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La… Strada dei ricordi: “Il gol da ex a Chimenti e gli scherzi a Incrivaglia, Salerno ti fa giocatore vero”

“Il periodo di clausura procede bene. Mia suocera farà le lasagne, ci affidiamo a lei per Pasqua. A Brescia c’è vera emergenza, come a Bergamo. Per fortuna noi come famiglia non siamo stati toccati, purtroppo a qualche parente ed amico è capitato”. Passerà così la quarantena pasquale la famiglia Strada. Papà Pietro e il figlio Filippo – anch’egli calciatore – sono intervenuti ieri in diretta Instagram sul profilo della nostra redazione. L’ex centrocampista granata dal 1992 al 1995, è tornato indietro nel tempo senza nascondere l’importanza che ha avuto l’approdo a Salerno per la sua carriera: “La Salernitana è stata una tappa fondamentale per la mia carriera, un trampolino di lancio verso il grande calcio, sono arrivato che non ero nessuno e sono andato via calciatore vero. Purtroppo in granata non ho centrato la Serie A, ho questo rammarico. Arrivai dopo due grossi infortuni, stavo facendo bene ad Ospitaletto, Sonzogni mi conosceva e mi chiamò. Poi arrivò anche Caramel che giocava nel mio ruolo, però mi ritagliai il mio spazio e giocammo anche insieme”. Il classe ’69 ha centrato una promozione in B con il cavalluccio e ne ha sfiorata una in A. I due allenatori con cui ha lavorato in Campania sono Giuliano Sonzogni e Delio Rossi: “Sonzogni l’ho rincontrato un paio di anni fa e l’ho sentito ultimamente, era un grandissimo allenatore, molto preparato. Quell’anno ci furono screzi nello staff, con il preparatore Sassi non andava d’accordo. Facemmo un ritiro lunghissimo, la squadra aveva potenziale, ma nelle partite importanti arrivammo scarichi. Sonzogni era preparatissimo, curava molto la fase difensiva, era un maestro del 4-4-2. Però non era propenso ad un gioco offensivo. Il primo Delio Rossi era un seguace di Zeman e quindi portava quel tipo di calcio, adattato alle sue idee. Lavoravamo molto su costruzione e fase offensiva, svolgendo anche un gran lavoro atletico. E’ stato fondamentale nella mia carriera, lanciandomi come interno di sinistra”.

Strada rievoca anche qualche simpatico aneddoto: “Tra primo e secondo anno a Salerno, prima di sposarmi, feci una risonanza al ginocchio e uscì un problema al menisco e mi dovetti operare. In ritiro ci presentammo quindi infortunati io e D’Isidoro e facevamo lavoro specifico in bicicletta. Il gruppo? Straordinario, Grimaudo faceva scherzi a tutti. Mi ricordo di un nostro compagno, Incrivaglia, all’inizio spaesato. Andammo in ritiro a San Bendedetto Del Tronto e Claudio una mattina andò a comprare un paio di scarpe di qualità infima e le mise in una scatola per fingere che gliele avesse mandate uno sponsor. Lui ci cascò e le indossò. Ma fu costretto a toglierle dopo qualche giro di campo perché gli stavano causando vesciche ai piedi “. L’ex Parma non dimentica gol importanti, ma anche qualche errore: “Il gol a Chimenti con la maglia della Reggiana, tornavo all’Arechi da fresco ex. Arrivò un lancio dalla sinistra, rientrai, fintando il cross e tirai sul primo palo. Questa cosa la provavamo in allenamento ed Antonio lo sapeva. Negli anni dopo ci abbiamo scherzato. Io nonostante fossi un ex esultai, ma non ce l’avevo con la Salernitana. Per noi era un periodo difficile e il gol fu pesante. E poi… Quel rigore contro l’Acireale, nel ’92/’93, che mi perseguita. Me lo parò Amato e proprio qualche giorno fa mi ha mandato delle foto. E’ ancora una ferita aperta dopo tanti anni”. Come dimenticare, poi, la punizione a Bergamo nel  ’94/’95 all’ultima giornata: “Ci ho creduto fino all’ultimo, facemmo un gran primo tempo, chiudendo immeritatamente in svantaggio. Il mio gol su punizione ci diede speranza ma non bastò. Fu un amaro quinto posto”.

Un nuovo Strada con la maglia della Salernitana? “Certo che mi piacerebbe vedere mio figlio Filippo in granata, sarebbe fantastico e glielo auguro, si chiuderebbe un cerchio”. E il figlio non lo esclude: “Mi piacerebbe giocare a Salerno, è una piazza importante, per i tifosi, sarebbe bellissimo. E’ stata una grande emozione giocare all’Arechi, a Salerno papà ha dato il meglio di sé. Giocandoci alle Universiadi in estate ho provato belle sensazioni, ancor di più con la maglia della Nazionale”. Tra le varie esperienze Strada schiera la sua formazione ideale: “Nella mia top undici metto sempre Breda, grande amico. Nel tridente d’attacco metto Chiesa, Crespo e Zola, a centrocampo anche Breda e Ciccio Tudisco, che dalla carriera ha avuto meno di quanto meritasse, Buffon ovviamente in porta. Uno dei piu forti con cui ho giocato è Milan Rapajc, formidabile. Purtroppo aveva qualche vizio e poca voglia di allenarsi, ma piedi e forza fisica erano da top club. Anche Nakata era forte”. Un commento anche sulla Salernitana del presente: Ventura è bravissimo. Al di là della parentesi Nazionale, negli anni le sue squadre hanno sempre giocato bene, raccogliendo risultati. La Salernitana ha potenzialità per giocarsi le sue chance ai playoff, se si riprenderà. La Serie B, escludendo quest’anno il Benevento, è sempre equilibrata e indecifrabile”. Sul calcio odierno conclude: “Mi piacerebbe giocarci, ci sono materiali tecnici diversi, tipo i palloni. Oggi ci sono tanti professionisti, dediti al fisico e all’alimentazione, nelle squadre ci sono tanti preparatori che li seguono. Probabilmente io nel calcio di oggi avrei avuto meno infortuni”.

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