momento sarebbero in piedi due-tre discorsi agli albori con altrettanti soggetti. Pare che di mezzo ci sia anche un fondo. Dialoghi che Iervolino ovviamente prende con le pinze: dice “prego” a chi vuol vedere lo stato di salute del club ed eventualmente fare una proposta, ma di offerte non ne arrivano. Parole e abboccamenti con più di un avventuriero, niente (ancora) fatti. Il tempo stringe, nel frattempo, e bisogna programmare il 2024/25.

Il cortocircuito può risiedere proprio in questa situazione in cui un presidente – che non ha messo in vendita la società – prosegue senza la giusta convinzione o progettualità, cosa che richiederebbe tempo e concentrazione, fa casting per i nuovi manager, elabora preferenze, sogna un uomo navigato e dirigente forte come Angelozzi, valuta anche il profilo del nuovo allenatore (Fabio Grosso, Paolo Zanetti, Paolo Vanoli sono tre nomi sul taccuino ma dipenderà anche dalla scelta del direttore) e nello stesso tempo non esclude la possibilità di cedere. Qual è il futuro della Salernitana? In quali mani può finire? È davvero un club con appeal pur se retrocesso, con 30 milioni di perdite a bilancio e con diversi contratti/fardelli da gestire, nonostante il paracadute? Quale imprenditore illuminato acquisterebbe oggi una società di calcio con questa situazione? Iervolino si è stancato già – sebbene avesse in programma una serie di azioni che vanno oltre il pallone che rotola – oppure si tratta solo di un calo di entusiasmo transitorio (e comprensibile)? Domande a cui si spera possa dare risposta lui stesso, quanto prima, per dare chiarezza alla piazza e soprattutto frenare la fibrillazione poco positiva che si sta creando grazie alle voci più disparate che da altrettanto disparati e contrastanti pulpiti vengono fuori.

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