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Tamponi, indagine sulla Lazio. Lotito senza freni a Repubblica: “Ci fanno gioco delle 3 carte”

Continua a tenere banco a livello nazionale la questione dei tamponi fatti dalla Lazio, con giocatori che diventano positivi o negativi a seconda del centro di elaborazione e della tipologia di test. I primi a finire nel mirino sono stati quelli fatti al centro di Avellino di proprietà del figlio dell’ex presidente irpino, Taccone, che avevano dato esiti negativi, dopo che gli esami fatti dall’Uefa (ma successivamente anche al Campus Biomedico di Roma) avevano evidenziato alcuni casi di positività. Certamente, la proverbiale chiusura alla comunicazione di Lazio (la Salernitana ha presto imparato) ha fatto il resto, contribuendo a destare ulteriori sospetti e a sollevare ancor di più l’indagine della procura federale nei confronti del sodalizio capitolino di Claudio Lotito.

La Figc vuole vederci chiaro e ha aperto un’inchiesta su presunte violazioni del protocollo anche in merito alla comunicazione all’Asl di competenza. Il responsabile sanitario biancoceleste, dottor Pulcini, avrebbe disertato la convocazione per l’audizione in procura federale, secondo quando riporta la Gazzetta dello Sport. Insomma, situazione nebulosa, che fa andare in bestia Claudio Lotito. Senza freni, l’imprenditore romano non ci sta e parla alla Repubblica: “Ce stanno a fa’ il gioco delle tre carte”, dice al suo medico sociale al telefono mentre interloquisce con Matteo Pinci, autore dell’intervista. Ma che vuol dire positivo? Positivo vuol dire contagioso, no? Anche nella vagina delle donne, di tutte le donne del mondo, ci sono i batteri. Ma mica tutti sono patogeni, solo alcuni in alcuni casi diventano patogeni e degenerano. – l’insolita spiegazione di Lotito riportata dal quotidiano – La salute è di tutti non vogliamo privilegi, anche Tare è positivo. Il problema è che anche se sei positivo nessuno ti dice se si infetta oppure no, c’è aleatorietà nell’interpretazione dei risultati. Per questo ho chiesto a Gravina di introdurre una struttura unica che faccia i test per tutti, che imponga gli stessi parametri. Ho suggerito Federlab che li fa già in Serie C. Nessuno vuol fare giocare i positivi, ho fatto fare i tamponi pure ai familiari. Eppure Cairo, il presidente del Torino ha mandato un esposto alla Procura federale per la partita persa contro la Lazio domenica. Cairo mi odia a morte dopo che ha perso con me, i suoi giornali mi attaccano per questo. Ma perde sempre, è ultimo in classifica. Perché i tamponi al centro privato di Avellino? Non mi andava che si pensasse che i giocatori avessero una corsia preferenziale rispetto ad altri cittadini. Quando ho chiesto per la Salernitana mi hanno detto che c’era il centro di Taccone, uno dei pochi convenzionati con la Regione Campania, e abbiamo scelto lui anche per la Lazio”.

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