UFFICIALE. SuperPippo c’è, un Campione del Mondo sulla panchina granata

Da Simone a Filippo. Nel 2016 l’attuale tecnico dell’Inter era destinato alla panchina della Salernitana, l’allora patron Claudio Lotito lo aveva scelto. Simone Inzaghi era reduce dall’esperienza con la panchina della Primavera biancoceleste, nell’aprile del 2016 si sedette sulla panchina della prima squadra, ad interim, per sostituire Stefano Pioli. Proprio quando era destinato alla Salernitana, fu però richiamato da Lotito per sostituire Marcelo Bielsa, ufficializzato da poco e subito dimissionario. Una scelta azzeccata per i risultati raggiunti con la Lazio.

La carriera

Sette anni dopo a Salerno arriva quindi Filippo Inzaghi che riparte dopo l’annata con la Reggina in Serie B e la mancata iscrizione del club amaranto (ripartito dalla Serie D) che lo ha lasciato senza panchina. “L’U.S. Salernitana 1919 comunica di aver raggiunto l’accordo con il Sig. Filippo Inzaghi e di affidargli a breve la guida tecnica della prima squadra”, questa la nota emanata poco fa dalla Salernitana.

La gavetta è il minimo comune denominatore della carriera, sia da calciatore che da allenatore, di SuperPippo. Da attaccante è partito dalla Serie C, con il Leffe, per poi passare alla B con Piacenza e Verona per arrivare in massima serie con il Parma e con l’Atalanta, per poi consacrarsi con Juventus e soprattutto Milan. In bianconero e rossonero ha vinto tutto: tre Scudetti, tre Supercoppe Italiane, una Coppa Italia, una Coppa Uefa, due Champions League, due Supercoppe Europee e un Mondiale per Club, senza dimenticare il Mondiale vinto in azzurro nel 2006. Inzaghi, che ha segnato quasi trecento gol in carriera, è stato capocannoniere (24 gol) nell’annata 1996/97 con l’Atalanta.

Come da calciatore anche da allenatore Pippo è partito dal basso. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, è rimasto nel Milan, allenando prima gli Allievi Nazionali e poi la Primavera, con la quale vinse nel 2014 il Torneo di Viareggio. Il presidente Berlusconi lo volle quindi in prima squadra, ma la sua prima esperienza tra i grandi non andò bene, poiché si chiuse con un decimo posto e l’eslusione dalle coppe europee. Dopo l’esonero, nonostante un altro anno di contratto, Inzaghi decise di ripartire addirittura dalla Serie C e dal neopromosso Venezia che riuscì a portare subito in Serie B. Con i lagunari si giocò, nell’annata successiva, anche una semifinale playoff con il Palermo. Il biennio in veneto gli valse una nuova chiamata in Serie A, quella del Bologna. Nel gennaio 2018 però, dopo appena due vittorie in ventuno giornate e un penultimo posto in classifica, viene esonerato e sostituito da Sinisa Mihajlovic. Anche in questo caso Pippo ripartì da una categoria inferiore, accettando la chiamata del Benevento. In giallorosso stravinse il campionato cadetto 2019/20, venendo promosso con sette giornate d’anticipo e battendo vari record. L’anno dopo però arrivò una retrocessione con i sanniti che, dopo un brillante girone d’andata chiuso a metà classifica, ebbero un crollo nel girone di ritorno, vincendo una sola partita. Dopo Benevento, altra ripartenza in B col Brescia. I rapporti con il patron delle rondinelle Massimo Cellino non furono mai idilliaci e a sette giornate dalla fine arrivò un esonero, nonostante il Brescia fosse quinto a meno quattro dalla promozione diretta. Storia recente lo scorso campionato a Reggio Calabria, chiuso con la qualificazione ai playoff, nonostante i problemi societari e le penalizzazioni.